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ARGOMENTO: [#1] Il ritorno (commenti)

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 21/03/2018 10:48 #18299

Skywillfall ha scritto:



Vendetta:

Sarei stato curioso di leggere la versione da 16.000 battute di cui acciaio aveva parlato nel forum. La storia è lunga ma ben scritta. I periodi sono scritti come mi piace leggerli e per questo ho dato il premio critica. Anche la suddivisione è fatta bene. Purtroppo però sembra quasi come tirata via, come se ad un certo punto si dovesse per forza arrivare al finale. Sicuramente in tema.

Una giustificazione in versi :
Mi ha strappato un sorriso, tutto qui
Immagino che fosse anche l'intenzione dell'autore.


P.s: A proposito dei commenti
Grazie a tutti, sono contento che ad alcuni sia piaciuta la mia storia e ad altri no. Ma volevo fare una puntualizzazione ad Acciaio che ha commentato dicendo che non era a tema. Per come l'ho concepita io, e mi pare di capire anche altri, la storia è tutto un susseguirsi di situazioni oniriche, un ritorno nella profondità della propria mente, di ripensamento e comprensione di quello che è successo. SUll'incasinato invece ha ragione, ma lo è perchè incasinata è anche la mente di un ventiduenne che si approccia al mondo per la prima volta

Ciao a tutti, alla prossima tornata!


Grazie per il premio critica ragazzo!
Il mio racconto aveva raggiunto le 16 mila battute già a trequarti racconto e non avevo ideato ancora la fine... puoi ben capire che il lavoro di taglio e cucito non è stato semplice.
Avevo creato un background al protagonista, avevo ampliato la parte dell'addestramento militare, avrei migliorato la scena dell'esplosione ma non ho potuto che renderla rapida. Ma non ho tenuto niente dei tagli che ho fatto, perché altrimenti non riuscivo ad andare avanti e finirlo.

Nella storia ho voluto inserire ben 3 tipi di ritorno 1) il ritorno sul luogo del misfatto dopo tanti anni 2) il ritorno alla vita/serenità (forse) dopo tanto faticare per vendicarsi 3) il vero ritorno dal coma, uscendo dalla finta realtà che si era creato nella sua mente. Il tutto inserendolo in una storia non banale e col colpo di scena finale. Stringendo di qua e di la è chiaro che si è perso qualcosa per strada, di più non potevo fare causa spazio mancante.

È proprio perché io cerco molto di "coccolare" il tema mentre scrivo il racconto che nel tuo come in altri non ho visto la giusta attenzione a questo aspetto, che per me è basilare. Nel tuo è proprio sfiorato all'interno del caos di pensieri. L'avevo capito che cercavi di esprimere la sua mente incasinata, ma a mio parere la lettura risulta pesante e inefficace più si procede verso la fine. Forse usando periodi più brevi e salti ancora più veloci tra un pensiero e l'altro poteva aiutare a mostrare "il caos" mentale, ma poi doveva essere più lineare la narrazione. Ma non era semplice ovviamente.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 21/03/2018 10:58 #18300

Skywillfall ha scritto:
Sin City:
Poco da dire, il racconto che ho preferito della tornata. Ben scritto, l'atmosfera creata mi ha affascinato parecchio e anche la trama la ritengo convincente. Lo scrittore tende in qualche occasione ad utilizzare frasi un po' fuori contesto -Un timido raggio di sole entrò dal vetro della finestra, era l’alba- che un po' collidono con la sfumatura ambientale principale e danno un effetto chiaroscuro.



Grazie per il bel commento.
Sì avrei dovuto curarlo di più, hai pienamente ragione.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 21/03/2018 11:36 #18301

Acciaio ha scritto:
scarpax73 ha scritto:
Acciaio ha scritto:
VOTI

La notte dei cristalli – 6 (l'ho letto con piacere, ma l'ho trovato quasi fuori tema. Solo per il fatto che il papà torna a casa non mi pare che sia "il ritorno" il tema centrale del racconto)-

Sin City – 5 (storia poco interessante. Ne capitano a milioni, banalotta. Ma in tema)

Punto di non ritorno – 5.5 (boh... il tema "il ritorno" dov'è?)

I codardi tornano a casa – 5 (troppo incasinato. ma anche qua... "il ritonro"?)

Il ritorno dei filantropi - 5 (simpatico. L'ho allacciato al periodo delle elezioni. Ma completamente fuori tema. per questo ho penalizzato il voto. Non c'è assolutamente niente che lo allacci al tema "il ritorno").


come capitava in passato quando partecipavo ad universi in passato si da poca importanza al tema. Ma se il tema è "il gelato al melone" in centro del racconto deve essere "il gelato al melone". Non scrivere "Amanda stava mangiano il gelato al melone...." e poi raccontare di quando amanda si laureò col massimo dei voti alla Oxford university. Non c'entra una beata mazza col tema. scusate il francesismo.

Come tutti, penso, ho notato che hai incentrato i tuoi commenti sul tema della tornata, o meglio ancora, sul fatto che i racconti siano stati inerenti o meno al tema assegnato. Nulla di dire, ognuno la vede come vuole. Io ad esempio in fase di commento non menziono quasi il tema, parlo d’altro. Penso che il tema sia quale lo scrittore trae l’ispirazione per scrivere il racconto, poi, da lettore, commento il racconto che ho letto e lo giudico in base al fatto che mi sia piaciuto o meno, a prescindere dal tema. Ma ripeto, ognuno ha i suoi parametri.
Però trovo che in fase di commento oltre alla distinzione “tema/fuori tema”, che può avere una logica in fase di giudizio, avresti potuto scrivere qualcosa in più, anche per aiutare gli scrittori a crescere e migliorare.
Nei tuoi commenti, se togliamo la parte relativa al tema, rimane:

la notte dei cristalli - L’ho letto con piacere
Sin city - storia poco interessante, ne capitano a milioni, banalotta.
punto di non ritorno - troppo incasinato
Il ritorno dei filantropi - simpatico, l’ho allacciato al periodo delle elezioni.

Neanch’io ha commentato come ho fatto le altre stagioni, e sicuramente dalla prossima tornata farò uso dello schemino che abbiamo usato in passato per migliorare la qualità dei commenti.
Volevo farti questo appunto perché poi, a lungo andare, quando i commenti sono scarni, si molla la presa...e il concorso.
Non voglio essere polemico ma invitare tutti,me per primo, a dire di più nei commenti in quanto ci fanno capire cosa possiamo migliorare.
Grazie per il tuo tempo.

Antonio


Il mio tempo costa, per cui ti farò recapitare fattura stai tranquillo!

Sui commenti hai ragione, al tempo avevo impostato un sistema di commenti molto esauriente, ma porta via più tempo che scrivere il racconto.
Vedrò di essere più preciso.

Per quanto riguarda il tema, se fosse un concorso a tema libero, potrei anche darti ragione, ma essendo una tornata dove si da un indirizzo preciso e tutti devono basarsi su quello, per me è un elemento importantissimo per giudicare il racconto. Quindi se sei fuori tema per me hai già cannato il racconto, anche se poi questo è bellissimo.

È come ad una gara culinaria , in cui due cuochi si sfidano a cucinare , ognuno a modo suo, le alette di pollo.
Uno porta un piatto favoloso, in mezzo a 100 verdure, due scampi, la bresaola e le alette , ben impiantato e colorato. L'altro porta le alette ben cotte e croccanti con una spruzzata di limone e affiancate da un po' di zucchine saltate.

Ora, il primo probabilmente ha portato un piatto favoloso, bellissimo, con gusti particolari che si abbinano in maniera fantastica. Il secondo molto semplice ed equilibrato.

I giudici faranno i complimenti al primo, gli diranno che è bravissimo e che verrebbero a mangiare volentieri nel suo ristorante, ma il voto al piatto non può superare il 4, a differenza dell'altro che prenderà 7.
Questo perché lo scopo della gara era esaltare le alette di pollo e renderle predominanti nel piatto, non un semplice ingrediente.

Lo stesso vale nel concorso che hanno un tema come il nostro. Non basta inserirlo nel titolo o far sì che velocemente qualcuno nel racconto faccia qualcosa di simile al tema e poi parlare di tutt'altro. Il racconto deve essere incentrato sul tema, avvolto sul tema. Altrimenti è troppo facile, è lì la difficoltà di ideare un racconto a tema. A volte ci si può riuscire bene, altre volte male, ma deve essere sempre ben centrato nella mente dello scrittore questo aspetto, non considerato una parte secondaria.

Questo per quanto mi riguarda.
Spero di essere riuscito a farti comprendere come la vedo nel complesso!
Grazie per il tuo tempo, facciamo pari e patta col mio e non mi devi niente stavolta.


Concordo con scarpax - la fase di commento è la più utile per migliorare, e per quanto la sintesi in sé non sia un male c'è un giusto mezzo.

Per quanto mi riguarda, io mi scrivo due righe di commento quando leggo il racconto e la differenza di tempo speso tra commentare e non commentare un racconto è di circa un minuto, un investimento che faccio volentieri
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 21/03/2018 11:39 #18302

Skywillfall ha scritto:
Bravo Scarpax!

Punto di non ritorno:
Ho dato il secondo posto e sono contento di averlo fatto. Non ho dato il premio critica perché a tratti qualche periodo può essere rivisto. La storia mi ha preso e secondo me è in tema. Il non ritorno è comunque un ritorno.



Ciao, grazie del commento! Concordo sul fatto che alcuni periodi potessero essere scritti meglio, rileggendolo avrei modificato più di una cosa. Tendo a scrivere di getto e le successive riletture spesso non vogliono stravolgere la prima stesura, per cui a volte faccio fatica a modificare parti che non mi entusiasmino particolarmente.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 08:04 #18303

Totalmente in disaccordo sull'interpretazione del tema. Per me il titolo, in UniVersi, è sempre stata "la scusa" o meglio "l'input" per scrivere qualcosa e mai il canovaccio da seguire rigorosamente.
Essendo però molto soggettiva come regola, ci stanno tutti i modi di interpretarla
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 09:56 #18305

Ciao a tutti. Scusate, avrei voluto postare i commenti più a ridosso della pubblicazione dei risultati, ma se c’è una cosa che manca in questo periodo è proprio il tempo. Non ho tentato un’analisi testuale puntuale, le mie sono solo suggestioni da lettore. Ho preferito non leggere i commenti già postati per non essere influenzato, l’unica cosa che so è l’abbinamento racconto-autore.


- Il ritorno dei filantropi 5,5

A me questa idea è piaciuta, una fiaba nera sulla stretta contemporaneità. Trovo che sia importante scrivere dell’’oggi’, soprattutto quando l’’oggi’ è quello che è. La brevità e la ripartizione nei singoli quadri è ottima, un buon lavoro di costruzione. Il problema è la cifra stilistica, quella che dà profondità e incisività allo scrivere. La lingua è corretta, la redazione è stata attenta, e mi fa molto piacere perché spesso ho imputato a gensi un’eccessiva leggerezza proprio in questo ultimo aspetto. Secondo me, però, era necessario un ritmo diverso, più incalzante. Nel testo le frasi si allungano spesso troppo, corrette dal punto di vista formale, ma meno funzionali dal punto di vista della lettura. Ci voleva un incalzo, una ‘palla di cannone’. Qua il testo tende ad avvitarsi, perdendo abbrivio e per il mio modo di vedere toglie forza al tutto. Troppa forza.

- I codardi tornano a casa 6

Questo racconto procede per onde, un susseguirsi di onirismi interessanti e che hanno senso. Ma è un racconto difficile da leggere perché inevitabilmente ha poco ‘tiro’ e dà pochi appigli al lettore per rimanere avvinto allo scritto. In alcune parte sembra quasi un insieme di pagine di diario, cucite per trasformarsi in racconto organico, ma è proprio l’organicità a rimanere castrata. Dà anche la sensazione di essere più una copia lavoro che un definitivo, lo vedo più come un punto di partenza.

- Punto di non ritorno 6,5 PC

Quello che mi è piaciuto di questo racconto è l’atmosfera, bloccata e profonda. La scrittura non è sempre perfetta, ma è perfettamente adeguata e funzionale, sorregge benissimo l’anima del racconto. Per questa ragione ho dato il PC, non tanto per la perfezione dello scrivere, ma per l’incastro tra messaggio-sviluppo-atmosfera. Ritmo giusto, appigli giusti per il lettore. Sono rimasto in dubbio fino alla fine se farlo vincere, poi ho preferito una storia vera e propria.

- Sin City 6,5

Racconto molto ben sviluppato e dominato, con tutte le parti che si incastrano bene, in un congegno che funziona e si sostiene dall’inizio alla fine. La lingua è adeguata, la scrittura precisa e il ritmo perfetto. Il problema è che fondamentalmente è solo quello che è, una storia (già molto, eh), con nessun sotto testo. Lascia poco spazio all’immaginazione, tutto è troppo scandito dall’autore che non offre nessuna zona grigia al lettore. E’ un buon racconto ma in sintesi non fa sognare. Potrebbe quasi essere un compito settimanale nel corso di Scrittura creativa: ‘Scrivete un racconto, miscelando il noir americano con la lingua di oggi’.

- La notte dei cristalli 5

Ed ecco la migliore idea, per distacco, dalla tornata ma, per me, il racconto realizzato peggio. E mi spiace molto, perché ho spesso apprezzato i racconti di Scarpax, ma questa volta no. Il problema non è l’idea (buona, come dicevo), non è la lingua (più che accettabile) o il ritmo (che c’è tutto), ma la dinamica stessa del racconto. Due difetti sono l’arco temporale, troppo dilatato e l’eccesso di elementi storici, che rendono il tutto troppo denso (ho rivisto alcuni miei racconti, perché anch’io tendo talvolta a scrivere così, anche se tento di limitarmi). Ma il problema principale è racchiuso nel fatto che il racconto procede attraverso gli eventi storici ‘macro’ e non attraverso la storia che si voleva raccontare. In questo modo i personaggi perdono di potenza, rimangono delle figurine sbiadite nel tessuto dello scritto, una giustificazione (che finisce per mordersi la coda) per scrivere di un periodo storico terribile e non una storia ambientata in un periodo storico terribile.
Capitolo a parte riguardo alla redazione, meno buona rispetto al solito. E’ scappato qualche errore del tutto veniale qui e là, ma c’è invece qualcosa di grave sul qual credo di dovermi soffermare. Non so se l’ha notato qualcun altro, come dicevo all’inizio non ho letto gli altri commenti: ‘La crisi economica alla fine degli anni ‘30 aveva messo in ginocchio la popolazione.' La crisi dell’iperinflazione fu post bellica, iniziata nel ‘19 e culminata nel ‘23 e fu ciò che preparò l’ascesa del partito nazionalsocialista, il quale ‘godette’ definitivamente della crisi mondiale del ‘29. Gli anni delle due crisi sono i ‘20, non i ‘30. So che è un errore dovuto alla probabile poca revisione e so che non l’avresti fatto con più riletture, ma in un racconto così legato alla Storia questo finisce per essere un errore davvero grave

- Vendetta 6

Il racconto ha un bel ritmo, quasi vertiginoso. So che è stato scritto sostanzialmente di getto e questo lo ‘arricchisce’ in un certo senso, ma lo impoverisce dall’altro, poiché finisce per scorrere troppo, assumendo i clichè del genere thriller senza mediazione. La descrizione dell’arma preferita è in un certo senso paradigmatica in questo senso: nei racconti di questo genere ci si sofferma sempre sui dettagli tecnici di una o più armi, cosa che a mio avviso potrebbe essere del tutto evitata, specialmente nella brevità di Universi. La lingua è pulita e precisa, non ho molto da segnalare, così come la redazione finale. Mano a mano che lo leggevo mi chiedevo quando sarebbe arrivato il colpo di scena (pensavo a sogno, coma, droga), e questo me l’ha fatto risultare troppo scontato. Tutto conduceva lì, non c’erano altre possibilità.

- Una giustificazione in versi 3

Ripensandoci, più che 3 avrei dovuto dare sv. Non è una vera poesia, è solo un gioco simpatico per dire ‘non ce l’ho fatta’. Non voglio essere troppo severo e serioso, ma riporto il voto che ho postato a gensi quando gli ho mandato il mio podio.

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 10:45 #18306

arturobandini ha scritto:
Ciao a tutti. Scusate, avrei voluto postare i commenti più a ridosso della pubblicazione dei risultati, ma se c’è una cosa che manca in questo periodo è proprio il tempo. Non ho tentato un’analisi testuale puntuale, le mie sono solo suggestioni da lettore. Ho preferito non leggere i commenti già postati per non essere influenzato, l’unica cosa che so è l’abbinamento racconto-autore.



- Vendetta 6

Il racconto ha un bel ritmo, quasi vertiginoso. So che è stato scritto sostanzialmente di getto e questo lo ‘arricchisce’ in un certo senso, ma lo impoverisce dall’altro, poiché finisce per scorrere troppo, assumendo i clichè del genere thriller senza mediazione. La descrizione dell’arma preferita è in un certo senso paradigmatica in questo senso: nei racconti di questo genere ci si sofferma sempre sui dettagli tecnici di una o più armi, cosa che a mio avviso potrebbe essere del tutto evitata, specialmente nella brevità di Universi. La lingua è pulita e precisa, non ho molto da segnalare, così come la redazione finale. Mano a mano che lo leggevo mi chiedevo quando sarebbe arrivato il colpo di scena (pensavo a sogno, coma, droga), e questo me l’ha fatto risultare troppo scontato. Tutto conduceva lì, non c’erano altre possibilità.


Grazie arturino per il commento, direi che ci sta.
Due precisazioni, mettiamo che il colpo di scena finale fosse scontato e atteso durante la lettura, ok, ma se io invece non ce l'avessi messo? Non sarebbe stato peggio? Non sarebbe stato un coitus interruptus?
Senza quel colpo di scena rimaneva una storia inverosimile, senza la parte del pensiero in coma rimaneva una storia tra lui e Giulia banale e inutile da raccontante. Perciò dovevo unire le due cose, sul finale.

Mentre per la descrizione dell'arma: intanto sono felice che ti sia soffermato li, perché è un punto per me importante. È vero che poteva anche essere tralasciata, ma io l'ho messa per uno scopo preciso. Nel racconto doveva capirsi che il protagonista era passato da essere un nerd del computer che di armi non sapeva nulla, ad uno che ne mastica un casino, tanto da analizzare pure i materiali di costruzione di un arma ed il colore. Chiaro che nel racconto più ampio ci stava meglio, ma era un punto focale che non mi sono sentito di tagliare. E inoltre mi piaceva, lo differenzia dagli scritti che rimangono "banalmente" generici.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 14:28 #18307

arturobandini ha scritto:
- Sin City 6,5

Racconto molto ben sviluppato e dominato, con tutte le parti che si incastrano bene, in un congegno che funziona e si sostiene dall’inizio alla fine. La lingua è adeguata, la scrittura precisa e il ritmo perfetto. Il problema è che fondamentalmente è solo quello che è, una storia (già molto, eh), con nessun sotto testo. Lascia poco spazio all’immaginazione, tutto è troppo scandito dall’autore che non offre nessuna zona grigia al lettore. E’ un buon racconto ma in sintesi non fa sognare. Potrebbe quasi essere un compito settimanale nel corso di Scrittura creativa: ‘Scrivete un racconto, miscelando il noir americano con la lingua di oggi’.



Grazie per il bel commento dettagliato! In realtà la zona grigia la volevo lasciare, dato che nell'intento originale si sarebbe dovuto capire solo alla fine che il protagonista era in coma e il viaggio in macchina stava avvenendo solo nella sua mente; avrei voluto far interrogare di più il lettore su quello che in realtà stava succedendo...però ho paura che questo o non si sia capito o si sia capito troppo presto, ovviamente per incapacità mia di narrazione; anche perché avrei dovuto ampliare molto di più alcune parti.
Comunque mi ricorderò di questa cosa e ci punterò di più per la prossima tornata, sempre che io riesca a partecipare.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 17:37 #18308

- La notte dei cristalli 5

Ed ecco la migliore idea, per distacco, dalla tornata ma, per me, il racconto realizzato peggio. E mi spiace molto, perché ho spesso apprezzato i racconti di Scarpax, ma questa volta no. Il problema non è l’idea (buona, come dicevo), non è la lingua (più che accettabile) o il ritmo (che c’è tutto), ma la dinamica stessa del racconto. Due difetti sono l’arco temporale, troppo dilatato e l’eccesso di elementi storici, che rendono il tutto troppo denso (ho rivisto alcuni miei racconti, perché anch’io tendo talvolta a scrivere così, anche se tento di limitarmi). Ma il problema principale è racchiuso nel fatto che il racconto procede attraverso gli eventi storici ‘macro’ e non attraverso la storia che si voleva raccontare. In questo modo i personaggi perdono di potenza, rimangono delle figurine sbiadite nel tessuto dello scritto, una giustificazione (che finisce per mordersi la coda) per scrivere di un periodo storico terribile e non una storia ambientata in un periodo storico terribile.
Capitolo a parte riguardo alla redazione, meno buona rispetto al solito. E’ scappato qualche errore del tutto veniale qui e là, ma c’è invece qualcosa di grave sul qual credo di dovermi soffermare. Non so se l’ha notato qualcun altro, come dicevo all’inizio non ho letto gli altri commenti: ‘La crisi economica alla fine degli anni ‘30 aveva messo in ginocchio la popolazione.' La crisi dell’iperinflazione fu post bellica, iniziata nel ‘19 e culminata nel ‘23 e fu ciò che preparò l’ascesa del partito nazionalsocialista, il quale ‘godette’ definitivamente della crisi mondiale del ‘29. Gli anni delle due crisi sono i ‘20, non i ‘30. So che è un errore dovuto alla probabile poca revisione e so che non l’avresti fatto con più riletture, ma in un racconto così legato alla Storia questo finisce per essere un errore davvero grave



Ciao Andrea e grazie per il bel commento.
Non sarò molto lungo perché le tue critiche sono ben strutturate e le ho apprezzate parecchio. Già al momento della pubblicazione sapevo che il racconto presentava parecchi problemi. Ma avevo perso parecchio tempo e l’ho pubblicato così per come era strutturato male e senza neanche rileggerlo...mea culpa.
Ha fatto bene a farmi notare l’errore sul periodo “La crisi economica alla fine degli anni 30 aveva messo in ginocchio la popolazione” , dovevo scrivere 20, infatti poi il racconto si sviluppa negli anni 30, ma che ti devo dire...o la smetto di farmi le canne mentre scrivo o è meglio che faccia un’attenta revisione prima di pubblicare
Spero di andare meglio col prossimo racconto, che secondo me è una bomba...che forse mi scoppierà in culo
grazie ancora e spero di rileggerti presto.

Antonio
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 17:44 #18309

La notte dei cristalli:
Non scritta male, ma la storia proprio non mi ha preso. Inoltre ho fatto fatica a capirla alla prima lettura perchè secondo me un po' contorta. A tratti l'ho trovata un po' pesante, quasi forzata.


Grazie per il commento, capisco ciò che dici, non ho fatto nulla per renderla più scorrevole, anzi l'ho resa parecchio pesante. Spero di rifarmi alla prossima.

Antonio
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 18:44 #18310

Prima commento generalmente la tornata.
Pur avendo apprezzato l'immenso sforzo di nuove e vecchie conoscenze di UniVersi, l'ho trovata a livello di interesse molto meno avvincente di altre volte.
Qualche guizzo c'è a livello di originalità di idee e di scrittura ma, ammetto, mi sono annoiato in più punti e ho interrotto la lettura più volte. Cosa che mi capita raramente su UniVersi dove tendo letteralmente a divorare tutte le storie una in fila all'altra ed a commentarle.
Dico ciò per dare anche la giusta dimensione al resto dei commenti singoli, molto personali, molto poco centrati sullo stile piuttosto che sulla tecnica, ma solo ed esclusivamente frutto del mio personale gusto. Lo so, lo preciso sempre, ma è per me fondamentale vista anche la presenza di nuovi autori

Vendetta: forse poteva essere scritto meglio perché qualche passaggio non è così semplice ad una prima lettura leggera. Ma la storia mi ha coinvolto tantissimo. Il più grosso pregio è la capacità di rivoltare il punto di vista alla stessa velocità di uno scambio su un campo da tennis. Non solo. Ho adorato come l'autore sia riuscito anche a sfruttare l'onda di certi stereotipi per tentare di costruire qualcosa di innovativo e non banale. Finale interessante, seppur un po' più blando rispetto al resto del ritmo della storia. Pare un po' tirato via all'ultimo. Forse frutto del taglio dei caratteri?

Notte dei cristalli: premio critica strameritato. Trama complessa, personaggi anche molto ben costruiti nonostante il limite dei caratteri. A distanza di settimane, è uno dei pochi racconti di questa tornata che mi è rimasto in mente come svolgimento. In dubbio fino all'ultimo per il primo posto. Alla fine l'ho penalizzato per una soggettiva scelta di paradossalità degli eventi poco credibili nella realtà delle cose su un arco temporale del genere.

Punto di non ritorno: adorabile la parte descrittiva, vero e proprio punto forza del racconto. Riesce veramente in maniera semplice ed immediata a farti immedesimare nell'ambiente. Manca però di mordente secondo me. Sembra più una riflessione scritta per se stessi piuttosto che per potenziali futuri lettori.

I codardi: Per me è un racconto è un po' come un viaggio. Parto da un punto A per arrivare ad un punto B. Poi lo scrittore può farmi fare quante fermate intermedie vuole, ci sta, ma l'obiettivo deve essere partire da A per arrivare a B. Non è questo il caso del racconto che, pur essendo scritto in maniera più che soddisfacente e pur utilizzando una serie di immagini davvero belle, finisce per essere una sorta di collage di tanti piccoli momenti mentali. Fino a giungere poi ad una conclusione che, per quanto reale, finisce per essere così, insipida, quasi banale.

Sin City: scritto bene anche in questo acso, cosa non facile vista la struttura del racconto non propriamente lineare. Mi è sembrato però quasi di leggere diverse sceneggiature di film già visti. Quel finale poi, non ha fatto che accentuare quella sensazione di trito e ritrito che mi ha accompagnato per tutta la lettura. Soprattutto quel "dico-non dico" che lascia troppi punti interrogativi in sospeso e che io non amo particolarmente.

Giustificazione: ultimo. Non è questione di metrica ferrea, di rime, di poesia contro prosa, ecc... Si vede lontano cento chilometri che è una boutade, anche carina e, in una tornata del genere, non può che avere questa posizione. Tecnicamente parlando, mi arrogo il diritto di segnalare che, dopo i primi due versi centrati, si sfalda letteralmente perdendo tutto quello che è una poesia deve avere: il ritmo.
Aggiungo che per me, sulla questione poesia - prosa, un buon componimento poetico non lo penalizzerei mai solo perché non è in prosa classica. Anzi, concordo con White quando dice che è, formalmente, molto più difficile in un mondo come il nostro, ridondante di prosa scadente.

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Per quanto riguarda il mio di racconto, ringrazio tutti per i commenti e per l'unanime giudizio, cosa non da poco qui su UniVersi.
Il racconto è in tema? Assolutamente si.
Seppur a livello fiabesco, parliamo di una specie (le capre), messe dall'uomo su un'isola per ripopolarla e diventate poi un problema al punto da dover decidere di farle ritornare o abbattere.
Vince il ritorno, seppur tra loschi figuri, complotti ed arrivismi personali.
Questo primo ritorno si scontra con un altro ritorno, quello dei disperati, anch'esso rigonfio di loschi figuri alle spalle, complotti e chissà quali arrivismi.
Il pubblico vota per chi far ritornare e, alla fine, sceglie per il "male minore" lasciando al lettore il libero arbitrio di decidere da che parte stare.

La storia delle capre è, ahinoi, frutto di una situazione vera. Il resto no, è tutto fantasia. Ed è volutamente politico non solo per richiamare quelle che sarebbero state le elezioni ma, proprio perché, in quelle elezioni, c'erano dei "ritorni" clamorosi da tutte le parti.

Poi è nera ed è rigonfia di rabbia e sentimenti. Ma è proprio per questo che ho voluto usare un tono così palesemente pomposo nel racconto. Mi sono ispirato al modo di dare le notizie, di fare i documentari, ecc... tipici di certi regimi (come la nord corea ora).
Non so se avete mai visto il tono di scrittura usato dagli autori. Quel tentativo tra il ridicolo ed il grottesco di mantenere un ruolo di super partes pur essendo pienamente consapevoli di non poterselo permettere.
Volevo tentare di esprimere quel paradosso nel mio racconto.
Peccato non essere riuscito a farvelo percepire più di tanto.
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
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Ultima modifica: 23/03/2018 20:37 Da gensi.
Ringraziano per il messaggio: White Lord

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 22:44 #18312

gensi ha scritto:
Sin City: scritto bene anche in questo acso, cosa non facile vista la struttura del racconto non propriamente lineare. Mi è sembrato però quasi di leggere diverse sceneggiature di film già visti. Quel finale poi, non ha fatto che accentuare quella sensazione di trito e ritrito che mi ha accompagnato per tutta la lettura. Soprattutto quel "dico-non dico" che lascia troppi punti interrogativi in sospeso e che io non amo particolarmente.



Condivido pienamente il tuo pensiero, purtroppo una storia meno scontata non sono riuscito a partorirla, mi sapeva di scontata anche a me mentre la scrivevo.
Grazie!
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 23/03/2018 23:34 #18313

gensi ha scritto:


Vendetta: forse poteva essere scritto meglio perché qualche passaggio non è così semplice ad una prima lettura leggera. Ma la storia mi ha coinvolto tantissimo. Il più grosso pregio è la capacità di rivoltare il punto di vista alla stessa velocità di uno scambio su un campo da tennis. Non solo. Ho adorato come l'autore sia riuscito anche a sfruttare l'onda di certi stereotipi per tentare di costruire qualcosa di innovativo e non banale. Finale interessante, seppur un po' più blando rispetto al resto del ritmo della storia. Pare un po' tirato via all'ultimo. Forse frutto del taglio dei caratteri?



Per quanto riguarda il mio di racconto:
Il racconto è in tema? Assolutamente si.

Seppur a livello fiabesco, parliamo di una specie (le capre), messe dall'uomo su un'isola per ripopolarla e diventate poi un problema al punto da dover decidere di farle ritornare o abbattere.
Vince il ritorno, seppur tra loschi figuri, complotti ed arrivismi personali.
Questo primo ritorno si scontra con un altro ritorno, quello dei disperati, anch'esso rigonfio di loschi figuri alle spalle, complotti e chissà quali arrivismi.
Il pubblico vota per chi far ritornare e, alla fine, sceglie per il "male minore" lasciando al lettore il libero arbitrio di decidere da che parte stare.



Grazie Gensi per l'apprezzamento ed il primo posto nella tua personale classifica.
L'idea della chiusura era quella fin dall'inizio, è ovvio che per ragioni di spazio ho dovuto strizzare il finale per farcelo stare.

In passato ho sempre provato a portare il limite di battute a 20mila. Questo per coloro che vogliono sviluppare un po' di più il racconto. Chi invece vuol lasciarlo snello può rimanere entro le 12mila. Ma dover troncare i racconti per farceli stare a forza nelle 12mila mi ha sempre lasciato l'amaro in bocca.


Per quanto riguarda il tema del tuo racconto, sai che a me piace molto sto argomento...

Per me è fuori tema per i seguenti motivi:

1) le capre inviate a popolare l'isola non sono quelle che la nave riporta indietro. Queste capre non hanno mai messo piede nel posto in cui la nave le sta trasportando. Sono le discendenti delle prime capre. Perciò queste non "ritornano" da nessuna parte.

2) Nemmeno i profughi che stanno cercando di sbarcare sono mai stati dove cercano di arrivare. Tanto che pure tu scrivi "Si scatenò il solito putiferio: chi sosteneva che se ne dovevano tornare a casa loro e che stavano ostacolando le capre, chi chiedeva di salvare tutti facendoli salire a bordo.

3) Non è che al mondo di filantropi "generico" non ne esistessero più per qualche strano motivo... e ne tornasse magicamente uno. la tua è chiaramente ironia, perciò anche qua non trattasi di alcun ritorno.

Insomma, ho capito cosa volevi comunicare col tuo racconto e non mi è dispiaciuto, anzi. Ma col tema "Il ritorno" non c'entra una cippalippa! Stacce!!
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Ultima modifica: 23/03/2018 23:35 Da Acciaio.

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 04:16 #18314

arturobandini ha scritto:

- Una giustificazione in versi 3

Ripensandoci, più che 3 avrei dovuto dare sv. Non è una vera poesia, è solo un gioco simpatico per dire ‘non ce l’ho fatta’. Non voglio essere troppo severo e serioso, ma riporto il voto che ho postato a gensi quando gli ho mandato il mio podio.


Ma guarda, io son felicissimo del 3 e te ne ringrazio. Come ho già detto ad altri, il "senza voto" mi risulta molto più sgradevole. Non vedo motivi per cui lo si debba considerare più o meno formalmente fuori concorso (a meno di voler entrare nella questione poesia - ma lo è? - ammessa o non ammessa di Tava). Significa che un racconto sotto certi standard di forma, qualità o lunghezza va apertamente considerato di serie B o non degno del nostro giochino amatoriale?
Questo sarebbe molto più serioso. Quindi lasciamo pure il 3.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 04:20 #18315

gensi ha scritto:

Giustificazione: ultimo. Non è questione di metrica ferrea, di rime, di poesia contro prosa, ecc... Si vede lontano cento chilometri che è una boutade, anche carina e, in una tornata del genere, non può che avere questa posizione. Tecnicamente parlando, mi arrogo il diritto di segnalare che, dopo i primi due versi centrati, si sfalda letteralmente perdendo tutto quello che è una poesia deve avere: il ritmo.


E dunque ringrazio anche te per il commento serio, che affronta anche la questione della tecnica e del ritmo.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 04:59 #18317

Acciaio ha scritto:
Mentre per la descrizione dell'arma: intanto sono felice che ti sia soffermato li, perché è un punto per me importante. È vero che poteva anche essere tralasciata, ma io l'ho messa per uno scopo preciso. Nel racconto doveva capirsi che il protagonista era passato da essere un nerd del computer che di armi non sapeva nulla, ad uno che ne mastica un casino, tanto da analizzare pure i materiali di costruzione di un arma ed il colore. Chiaro che nel racconto più ampio ci stava meglio, ma era un punto focale che non mi sono sentito di tagliare. E inoltre mi piaceva, lo differenzia dagli scritti che rimangono "banalmente" generici.


Spezzo una lancia in tuo favore. A me la descrizione dell'arma è piaciuta molto e mi è parsa una delle vette del racconto, ma neanche per i motivi che dici tu: non la vedo così funzionale o determinante a livello narrativo, ma mi è piaciuta proprio a livello stilistico/descrittivo. Sarà sicuramente un cliché del genere, ma è diventato tale perchè sicuramente certe descrizioni, se ben fatte, hanno il loro fascino.

Invece mi devo dichiarare in disaccordo con la tua visione del fuori tema. Un tema non è un soggetto. Se così fosse temo che uscirebbero racconti banali e ben poco originali. Su UniVersi lo abbiamo sempre tutti inteso come un punto di partenza, il centro da cui trarre ispirazione, qualcosa che deve essere sicuramente presente nel racconto, possibilmente in maniera centrale, ma non necessariamente essere il protagonista, l'oggetto principale della narrazione. La logica "ufficiosa" è sempre stata quella del: il tema della tornata potrebbe in qualche modo essere il titolo del racconto?

Io son sempre stato molto severo su questo punto e ho bocciato per fuori tema in media più racconti di molti altri, ma in questo caso non trovo nulla da ridire.
Il racconto di Gensi prende forma interamente dalla questione del ritorno di queste capre e si chiude tra l'altro a questione ancora aperta. La tua obiezione riguardo la generazione delle capre riportate a casa mi pare mooolto forzata, se non proprio una pippa mentale da ingegneri. Sei mica ingegnere? xD
Il racconto di Sky parla di un aspirante suicida che alla fine decide di lasciar perdere e ritornare a casa. Il ritorno è la risoluzione stessa della storia e la storia parla di come il protagonista ci arriva.
Il racconto di Marco esplora le riflessioni di una persona che sente di non avere più alcun posto a cui tornare e invidia chi invece quel "ritorno" può goderselo, magari senza neanche rendersene conto. È secondo me il racconto più in tema di tutti: un'intera riflessione sull'idea del ritorno. Non c'è nessun altro tema o storia al di fuori di ciò.
Infine nel racconto di Scarpax, pur diluendosi nell'ampio arco temporale scelto, cosa che gli è già stata appuntata, al centro vi è il ritorno del padre, alla fine il vero protagonista, elemento risolutore della storia.

Dovrei impegnarmi per ravvedere i fuori tema che dici, ma mi colpisce un'altra riflessione: che se usassi il tuo metro e la tua severità, alla fine ci vuol poco per ritenere anche il tuo fuori tema.

Acciaio ha scritto:
Nella storia ho voluto inserire ben 3 tipi di ritorno 1) il ritorno sul luogo del misfatto dopo tanti anni 2) il ritorno alla vita/serenità (forse) dopo tanto faticare per vendicarsi 3) il vero ritorno dal coma, uscendo dalla finta realtà che si era creato nella sua mente.


Il ritorno sul luogo del delitto è quasi irrilevante ai fini della narrazione. Viene persino detto che i terroristi neanche si trovano lì, ma fuori Roma. Potrei anche ritenere questo "ritorno" messo qui solo per rientrare in tema.
Il ritorno alla serenità è una lettura molto astratta e nemmeno esplicitata. Se lo ritieni valido per il tuo racconto non puoi ritenere non valide le riflessioni astratte (ma centrali) di Marco. Ti dico, non provocatoriamente, che se ci fosse stato solo questo ritorno, allora questo sì sarebbe stato un vero fuori tema per me.
Il ritorno dal coma è solo nella risoluzione. Quindi se è in tema qui, è in tema anche il racconto di Sky. O quello di Scarpax.

Questo non per dire che il tuo racconto è fuori tema. Non sono questi i miei criteri, come detto. Ma è per rilevare come ad essere troppo stringenti e rigidi in certi parametri si rischia di sfociare in una soggettività senza uscita. Chiunque potrebbe trovare fuori tema un altro racconto, usando alla fin fine lo stesso metro critico... che è semplicemente troppo stretto per far passare alcunchè.
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Ultima modifica: 24/03/2018 05:10 Da White Lord.

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 11:02 #18318

Non ho ancora letto tutti i post, ma se c'è una cosa ben chiara è che Universi è vivo più che mai! E questo mi fa un immenso piacere. Vedere qualcuno che scrive qua dentro alle 5 del mattino invece di chiavare o dormire è uno spettacolo.

Ringraziano per il messaggio: gensi

Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 13:19 #18319

White Lord ha scritto:
Acciaio ha scritto:
Mentre per la descrizione dell'arma: intanto sono felice che ti sia soffermato li, perché è un punto per me importante. È vero che poteva anche essere tralasciata, ma io l'ho messa per uno scopo preciso. Nel racconto doveva capirsi che il protagonista era passato da essere un nerd del computer che di armi non sapeva nulla, ad uno che ne mastica un casino, tanto da analizzare pure i materiali di costruzione di un arma ed il colore. Chiaro che nel racconto più ampio ci stava meglio, ma era un punto focale che non mi sono sentito di tagliare. E inoltre mi piaceva, lo differenzia dagli scritti che rimangono "banalmente" generici.


Spezzo una lancia in tuo favore. A me la descrizione dell'arma è piaciuta molto e mi è parsa una delle vette del racconto, ma neanche per i motivi che dici tu: non la vedo così funzionale o determinante a livello narrativo, ma mi è piaciuta proprio a livello stilistico/descrittivo. Sarà sicuramente un cliché del genere, ma è diventato tale perchè sicuramente certe descrizioni, se ben fatte, hanno il loro fascino.

Invece mi devo dichiarare in disaccordo con la tua visione del fuori tema. Un tema non è un soggetto. Se così fosse temo che uscirebbero racconti banali e ben poco originali. Su UniVersi lo abbiamo sempre tutti inteso come un punto di partenza, il centro da cui trarre ispirazione, qualcosa che deve essere sicuramente presente nel racconto, possibilmente in maniera centrale, ma non necessariamente essere il protagonista, l'oggetto principale della narrazione. La logica "ufficiosa" è sempre stata quella del: il tema della tornata potrebbe in qualche modo essere il titolo del racconto?

Io son sempre stato molto severo su questo punto e ho bocciato per fuori tema in media più racconti di molti altri, ma in questo caso non trovo nulla da ridire.
Il racconto di Gensi prende forma interamente dalla questione del ritorno di queste capre e si chiude tra l'altro a questione ancora aperta. La tua obiezione riguardo la generazione delle capre riportate a casa mi pare mooolto forzata, se non proprio una pippa mentale da ingegneri. Sei mica ingegnere? xD
Il racconto di Sky parla di un aspirante suicida che alla fine decide di lasciar perdere e ritornare a casa. Il ritorno è la risoluzione stessa della storia e la storia parla di come il protagonista ci arriva.
Il racconto di Marco esplora le riflessioni di una persona che sente di non avere più alcun posto a cui tornare e invidia chi invece quel "ritorno" può goderselo, magari senza neanche rendersene conto. È secondo me il racconto più in tema di tutti: un'intera riflessione sull'idea del ritorno. Non c'è nessun altro tema o storia al di fuori di ciò.
Infine nel racconto di Scarpax, pur diluendosi nell'ampio arco temporale scelto, cosa che gli è già stata appuntata, al centro vi è il ritorno del padre, alla fine il vero protagonista, elemento risolutore della storia.

Dovrei impegnarmi per ravvedere i fuori tema che dici, ma mi colpisce un'altra riflessione: che se usassi il tuo metro e la tua severità, alla fine ci vuol poco per ritenere anche il tuo fuori tema.

Acciaio ha scritto:
Nella storia ho voluto inserire ben 3 tipi di ritorno 1) il ritorno sul luogo del misfatto dopo tanti anni 2) il ritorno alla vita/serenità (forse) dopo tanto faticare per vendicarsi 3) il vero ritorno dal coma, uscendo dalla finta realtà che si era creato nella sua mente.


Il ritorno sul luogo del delitto è quasi irrilevante ai fini della narrazione. Viene persino detto che i terroristi neanche si trovano lì, ma fuori Roma. Potrei anche ritenere questo "ritorno" messo qui solo per rientrare in tema.
Il ritorno alla serenità è una lettura molto astratta e nemmeno esplicitata. Se lo ritieni valido per il tuo racconto non puoi ritenere non valide le riflessioni astratte (ma centrali) di Marco. Ti dico, non provocatoriamente, che se ci fosse stato solo questo ritorno, allora questo sì sarebbe stato un vero fuori tema per me.
Il ritorno dal coma è solo nella risoluzione. Quindi se è in tema qui, è in tema anche il racconto di Sky. O quello di Scarpax.

Questo non per dire che il tuo racconto è fuori tema. Non sono questi i miei criteri, come detto. Ma è per rilevare come ad essere troppo stringenti e rigidi in certi parametri si rischia di sfociare in una soggettività senza uscita. Chiunque potrebbe trovare fuori tema un altro racconto, usando alla fin fine lo stesso metro critico... che è semplicemente troppo stretto per far passare alcunchè.


Capisco il tuo punto di vista sul fuori tema, lo rispetto come rispetto quello degli altri, ma è una visione troppo blanda. A modo tuo puoi far rientrare in tema qualsiasi cosa. Per me invece è una parte importante, anzi, è uno dei fattori per cui si scrive la tornata. Altrimenti puoi intitolarle una Verde, una Rosso, una Blu e non cambia niente. Il bello dello scrivere tutti partendo da un punto comune è che questo punto deve essere sviluppato, non vagamente inserito. Poi ci si può riuscire bene o male, ma ci si deve provare secondo me.

Nel mio racconto il protagonista torna proprio nella scalinata dove era successo il misfatto tanti anni prima. Il fatto che i terroristi non fossero li al momento non ha importanza. Li va a raggiungere dopo.

Il fatto che uno esce per andare a buttarsi dal ponte, cambia idea e poi torna a casa, per me non rappresenta "il ritorno". Altrimenti anche quando uno va alla credenza prende la tazzina del caffè, lo beve e la lava e poi "torna a rimetterla nelle credenza" è un "ritorno". Ma mi pare un po' tirata la cosa no?

Detto questo, poco male, per me è un fattore importante e determinante nel giudicare un racconto e per altri no. Non è che la cosa cambi molto no? Ognuno giudica a modo suo.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 13:46 #18320

arturobandini ha scritto:


- Punto di non ritorno 6,5 PC

Quello che mi è piaciuto di questo racconto è l’atmosfera, bloccata e profonda. La scrittura non è sempre perfetta, ma è perfettamente adeguata e funzionale, sorregge benissimo l’anima del racconto. Per questa ragione ho dato il PC, non tanto per la perfezione dello scrivere, ma per l’incastro tra messaggio-sviluppo-atmosfera. Ritmo giusto, appigli giusti per il lettore. Sono rimasto in dubbio fino alla fine se farlo vincere, poi ho preferito una storia vera e propria.



Grazie caro, condivido appieno la tua critica: lo stile è a tratti rivedibile. Mi piacerebbe dire che è per accentuare l'idea di improvvisazione del flusso di pensieri ma in realtà temo sia più semplicemente pigrizia Come dicevo ci sono diversi passaggi che cambierei con il senno di poi. Grazie dei complimenti!

gensi ha scritto:


Punto di non ritorno: adorabile la parte descrittiva, vero e proprio punto forza del racconto. Riesce veramente in maniera semplice ed immediata a farti immedesimare nell'ambiente. Manca però di mordente secondo me. Sembra più una riflessione scritta per se stessi piuttosto che per potenziali futuri lettori.



Grazie Domenico, apprezzo il commento; di fatto l'aneddoto risale a qualche mese fa ed effettivamente l'avevo annotato per me senza l'idea di condividerlo, ma quando è uscito questo tema mi sono detto che era il momento giusto di buttarlo fuori. Come dicevo a Vito, secondo me è soprattutto una questione di aver vissuto o no quelle sensazioni, perché se ti sono estranee è chiaro che fai più fatica a immedesimarti, ma capisco perfettamente il tuo punto di vista.

Per quanto riguarda il tuo racconto, leggendo il commento ho capito meglio dove lo stile volesse andare a parare. Secondo me il fatto che non l'avesse capito nessuno però significa che non sia passato - sarebbe forse valsa la pena buttarsi sull'estremo, cercare proprio parole e modi di dire dell'anteguerra, pomparlo ancora di più. Quello che passa in questo caso, almeno per me, è un tentativo riuscito a metà di scrivere in modo elegante, e il problema di provare a scrivere in modo elegante è che se non ci riesci suona semplicemente falso e pedante.
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Re: [#1] Il ritorno (Commenti) 24/03/2018 16:26 #18321

Acciaio ha scritto:

Capisco il tuo punto di vista sul fuori tema, lo rispetto come rispetto quello degli altri, ma è una visione troppo blanda. A modo tuo puoi far rientrare in tema qualsiasi cosa. Per me invece è una parte importante, anzi, è uno dei fattori per cui si scrive la tornata. Altrimenti puoi intitolarle una Verde, una Rosso, una Blu e non cambia niente. Il bello dello scrivere tutti partendo da un punto comune è che questo punto deve essere sviluppato, non vagamente inserito. Poi ci si può riuscire bene o male, ma ci si deve provare secondo me.


No, ma forse non sono stato chiaro. Per me il tema è importantissimo. Ho stroncato racconti che per il resto per me sarebbero stati vincitori di tornata. Il tema deve essere centrale e non vagamente inserito. D'accordissimo.
Però ripeto, resta comunque una differenza fra tema e soggetto. Il tema può essere fondamentale, il racconto può decadere se venisse eliminato il tema dallo stesso (e questo succede con tutti i racconti in gara a questo giro), ma non necessariamente il tema deve essere il protagonista e l'oggetto del racconto.

Acciaio ha scritto:
Nel mio racconto il protagonista torna proprio nella scalinata dove era successo il misfatto tanti anni prima. Il fatto che i terroristi non fossero li al momento non ha importanza. Li va a raggiungere dopo.


Appunto. Non ha importanza. Ai fini della storia resta quasi un passaggio decorativo. Senza quelle due righe non cambiava nulla.
Boh... Sicuramente ogni persona può avere i suoi metri di giudizio, ma secondo me qui tu stesso ne stai usando di diversi. Se per te questo passaggio rende in tema il tuo racconto (legittimo) non riesco a comprendere la tua severità su tutti gli altri.

Acciaio ha scritto:
Il fatto che uno esce per andare a buttarsi dal ponte, cambia idea e poi torna a casa, per me non rappresenta "il ritorno". Altrimenti anche quando uno va alla credenza prende la tazzina del caffè, lo beve e la lava e poi "torna a rimetterla nelle credenza" è un "ritorno". Ma mi pare un po' tirata la cosa no?


Hai fatto un buon esempio e ti rispondo. Se questo viaggio da e per la credenza è un pezzettino all'interno di un racconto, magari anche totalmente irrilevante ai fini della trama, ovviamente non sarebbe per niente in tema. Ma se tutto il racconto vertesse su questo ritorno alla credenza sarebbe un racconto in tema e, probabilmente, anche geniale (l'Odissea di un novello Ulisse per riportare la sua tazzina alla credenza! Non potevi darmi certe idee prima che scadesse la tornata? ).

Acciaio ha scritto:
Detto questo, poco male, per me è un fattore importante e determinante nel giudicare un racconto e per altri no. Non è che la cosa cambi molto no? Ognuno giudica a modo suo.


Uhm... Sì, fino a un certo punto. Il giudizio critico è insindacabile, quello sulle regole secondo me dovrebbe essere uniforme, come dicevo a Tava.
Comunque discussioni sul metro di giudizio possono essere solo proficue, oltre a ravvivare la discussione generale, secondo me. Non c'è bisogno di mettersi sulla difensiva.
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Ultima modifica: 24/03/2018 16:31 Da White Lord.
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