6Rimbaud ha scritto:
come promesso, rispondo al giovane asintoto sul suo racconto
"Senna - Notre Dame".. abbinamento infelice e scontato.. avrei messo Senna - Sainte Chapelle al massimo.. ma nulla di grave
"Vittorio Bacelli gettò la penna con rabbia".. altro cliché che poteva essere risparmiato.. io sono poi dell'idea che uno scrittore non getterebbe mai la preziosa penna, ma il foglio di carta semmai
"Stella C'ha dente".. mah.. davvero forzato..
non sono d'accordo sulla situazione delle commissioni ai "genii" con questi che sgranano gli occhi
grafia curata - scrittura lenta.. bello
e qui iniziano le cose gravi:
a un certo punto bacelli decide che jean va benissimo e riesce a scrivere tutto in poco tempo.. ma cacchio questo dovrebbe essere il fulcro del racconto e tu invece, rinnegando tutte le righe precedenti, fai ritornare lo scrittore sui suoi passi senza dirci manco il perché!
perché jean adesso va bene se prima non andava bene??
la cosa della comparsata dell'autore è bella (io non so se la definirei addirittura un cammeo) ma la successiva entrata in campo della polizia per motivi che non vengono approfonditi a dovere è infelice (il siparietto sullo sfondamento della quarta parete è invece divertente e ben pensato)
bacelli e jean diventano poi degli stereotipi ("non come bacelli che.. non come jean che..").. ma come fanno a diventare stereotipi se non si sa praticamente nulla su di loro? a me personalmente sono rimasti davvero anonimi.. poi magari è una cosa soggettiva eh..
alla fine il colpo di grazia: la morale
la morale è una cosa che ci si può permettere solo in rari casi imho.. e soprattutto la morale deve parlare per voce della verità: è necessario che la morale dica una cosa pacifica e non improvvisata
la cosa sulla vita che è a somma zero (anche se a qualcuno sono sicuro che sarà piaciuta perché è uno slogan accattivante), oltre a non credere affatto a questa cosa della somma zero, mi risulta persino fin troppo pessimista
e una morale dovrebbe essere invece qualcosa da cui imparare, trarre una lezione, apprezzare un modello o una scelta
in generale il racconto non mi è dispiaciuto.. ma davvero mi è scivolato sempre più verso l'indifferenza (la parte iniziale con riferimenti storici era ben costruita invece)
alla fine mi chiedo: ma chi era dunque questo bacelli? e jean? è rimasto quello dell'inizio del racconto o no? (non si sa nulla sul jean2 infatti)
e mi chiedo anche (per la verità me lo chiedo solo ora): era davvero poi così in tema questo racconto? anzi, ha un tema questo racconto?
Una trattazione così argomentata è qualcosa di commovente e merita una risposta all'altezza
Delle osservazioni veniali rispondo solo al gettare la penna: in realtà era pensato per fare il paio con Jean che buttava il pennello nel primo paragrafo, con la rabbia di chi sa di star facendo male
Le altre le accetto, anche se non saresti tu la persona adatta a far notare giochi di parole
Jean va bene perchè era il meno peggio: aveva provato a fare di meglio ma senza riuscirci, e allora riprende l'idea originaria perchè qualcosa doveva fare
Sugli stereotipi touchè
Per quel che riguarda la morale la definirei più un'osservazione, che a me in ultima analisi appare pacifica e che comunque ho cercato di rendere meno definitiva allontanando da me lo Scrittore con l'ultima frase, che vorrebbe far capire che non è onniscente (e dunque può sbagliare)
Jean è una maschera, non importa chi sia, Bacelli invece non sapevo bene chi farlo essere
Sull'essere in tema credo di sì, parlando di personaggi che avevano "tutto" e si ritrovano con il nulla. Sull'avere il tema forse è quello che è mancato, forse quel senso di fastidio dipendeva dal non saper bene dove stavo andando a parare
Per quel che riguarda l'altro messaggio, beh... ora sono del tutto commosso
Grazie!