Inizio a rispondere, più tardi metto i miei commenti
Cichetto ha scritto:
PAZZIA AMABILE AMORE 7.5
La descrizione della cotta del postino per la bionda è perfetta. In poche righe trasmettere tantissimo, sembra quasi di provare quelle sensazioni, che bravo. Anche la storia è bella, ben raccontata, riflessione finale non originale che pero ci sta alla grande, chi ha letto Io sono leggenda sa di cosa parlo. Letto, non visto, parlo solo del libro.
Che posso dire? Grazie, il lato "estetico" è quello che più avevo curato. Notarlo da parte tua mi fa molto piacere
gensi ha scritto:
Pazzia amabile amore
Il racconto è ben strutturato nella prima parte ma scema, poi, in un finale un po' banalotto e prevedibile visto il titolo del tema.
Non solo. Finisce anche per non sfruttare tutto il titolo ma solo ciò che conviene non creando una 'città' ma parlando solo di 'matti' all'interno di un fantomatico sogno.
Prende la sufficienza ma, per me, nulla di più.
Il finale non lo so neppure io quale sia, voleva essere a finale aperto: o lui folle, o folli tutti gli altri e follia il loro farlo sentire matto, mi spiace non sia arrivato. Il medico che dice quella frase guardando il tappeto voleva dire questo, eccessivamente teatrale forse.
Per quanto riguarda il fatto che ho preso solo parte della traccia non concordo. E' ambientato in una realtà che effettivamente è una città dei pazzi, sia che sia lui il pazzo (nel qual caso i sani di mente sono pazzi per i pazzi) sia se sono tutti pazzi e vogliono farlo sembrare pazzo. Shutter Island l'hai visto? Ammetto di averne tratto ispirazione
6Rimbaud ha scritto:
Pazzia, amabile amore 5 (storia ultra noiosa.. mi spiace ma proprio non m'è piaciuto quasi nulla)
Sic
mentalhandjob ha scritto:
Pazzia, amabile amore: allora, io questo racconto mica l’ho capito, ma proprio nulla. Ho trovato le descrizioni ambientali un po’ confuse, la dimensione spaziale della scena è per me a tratti incomprensibile. Ho provato a raffigurare nella mente ciò che leggevo, senza esito positivo. Cito: “Sotto di me c’era una specie di strada asfaltata e affiancata da alte mura che la forzavano, dopo un tratto rettilineo lungo un centinaio di metri, a descrivere una curva lenta e lunga. Ci incamminammo tutti e tre; del resto il tunnel sbucava all’inizio della strada, quindi la direzione possibile era una sola.” Poi il finale, la frase finale del medico. Vorrei sapere dall’autore cosa rappresenta la parte iniziale del racconto, la fuga fra le botole, e quella finale. Onirico ma troppo confuso.
Allora, grazie della domanda. Il racconto è tutto un sogno che ho fatto realmente, meno la contestualizzazione che è successiva. Ho sognato tutto il viaggio, pari pari com'è raccontato (tranne che all'ultimo livello anzichè la stanza del medico c'era una stanza che mi ricordo di Star Wars dove c'è un qualche duello tra Obi e non ricordo chi, in un'astronave). Chiaramente è tutto folle, voleva esserlo, voleva essere un viaggio tra i meandri della mente umana trasmesso attraverso immagini che richiamassero i sensi. Non ci sono riuscito, indubbiamente è anche colpa mia.[/quote]
arturobandini ha scritto:
Pazzia, amabile amore 5,5forte effetto già letto
Mi dispiace, ho cercato l'originalità, evidentemente non è abbastanza originale
Tavajigen ha scritto:
Pazzia, amabile amore - 6
Si intuisce troppo presto cosa stia succedendo, dato che gli eventi sono troppo esagerati e impossibili, forse sarebbe stato meglio ricreare una situazione vaga, dove non si capisce bene fino in fondo se è realtà o no, così si capisce troppo presto. Però direi prova sufficiente. Non mi è piaciuto il finale, con quella sorta di motto messo lì così.
Proprio quanto il viaggio era folle doveva (voleva) far venire il dubbio che forse non era lui quello folle ma erano gli altri a volercelo far credere. Il motto voleva essere ancora una volta un richiamo a questo desiderato (non colto, me ne dispiaccio davvero) doppio finale.
Se vuoi saperlo, mi piace immaginare che fosse tutta un'enorme messinscena per togliere di mezzo l'uomo. In realtà non esiste un finale, è a discrezione del singolo.
tommys79 ha scritto:
Pazzia, amabile amore
Una corsa verso la libertà con una ambientazione fantascientifica. L’autore riesce a trasmettermi il senso di urgenza e di paura dell’ignoto da parte del protagonista. Piccolo neo: cercando di immaginare alcuni luoghi, non sono riuscito a focalizzarli interamente, ma probabilmente è una scelta per sottolineare la differenza tra sogno e realtà.
Perfetto, ti ringrazio. Hai colto quello che volevo dare, trasmettere la paura per qualcosa di totalmente illogico ed immotivato, e per farlo ho ritenuto opportuno un ambiente totalmente illogico ed immotivato. Non è piaciuto a molti, va bene così
Ora due parole sul racconto: sono sinceramente dispiaciuto che sia piaciuto così poco, nasce come scritto sopra nella sua quasi interezza da un mio sogno talmente vivido che ne ricordo ancora oggi i particolari (l'ho fatto 4 mesi fa). L'errore che ho fatto è stato -credo- non avere il coraggio di staccarlo del tutto dalla realtà, cadendo nell'errore di contestualizzarlo (nel sogno io, aka il protagonista, mi ritrovo gambe a penzoloni sulla piscina. Così dovevo lasciarlo, senza dare spiegazione sul perchè e sul percome ero lì). Ciò fatto era opportuno trovare un altro finale, meno definito, più vago, enormemente più folle. Pazienza, mi fa piacere che qualcuno abbia apprezzato qualche descrizione (che sono la parte che curo di più si può dire) e ancora più piacere che qualcuno abbia provato ad immaginarsi l'ambientazione, con scarso successo. Pensate come mi sono sentito io che quella stessa ambientazione l'ho scoperta palmo a palmo in sogno, volevo che fosse qualcosa del genere e per tal ragione ho tentato di riprodurre il terrore -totalmente immotivato- che mi aveva pervaso nel sognare.