allora cari ragazzi, piccolo suntino arturobandiniano di questa edizione di universi, la mia prima come scrittore, come lettore, come tutto. in primo luogo un bravo a tava per la vittoria, costanza assoluta, è vero, ma qualcosa c'è stata in quasi tutti i suoi racconti, altrimenti vincere non avrebbe vinto. e un grazie più intimo sempre a tava, visto che è stato lui a portarmi dentro a questo sito, a questo contest, a questo scrivere. grazie perchè da tempo non facevo leggere le cose che scrivo a nessuno se non a lettori intimissimi, compagna e amici più cari, ovviamente prevenuti in senso positivo e quindi non totalmente obiettivi. fondamentale, invece, farsi leggere da persone che non ci conoscono, in modo da avere pareri disinteressati e realmente "altri". personalmente mi sono imposto alcuo regole nello scrivere qua per universi:
1) non riciclare mai uno scritto precedente.
2) scrivere di getto senza arrivare al racconto finale con troppe versioni
3) cercare di narrare storie mai narrate prima
non sempre ci sono riuscito e spesso ho utilizzato parti della mia esperienza-vita per avere degli spunti accettabili, comunque, per lo meno, i racconti sono tutti nuovi, nessuno è stato ripescato tra gli oltre 200 racconti scritti nella mia vita (ultimamente, ripulendo il mio vecchio pc e il vecchio disco esterno ne ho (ri)trovati moltissimi, circa 150, se penso poi a quelli sritti a mano e mai battuti e memorizzati, credo di arrivare, appunto, a 200).
bene, detto questo, mi piacerebbe riflettere sugli scrittori in cui mi sono imbattuto in questa esperienza. non parlerò di tutti, perchè impossibile, di alcuni ho letto davvero poco per farmi un'idea generale, ma di quelli che più frequentemente ho letto durante lo svolgersi del concorso.
per primo, tava, il vincitore. appassionato del e dal fantastico, spesso utilizza tematiche di questo tipo per i suoi racconti. scrive pulito, talvolta involuto, talvolta un po' dispersivo, gli va però riconosciuta una certa solidità di fondo che gli permette praticamente sempre di offrire un lavoro con punti d'interesse, sviluppato a dovere anche se, alle volte, mi ha lasciato un po freddo. rende meglio nei racconti brevi o medio brevi, mentre in quelli lunghi tende ad avere parti meno sviluppate o più noiose
cichetto. cuore, passione, voglia, umiltà. mi viene in mente questo, pensando ai suoi lavori. non sempre mi entusiasmano gli spunti, ma devo dire che ci si butta sempre con energia e vigore, con calore. perde a volte l'essere terzo al racconto, forse troppo coinvolto, però l'energia c'è sempre e se manca lo sviluppo, c'è comunque sempre un punto d'interesse nello svolgimento e nelle conclusioni. prosa alle volte un po' imprecisa e farraginosa, però riequilibrata dalla personalità.
gensi. a volte un po' permaloso, però sempre propositivo. vulcanico motore di molte cose, probabilmente riuscisse a dedicare più tempo alla stesura dei suoi racconti, riuscirebbe a svilupparli meglio e ad essere più preciso nello scrivere. molti errori, principalmente di battitura, non ci sarebbero se riuscisse a fermarsi di più su quello che scrive. non sempre mi catturano i suoi spunti e le sue idee, però spesso un'idea di sviluppo e svolgimento ci sarebbe, castrata dalla velocità con cui posta. lui stesso ammette di arrivare sempre all'ultimo.
asintoto. quasi sempre le idee da cui mi parte mi catturano e mi interessano. come scrivevo nei commenti alla tornata gigante, talvolta però affronta lo scrivere con un ecceso di tenuità, quasi non volesse rischiare un approccio più forte, delle immagini più forti o un ritmo più indiavolato. alle volta balena un calore che mi scalda il cuore, e che mi fa apprezzare molto i suoi racconti, anche se li vorrei più forti, più violenti, meno trattenuti.
marco. ecco, lui ha il dono del narrare, della bella scrittura. me lo immagino mentre scrive rilassato e giustamente compiaciuto da come gli vengono fuori le frasi, da come sviluppa le idee dritte per dritte o a volte ad onde davvero eleganti. non sempre l'idea di partenza mi cattura e mi conquista, ma nella fase di lettura rimango attratto da quelle frasi ben ritmate, dalla costruzione, come dicevo sopra, elegante e da una generale brillantezza davvero attraente.
rimb. ammetto di essermi sbagliato almeno su un paio di racconti. mi sono scontrato con la sua necessità di essere sempre terzo al racconto, di essere scrittore, senza riuscire a capire le fasi potenti e di calore che invece, ben nascoste qua e là, dovevano esserci e c'erano. come scrittore, forse, è ancora un po' timido per certi versi, ma non essendo narratore (io faccio distinzione tra l'essere scrittore e l'essere narratore, anche se evidentemente le due caratteristiche si sovrappongono, fondono, si richiamano l'una con l'altra, si distanziano e si riprendono), talvolta non ho saputo carpire i suoi passaggi, per l'appunto, narrativi. anche lui è bravo a ritmare, anche se lo preferisco nei racconti con ritmo serrato piuttosto che nei racconti lenti, ondeggianti. a mio avviso ha la potenzialità di diventare scrittore da altri palcoscenici, ma quello sta a lui.
degli altri scrittori non parlo, perchè ho letto troppo poco, anche se wong fei ha scritto un gran bel racconto e anche in vannimagno ho letto qualcosa di davvero interessante.