Konradin: spiegazione
Non è stato semplice scrivere questo racconto.. o meglio: non è stato semplice idearlo.. scriverlo per la verità si è scritto quasi da sé..
Inizialmente pensavo a un dibattito filosofico (sullo stampo dei dialoghi di platone) sul tema della disumanità: bocciata l’idea, sono rimaste comunque delle scorie nella figura del padre (il cui nome non viene mai rivelato, a sottolineare il suo ruolo di deus ex machina), che a tutti gli effetti rappresenta socrate, il quale, sempre saggio, conduce l’allievo, karl, fino al sentiero della conoscenza, lasciando però che lo imbocchi e lo percorra da solo..
Di fatto non c’è alcuna verità che il padre rivela a karl: karl già sa.. deve solo guardarsi dentro e cogliere il fiore (e fin qui siamo in pieno platone)
Per parlare di una tematica disumana mi serviva un’atmosfera, un sottofondo, il più possibile lontano dalla realtà: ecco perché la scelta del sogno.. affinché fossero lecite cose che nella realtà non potrebbero accadere
Non mi andava però di parlare solo di un tipo di disumanità.. così ho costruito 4 personaggi (più il cameriere, che altri non è che la controfigura di un gioppino di un chirurgo.. desolato tava XD) che interpretassero (padre e figlio) o rappresentassero (konradin e clara) la disumanità in maniere differenti.
Karl è un uomo sui 40 anni, che deve farsi operare (anestesia totale.. dunque un’operazione abbastanza importante, si presume).. durante l’anestesia egli sogna (non so se sia possibile sognare durante un’anestesia.. ma concedetemi il beneficio del dubbio) l’operazione.. il racconto si apre con la tematica dell’attesa.. egli e suo padre stanno aspettando konradin (una specie di godot.. che non si sa bene chi sia e non arriva mai)
Nell’attesa il padre (che ovviamente parla attraverso l’inconscio di karl, e dunque viene rappresentato da giovane, quasi che karl inconsciamente voglia confrontarsi col padre alla sua stessa età.. cosa bellissima imho
) inizia a stuzzicare karl sulle sue incertezze.. sostenendo che la paura (che è il sentimento umano per eccellenza imho) non sempre abita le persone: konradin ne sarà l’esempio più lampante.. (il padre dice così solo per convincere karl che la paura è un bene.. è naturale.. ma karl qui ancora non osa controbattere: “non sono d’accordo (col padre), ma non ne faccio motivo di sfogo”).. quindi ci sono karl che vorrebbe credere nell’umanità ma ha paura a scontrarsi con la disumanità.. e il padre che crede nell’umanità ma simula la disumanità
Entra konradin in scena: egli rappresenta la disumanità travestita da umanità (è un uomo a tutti gli effetti.. anzi è il medico che deve operare karl.. e che conosce il padre perché erano stati assieme al liceo).. lo vedo un po’ come cobbs di inception.. non vuole ammettere le proprie paure.. e cerca di imprigionare la moglie morta da tanto tempo..
Quando si rende conto di non potere fare una cosa del genere si redime e scoppia in un pianto liberatorio, lasciandosi finalmente aiutare dal padre di karl, deus ex machina/socrate, che lo aveva prima ammonito e poi sorretto di peso, come si tiene un bimbo
Clara rappresenta l’umanità travestita da disumanità: ella riesce a provare prima compassione per karl (che ancora non riesce a guardarsi dentro).. poi lo guarda con dolcezza, cercando di aiutarlo a superare questo momento di paura.. infine si scioglie.. e la sua disumanità fisica (perché passa da stato solido, a gassoso, a liquido) lascia il posto alla sua umanità “morale” (che le sopravvive in karl) che, nel viso riflesso di karl (oppure è karl stesso che si scioglie??), lascia il suo messaggio di accettazione di se stessi (karl rimane da solo e riconosce finalmente di avere “paura del buio, paura di tutto”.. e il sogno, che ha raggiunto lo scopo, svanisce.. così come le persone del sogno, che hanno terminato il loro compito)
La parte finale, che è l’unica parte reale, vede karl svegliarsi dall’anestesia con il padre, vecchio, di fianco
Entra un medico (che nel sogno sarebbe konradin.. ma non ha nulla di lui nella realtà) che se ne va subito dopo: deve lasciare spazio al papà col figliolo: ora distanti di età, ma non di idee: la paura è la cosa più umana che c’è
Perché il titolo è konradin? Perché konradin è il vero disumano.. l’uomo che non ha paura perché non conosce la paura.. e, come ne intuisce l’essenza, non riesce più a reggere il gioco.. e si mostra per ciò che è: un uomo.. niente di più, niente di meno
Konradin è l’antieroe del racconto: ma è anche la dimostrazione che disumano non può coesistere con umano (difatti "konradin è il vero disumano" è sbagliato: è quello che superficialmente si pensa: in realtà nessun uomo è disumano.. ma egli è lo stesso "il disumano" del racconto.. questa cosa non ve la so spiegare meglio: accontentatevi LOL
Chiedo scusa per la sintassi precaria.. ma non è semplice riordinare le idee così su di un foglio XD