gensi ha scritto:
Letto ora.
L'idea l'ho trovata molto interessante, lo sviluppo meno. Apprezzabile il tentativo di umanizzare gli estremi. Troppa ridondanza nelle citazioni a mio avviso. Ok contestualizzare ma fare la lezioncina di storia no. Anche perché qui mi aspetto di leggere un racconto e non un documentario sulla Torino politica intorno agli anni 70. Il finale poi, sa di telefonato ed è totalmente incoerente con l'idea del versus.
La più bella figura è quella del padre. Una descrizione alla Samuele Bersani come nella canzone "Lo scrutatore non votante"
Nel complesso bella lettura, soprattutto nella parte in corsivo, quella puramente narrativa.
Peccato per il finale non all'altezza della idea.
Ci sta, devo dire. Eppure, per come la vedo io, la contestualizzazione in una storia come questa è tutto. Senza contestualizzazione non ci sarebbe profondità e senza profondità non ci sarebbe la storia. Il punto, come spesso capita nei miei racconti, è che ho troppo materiale per farlo stare in maniera credibile in uno spazio tanto breve. Il finale è incoerente lo so, ma non è l'incoerenza del narratore quanto l'incoerenza della vita: in questo caso la storia è una storia vera, per quanto possa sembrare incredibile. Il finale potrebbe passare per buonista, ma in realtà è semplicemente come è andata nella realtà. Tullio è stato un collega di mia madre (insegnante alle superiori), poi diventato caro amico di famiglia. Ho conosciuto personalmente anche Marco, il quale ha poi scelto una strada molto diversa rispetto a quella della sua adolescenza, diventando un importante esponente della CGIL (assunto nel reparto legale della FIAT), pur rimanendo a destra come opinioni politiche. Certamente da espandere.
Grazie caro! Almeno una persona l'ha letto.