"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." (Italo Calvino)
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ARGOMENTO: [#3] La città dei folli (commenti)

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:11 #5445

Caviale: un’altra declinazione del mondo parallelo dove si vive meglio, vero tormentone di questa tornata di universi. Due considerazioni. L’autore padroneggia adeguatamente la lingua, da questo punto di vista si va ben oltre la sufficienza. Il racconto muore un po’ così, si arriva alla fine in fretta e senza sussulti, l’inizio mi ispirava un proseguo migliore. voto basso perché il racconto è andato in calando

Pazzia, amabile amore: allora, io questo racconto mica l’ho capito, ma proprio nulla. Ho trovato le descrizioni ambientali un po’ confuse, la dimensione spaziale della scena è per me a tratti incomprensibile. Ho provato a raffigurare nella mente ciò che leggevo, senza esito positivo. Cito: “Sotto di me c’era una specie di strada asfaltata e affiancata da alte mura che la forzavano, dopo un tratto rettilineo lungo un centinaio di metri, a descrivere una curva lenta e lunga. Ci incamminammo tutti e tre; del resto il tunnel sbucava all’inizio della strada, quindi la direzione possibile era una sola.” Poi il finale, la frase finale del medico. Vorrei sapere dall’autore cosa rappresenta la parte iniziale del racconto, la fuga fra le botole, e quella finale. Onirico ma troppo confuso.

Drell: lo vedo a metà strada tra slow food e Matrix. Provo a indovinare: il racconto gioca sulla contrapposizione fra sani e malati, secondo lo schema (un po’ usurato) per cui, dietro l’apparenza di una società di cosiddetti “normali”, si celerebbe in realtà un mostro votato all’autodistruzione. La città della Gioia diventa così un’utopia possibile a costo di tagliare di netto il cordone ombelicale che ci lega alla società tradizionale. Ci vedo l’autoreferenzialità e il profondo pessimismo nei confronti della società moderna: il cambiamento e l’alternativa vengono concepiti come possibili solo in un nuovo mondo, senza relazioni o connessioni con la vita di prima e le vite degli altri, quelli rimasti fuori. Cambiamento ed esclusione vanno di pari passo e la società nuova si prospetta come un somma di elementi orientati e mossi dagli stessi valori. Una società di “eletti”, di cui io francamente mi fido ancora meno. Attendo opinione autore.

Il muro: anche qui noi vs voi, pazzi contro sani, minoranze coscienti contro follia della massa. Scritto abbastanza bene,. Rispetto a Drell il finale aperto ci permette di immaginare il protagonista che prende la strada dell’impegno e della la lotta per il cambiamento dell’esistente, e non la fuga utopistica.

Il campione di ciclismo: Curato nella stesura. Idea originale, il postino del destino. Finale forse un po’ veloce. Vorrei sapere dall’autore cosa voleva dirci con questo racconto. Il finale poteva essere scritto meglio

La vera città dei folli: Lo sguardo dalla finestra del matto che ci dice che i veri matti siamo noi. Non ci sono più i matti di una volta oppure sono queste le vere parole di un matto, cioè negare la propria pazzia? Sto ammattendo, devo ammetterlo. Che poi io i matti me li immagino diversi, questi sembrano fare ragionamenti lineari, razionali, sintatticamente ineccepibili. Mi viene il dubbio che raccontare ciò che passa nella testa di un matto non sia per niente facile. P.S. ho scoperto che l’autore parla di una storia vera di un suo familiare.. Col mio commento non intendo offendere la sensibilità di nessuno, è che è un mondo che sinceramente non saprei come raccontare.

The City of Mads: devo essere sincero, sono rimasto deluso. Un testo che a mio avviso non riesce a riprodurre con sufficiente intensità l’episodio di cui credo l’autore sia stato protagonista. Parte come un racconto ma dopo poco il testo si trasforma in una dichiarazione spontanea alla questura: senza profondità o note stilistiche particolari, da elenco puntato, tirata giù senza i crismi del racconto. Più un ricordo.
"Signorine, non è certo sotto le specie del vocabolario e della sintassi che la Letteratura inizia a sedurci" Paul Valéry

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:12 #5446

gensi ha scritto:
@mentalhandjob
Beh, ci sta il disaccordo, sennò che gusto c'è?
Diciamo che infatti io ho detto che il tuo è "al limite del fuoritema", ossia in tema per un pelo.
Nel senso che, al tuo racconto, più che la "Città dei folli" darei come titolo "Follia d'amore" oppure "Tubando di follia"...
insomma, si che ha a che fare con la follia in genere ma, il concetto di città, mi è semplicemente 'sfuggito' leggendo. Chiaro, con la tua spiegazione assume un contorno diverso ma io, il commento, l'ho scritto 'a caldo' e subito dopo la lettura.
Per the city of mads infatti ho scritto che SICURAMENTE ci sarebbe stata polemica (conosco i miei piccioni ) e che semplicemente, io, lo avrei considerato in tema al contrario del pensiero degli altri che accetterò ma non condividerò.


Giusto per precisare.
Sai cosa, il tuo racconto mi ha fatto proprio incazzare alla fine perché mi piaceva. Poteva essere uno dei migliori di sempre. Perché non hai fatto assassinare un ministro, un presidente o comunque un esponente importante anziché una donna che poco ci azzeccava? Allora si, quello sarebbe il stato il "la" alla potenziale e futura rivoluzione non descritta dei piccioni!


sono d'accordo solo in parte

non vorrai correre il rischio di replicare lo sciagurato scenario di V per vendetta? (a mio modesto parere una delle poche pellicole che andrebbero sotterrate assieme a jumanji)
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:19 #5447

Il distacco del piccione 7mi ha divertito l'atmosfera, e nonostante l'imperfezione del finale è l'unico che mi abbia fatto venire voglia di rileggerlo una terza volta
Pazzia, amabile amore 5,5forte effetto già letto
Caviale 6mi sarebbe piaciuta una scrittura più incisiva
La vera città dei folli 6 come sopra
Drell 5,5fortissimo effetto già letto
Il muro 6anche qua un tema già visto
Il campione di ciclismo 6,5 menzionemenzione l'unico che mi si sia stampato nella testa. per questa ragione, anche se fondamentalmente lo trovo solo un abbozzo, l'ho premiato. per l'incisività

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:22 #5448

The city of mads 6.5 (mi è letteralmente impossibile rimanere oggettivo davanti a questo racconto)



cosa intendi?? ti scuote?? hai vissuto esperienze simili?? altro??

^_^

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:25 #5449

arturobandini ha scritto:
The city of mads 6.5 (mi è letteralmente impossibile rimanere oggettivo davanti a questo racconto)



cosa intendi?? ti scuote?? hai vissuto esperienze simili?? altro??

^_^


sono 7 anni oramai che suono (voce e chitarra) in una band.. e ho iniziato proprio da smells

inutile dire che un sacco di cose scritte le ho vissute anch'io
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:25 #5450

mentalhandjob ha scritto:

La vera città dei folli: Lo sguardo dalla finestra del matto che ci dice che i veri matti siamo noi. Non ci sono più i matti di una volta oppure sono queste le vere parole di un matto, cioè negare la propria pazzia? Sto ammattendo, devo ammetterlo. Che poi io i matti me li immagino diversi, questi sembrano fare ragionamenti lineari, razionali, sintatticamente ineccepibili. Mi viene il dubbio che raccontare ciò che passa nella testa di un matto non sia per niente facile. P.S. ho scoperto che l’autore parla di una storia vera di un suo familiare.. Col mio commento non intendo offendere la sensibilità di nessuno, è che è un mondo che sinceramente non saprei come raccontare.

Tranquillo, nessuna offesa. In verità anche io, in primis, mi sono arrogato il diritto di pensare come se fossi lui senza sapere, in verità, cosa egli pensi.
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:30 #5451

The City of Mads: devo essere sincero, sono rimasto deluso. Un testo che a mio avviso non riesce a riprodurre con sufficiente intensità l’episodio di cui credo l’autore sia stato protagonista. Parte come un racconto ma dopo poco il testo si trasforma in una dichiarazione spontanea alla questura: senza profondità o note stilistiche particolari, da elenco puntato, tirata giù senza i crismi del racconto. Più un ricordo.



oh ^_^


finalmente il commento che mi aspettavo e un po' temevo. sono abbastanza d'accordo con te. ho deciso infatti di riscriverlo in un altro modo e soprattutto usando più spazio, anche se questa non può essere una giustificazione. paradossalmente sono d'accordo più con te sul mio racconto rispetto ai commenti favorevoli, o non negativi...


e comunque sì, ne sono stato protagonista. sono proprio gato, anzi ero... :O)

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:34 #5452

sono 7 anni oramai che suono (voce e chitarra) in una band.. e ho iniziato proprio da smells

inutile dire che un sacco di cose scritte le ho vissute anch'io



per me sono un po' lontane, ormai... anche se abbiamo in previsione una reunion a fine maggio... sempre nel solito locale, sempre presumibilmente con lo stesso pubblico di allora...

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:49 #5453

I commenti li posterò dopo, una volta a casa...

Ora una cosa veloce per Rimb (e spero che legga)

Secondo me la storia sarebbe evoluta ancora meglio se, il postino, avesse consegnato la lettera in ritardo all'uomo che doveva essere licenziato (salvandolo dal licenziamento. il perché, con un sotterfugio, magari te lo saresti dovuto inventare) poi, consegnando l'ultima lettera, avrebbe effettivamente fatto licenziare l'altro uomo.
Tutto sarebbe risultato in un intreccio pazzesco dove, il libero arbitrio, in realtà sembra influenzato direttamente ed a prescindere da questa "entità" superiore che decide i destini dei destinatari delle lettere.
Ed, ovviamente, anche il campione di ciclismo sarebbe stato licenziato a sua volta per aver fatto di testa sua (anche se poi, era tutto calcolato.. Ed il cerchio si chiude).

Il finale, ovviamente, inalterato: il campione che fugge via..
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 13:57 #5456

steve_vai_it ha scritto:
I commenti li posterò dopo, una volta a casa...

Ora una cosa veloce per Rimb (e spero che legga)

Secondo me la storia sarebbe evoluta ancora meglio se, il postino, avesse consegnato la lettera in ritardo all'uomo che doveva essere licenziato (salvandolo dal licenziamento. il perché, con un sotterfugio, magari te lo saresti dovuto inventare) poi, consegnando l'ultima lettera, avrebbe effettivamente fatto licenziare l'altro uomo.
Tutto sarebbe risultato in un intreccio pazzesco dove, il libero arbitrio, in realtà sembra influenzato direttamente ed a prescindere da questa "entità" superiore che decide i destini dei destinatari delle lettere.
Ed, ovviamente, anche il campione di ciclismo sarebbe stato licenziato a sua volta per aver fatto di testa sua (anche se poi, era tutto calcolato.. Ed il cerchio si chiude).

Il finale, ovviamente, inalterato: il campione che fugge via..


premesso che ti leggo sempre, caro stivi XD

la tua è certamente una buona idea.. ma non intendevo allontanarmi troppo dalla storia originale o appesantirla con altre complicazioni

il messaggio credo sia passato lo stesso :DDD

p.s. il finale, nella sua versione originale (quella di mio cugino.. che avrebbe dovuto essere un cortometraggio e non un racconto), era in realtà l'inizio (con il fermo immagine di un postino che pedala come un forsennato)
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:10 #5457

6Rimbaud ha scritto:

Caviale 6 (mi dispiace dare un voto non alto a un'idea bella e semplice.. ma gli errori nello scritto sono eccessivi)


ma lol... e mi hai dato pure il premio della critica?
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:14 #5458

mentalhandjob ha scritto:
Caviale: un’altra declinazione del mondo parallelo dove si vive meglio, vero tormentone di questa tornata di universi. Due considerazioni. L’autore padroneggia adeguatamente la lingua, da questo punto di vista si va ben oltre la sufficienza. Il racconto muore un po’ così, si arriva alla fine in fretta e senza sussulti, l’inizio mi ispirava un proseguo migliore. voto basso perché il racconto è andato in calando


in teoria l'idea era di un mondo dove si vive diversamente, non meglio.
Ti ringrazio per la padronanza linguistica attribuita
Sul finale beh.. ho scritto che l'ho cambiato in corso per omaggiare Dalla, a sto punto penso di non aver fatto bene Mi piaceva l'idea di finire con un dubbio, entrerà o no nella cittadina Caviale?
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:15 #5459

arturobandini ha scritto:

Caviale 6 mi sarebbe piaciuta una scrittura più incisiva


Nel senso non ti è rimasta impressa la storia o hai trovato la forma debole?
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Ultima modifica: 16/04/2012 14:15 Da Cichetto.

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:17 #5460

Cichetto ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:

Caviale 6 (mi dispiace dare un voto non alto a un'idea bella e semplice.. ma gli errori nello scritto sono eccessivi)


ma lol... e mi hai dato pure il premio della critica?


veramente io non l'avevo assegnato inizialmente :PpPp

comunque si, ti ho dato il premio della critica perché sei quello che ha scritto meglio, nonostante gli errori (errori che si sono visti in tutti i racconti comunque)
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:19 #5461

entrambe le cose a dir la verità

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:21 #5462

Nel senso non ti è rimasta impressa la storia o hai trovato la forma debole?





entrambe le cose a dir la verità
Ultima modifica: 16/04/2012 14:22 Da arturobandini.

Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:27 #5463

avete colto la cosa più importante: il ricordo

se una storia la si ricorda, significa che ha funzionato, che ci ha stupiti, che ci è piaciuta molto o che l'abbiamo odiata

una storia mediocre invece casca nell'anonimato, si confonde con altre storie simili e ha spesso un titolo che non rievoca bene il contenuto

in questo io sono molto attento.. credo sia una cosa essenziale il titolo

e sono pronto a scommettere che vi ricordate i titoli e le storie che ho scritto (perdonate l'immodestia), così come io ricordo perfettamente titolo e storia di tutti i racconti che ho trovato originali
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:33 #5465

6Rimbaud ha scritto:
avete colto la cosa più importante: il ricordo

se una storia la si ricorda, significa che ha funzionato, che ci ha stupiti, che ci è piaciuta molto o che l'abbiamo odiata

una storia mediocre invece casca nell'anonimato, si confonde con altre storie simili e ha spesso un titolo che non rievoca bene il contenuto

in questo io sono molto attento.. credo sia una cosa essenziale il titolo

e sono pronto a scommettere che vi ricordate i titoli e le storie che ho scritto (perdonate l'immodestia), così come io ricordo perfettamente titolo e storia di tutti i racconti che ho trovato originali


concordo, è una cosa alla quale do sempre molta attenzione,
ma anche ai nomi dei personaggi.
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:45 #5468

Cichetto ha scritto:
DRELL 6
Nuova versione di 1997 fuga da new york, stessa isola per i condannati, qui però con destinazione finale. Nel complesso bella storia, anche se ci trovo, se non proprio delle forzature, alcune cose poco convincenti. Gli animali come sono entrati dentro, dalla botola? Quelli che sono tornati nel mondo esterno, non ce n'è uno che abbia ricommesso qualche reato, o che sia anche stato soltanto fermato, facendo cadere cosi la copertura? L'enorme rete di fari, a cosa serve? Oltre alla difficoltà di realizzazione. La luce naturale non sarebbe sufficiente?


Sì è pieno di incongruenze, purtroppo per mancanza di tempo (e qualche giorno di voglia) l'ho scritto e postato in mezzora, non ho quindi fatto l'editing necessario.
La rete di fari serve perché in realtà tutto il complesso è al chiuso, o almeno volevo fare capire questo.
Le altre cose le avrei sicuramente dovute spiegare meglio.

gensi ha scritto:
Drell
Tra tutti quelli simili, questo, risulta quello peggio strutturato. Debole la costruzione con un mondo utopistico descritto un po' così, a grandi linee e pieno di lacune e omissioni di carattere reale che rendono la storia fortemente assurda. Di fatto non c'è l'originalità, anche il contesto è troppo generico ecco perché mi vedo costretto a limitare di molto il mio voto.


Tutto giusto: mancando l'originalità avrei dovuto spingere sulla credibilità, ma come ho detto prima non mi ci sono molto dedicato.

6Rimbaud ha scritto:
Drell 6 (mischiate 1997: fuga da new york e the truman show a fuoco lento per qualche minuto e otterrete Drell)


I tuoi commenti sono sempre molto esaustivi; mi sa che propongo di fare una votazione sui commenti dati, almeno lì perderesti sicuramente.

mentalhandjob ha scritto:
Drell: lo vedo a metà strada tra slow food e Matrix. Provo a indovinare: il racconto gioca sulla contrapposizione fra sani e malati, secondo lo schema (un po’ usurato) per cui, dietro l’apparenza di una società di cosiddetti “normali”, si celerebbe in realtà un mostro votato all’autodistruzione. La città della Gioia diventa così un’utopia possibile a costo di tagliare di netto il cordone ombelicale che ci lega alla società tradizionale. Ci vedo l’autoreferenzialità e il profondo pessimismo nei confronti della società moderna: il cambiamento e l’alternativa vengono concepiti come possibili solo in un nuovo mondo, senza relazioni o connessioni con la vita di prima e le vite degli altri, quelli rimasti fuori. Cambiamento ed esclusione vanno di pari passo e la società nuova si prospetta come un somma di elementi orientati e mossi dagli stessi valori. Una società di “eletti”, di cui io francamente mi fido ancora meno. Attendo opinione autore.


Hai colto perfettamente il significato, era "scontatamente" questo.
Delle due opzioni: società utopistica buona e società utopistica che sembra buona ma che poi non lo è (ossia opzioni entrambe scontate per la tornata ), ho scelto la prima.

arturobandini ha scritto:
Drell 5,5fortissimo effetto già letto


1) Sforzati di più la prossima volta con i commenti, li hai fatti come Rimb, e questo è un male!

2) La prossima volta aspetta a dare indicazioni e spiegazioni sul tuo racconto, altrimenti rischi di influenzare i commenti.


Grazie per i commenti, siete comunque stati troppo buoni con i voti, dato che il mio racconto fa pena.

Appena posso posterò i miei commenti.
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Re: [#3] La città dei folli (commenti) 16/04/2012 14:57 #5469

Tavajigen ha scritto:
Cichetto ha scritto:
DRELL 6
Nuova versione di 1997 fuga da new york, stessa isola per i condannati, qui però con destinazione finale. Nel complesso bella storia, anche se ci trovo, se non proprio delle forzature, alcune cose poco convincenti. Gli animali come sono entrati dentro, dalla botola? Quelli che sono tornati nel mondo esterno, non ce n'è uno che abbia ricommesso qualche reato, o che sia anche stato soltanto fermato, facendo cadere cosi la copertura? L'enorme rete di fari, a cosa serve? Oltre alla difficoltà di realizzazione. La luce naturale non sarebbe sufficiente?


Sì è pieno di incongruenze, purtroppo per mancanza di tempo (e qualche giorno di voglia) l'ho scritto e postato in mezzora, non ho quindi fatto l'editing necessario.
La rete di fari serve perché in realtà tutto il complesso è al chiuso, o almeno volevo fare capire questo.
Le altre cose le avrei sicuramente dovute spiegare meglio.

gensi ha scritto:
Drell
Tra tutti quelli simili, questo, risulta quello peggio strutturato. Debole la costruzione con un mondo utopistico descritto un po' così, a grandi linee e pieno di lacune e omissioni di carattere reale che rendono la storia fortemente assurda. Di fatto non c'è l'originalità, anche il contesto è troppo generico ecco perché mi vedo costretto a limitare di molto il mio voto.


Tutto giusto: mancando l'originalità avrei dovuto spingere sulla credibilità, ma come ho detto prima non mi ci sono molto dedicato.

6Rimbaud ha scritto:
Drell 6 (mischiate 1997: fuga da new york e the truman show a fuoco lento per qualche minuto e otterrete Drell)


I tuoi commenti sono sempre molto esaustivi; mi sa che propongo di fare una votazione sui commenti dati, almeno lì perderesti sicuramente.

mentalhandjob ha scritto:
Drell: lo vedo a metà strada tra slow food e Matrix. Provo a indovinare: il racconto gioca sulla contrapposizione fra sani e malati, secondo lo schema (un po’ usurato) per cui, dietro l’apparenza di una società di cosiddetti “normali”, si celerebbe in realtà un mostro votato all’autodistruzione. La città della Gioia diventa così un’utopia possibile a costo di tagliare di netto il cordone ombelicale che ci lega alla società tradizionale. Ci vedo l’autoreferenzialità e il profondo pessimismo nei confronti della società moderna: il cambiamento e l’alternativa vengono concepiti come possibili solo in un nuovo mondo, senza relazioni o connessioni con la vita di prima e le vite degli altri, quelli rimasti fuori. Cambiamento ed esclusione vanno di pari passo e la società nuova si prospetta come un somma di elementi orientati e mossi dagli stessi valori. Una società di “eletti”, di cui io francamente mi fido ancora meno. Attendo opinione autore.


Hai colto perfettamente il significato, era "scontatamente" questo.
Delle due opzioni: società utopistica buona e società utopistica che sembra buona ma che poi non lo è (ossia opzioni entrambe scontate per la tornata ), ho scelto la prima.

arturobandini ha scritto:
Drell 5,5fortissimo effetto già letto


1) Sforzati di più la prossima volta con i commenti, li hai fatti come Rimb, e questo è un male!

2) La prossima volta aspetta a dare indicazioni e spiegazioni sul tuo racconto, altrimenti rischi di influenzare i commenti.


Grazie per i commenti, siete comunque stati troppo buoni con i voti, dato che il mio racconto fa pena.

Appena posso posterò i miei commenti.


hai ragione tava, ma che cavolo dovevo aggiungere al tuo racconto? :PpPpPpPp

a parte gli scherzi, il mio pensiero è quello un po' di tutti.. ti sono mancate creatività e credibilità.. inoltre mi hai fatto venire in mente quei due film

tutto ciò era comunque in tema e hai scritto in maniera accettabile

inoltre perlomeno drell è stato uno dei racconti meno statici e questo aiuta a catturare l'attenzione

quindi ti sei cuccato un bel 6

p.s. dei tuoi tre racconti (che mi ricordo, e questo è un buon segno) ho preferito nettamente "america", fossi in te tornerei su quei passi in alcune cose
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