6Rimbaud ha scritto:



nessun miele... ho solo scritto quello che penso del tuo ultimo racconto...


diciamo che quando non mi sono piaciuti i tuoi racconti non ho esitato a fartelo sapere...

VIAGGI DIVERGENTI: 7.5

L'autore riesce a scrivere un racconto intricato senza eccedere, sbrogliando la matassa all'interno dei 12k caratteri "fidandosi" del lettore. Devo dire che mi ha molto convinto, per quanto come altri abbiano rilevato sfugge un po' al titolo, ma non in modo decisivo a mio avviso.


La routine: 7

Non mi è dispiaciuto per niente. Non è certo una cima per originalià e il finale è eccessivamente caricato, non so se mi spiego... Stona un po' con la piattezza caratteriale del protagonista, che sceglie di morire in modo solenne e ricercato con uno stato d'animo che non gli si confà. Comunque è ben scritto e il fatto della routine è riuscito


La legge di Murphy sul sonno: 6.5 + PC

Premio critica all'originalità della scrittura, sicuramente un modo di scrivere piacevole e interessante. La nota negativa è il fatto che questa alluvione di immagini che l'autore riversa addosso allo scrittore diventa un po' noiosa da sopportare e devo dire che verso la fine mi aveva un po' stufato. A non fare impennare il voto contribuisce comunque la non eccessiva originalità della trama


Ingenue domande: 6.5

Bella la trovata, devo dire che mi è piaciuto il modo di affrontare il tema. Delicato, forse anche troppo. A penalizzare il voto un modo di scrivere che non mi ha entusiasmato


Asino chi scrive: 6

Idea carina anche se non del tutto nuova. Devo dire che non mi è piaciuto il modo di scrivere, ho un certo odio nei confronti dei puntini di sospensione e parole poco eleganti ("puah", "bla bla bla"). Sono sicuro che l'autore saprà farmi ricredere nelle prossime tornate


La terza donna: 7

Devo dire che è stato già detto tanto sul racconto, e mi trovo abbastanza d'accordo con quanto sopra. L'autore sa che mi piace il modo in cui scrive, e lui stesso ha ammesso di avere scritto un po' per se stesso, condivido appieno: c'è difficoltà a capire in alcuni tratti cosa stia realmente succedendo. Si intuisce che è un sogno proprio da questa confusione, che ai miei occhi era in un certo senso sconnessione (mi si passi il termine), però in alcuni tratti mi sfuggiva proprio il senso

Asintoto ha scritto:


inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi "la terza M."

laddove "M." sta per un nome di donna

ma questa è una cosa che evidentemente non ha ripercussioni sullo scritto..

..scritto che peraltro - oltre a essere stato squalificato - non è andato oltre il 4o posto

rileggendolo, mi piace sempre più.. ma va letto tardi.. a notte fonda

6Rimbaud ha scritto:



Magari piano piano...sottovoce?

Vannimagno ha scritto:


lol

Ecco i miei commenti...

La routine
Buona la soluzione del racconto inframmezzato da pensieri, ma traccia abbastanza “telefonata” che non mi ha coinvolto molto sinceramente. A mio avviso doveva essere resa di più l’idea di “routine”, alla fine solamente accennata, per dare un taglio più preciso e personale al racconto. A differenza di altri, ne ho apprezzato il finale, che mi ha portato a dare un mezzo punto in più: sebbene quello del suicidio sia uno stratagemma abbastanza inflazionato, mi piace come il finale arrivi in modo brusco, dando un’accelerata netta al racconto.
[6]

La legge di Murphy sul sonno
Idea semplice (nel senso che questo è il tipico racconto a tema Insonnia che uno potrebbe aspettarsi) e titolo leggermente “spoilerante”, ma ben scritto e, a differenza del precedente racconto al quale potrebbe essere accumunato, più godibile ed efficace nel delineare situazione e personaggio. Apprezzabile per come rende in maniera realistica i vari “step” notturni – esercizio stilistico, questo, secondo me ben riuscito, tanto da valere il mio voto per il premio critica.
[7 + Premio Critica]

Ingenue domande
Racconto breve ma incisivo! Ottima e originale l’idea di base (il coma come una perenne veglia nelle tenebre), la migliore del lotto secondo me. Scrittura semplice ma piacevole; mi è piaciuta anche la struttura su due piani del racconto.
[7,5]

Asino chi scrive
Racconto croce e delizia: simpatico, intelligente e dallo stile interessante, ma il fatto di essere una “non-storia” inevitabilmente me lo fa partire da un livello più basso (trovo poi l’espediente “metanarrazione” una soluzione sempre un po’ di comodo), e ci sono alcune incongruenze nell’uso dei tempi verbali abbastanza fastidiose. Inoltre devo ammettere che personalmente non vado pazzo per i racconti scritti in seconda persona.
[6]

La terza donna
Racconto criptico, di quelli che – giocoforza – perdono un po’ se non si riesce a penetrarne il significato (come nel mio caso). Belle comunque alcune immagini evocate e l’atmosfera generale che si respira. L’ho trovato anch’io un po’ difficile da leggere francamente, specie nella prima parte, complice a mio avviso una punteggiatura troppo marcata.
[6,5]

marcoslug ha scritto:


all'inizio faccio in modo che il lettore possa letteralmente vedere, sentire, entrare nel bosco

o almeno ci provo

e con me funziona xD

la punteggiatura ti sembra troppo marcata solamente perché ha l'onere (e l'onore) di scandire una situazione lenta - credo sia una percezione distorta la tua.. la punteggiatura va bene.. è solo a confronto con la lentezza del racconto che ti sembra troppo marcata

d'autre cote, in generale - per quanto mi riguarda - vale la regola dei periodi più brevi possibili.. sintatticamente semplici e accessibili.. e una punteggiatura "marcata" ne è la diretta conseguenza

6Rimbaud ha scritto:

Anche con me direi.


Mi riferivo più a questo aspetto...

Ad es., prendendo questo periodo...
"I boschi mi piacciono. Sono silenziosi, freschi. Sono antichi. Si spera sempre di incontrare un qualcosa di straordinario dentro un bosco. Un animale raro, una pianta strana, una caverna nascosta. Una cascata che nasce dal nulla."

Per carità, uno può usare lo stile che vuole per quanto riguarda la punteggiatura, rimandendo sempre nei limiti della "correttezza", ma qui ci sono davvero troppi punti , e questo va a scapito del ritmo e della fluidità di lettura secondo me. Sembra una sottigliezza, ma, se metti i ":" prima di "un animale raro", dai già un filo di vitale respiro a tutto il periodo.
Le frasi corte piacciono anche a me (ad esempio, l'ultima "Una cascata che nasce dal nulla" ci sta proprio bene secondo me), perché possono dare risalto ad alcune parole e ritmo alla lettura, soprattutto a inizio e fine paragrafo, ma quando sono troppe secondo me rischiano di sortire l'effetto contrario.

Modestissimo parere, eh.

marcoslug ha scritto:


devo darti atto che dal punto di vista grammaticale i due punti là ci stavano meglio.. non c'è dubbio

d'altro canto è anche vero che tutta quella parte è subordinata (e ruota attorno) all'unico concetto importante: Si spera sempre di incontrare un qualcosa di straordinario dentro un bosco.

quello è il sugo di tutto ed è l'unica cosa che deve risaltare (ed è l'unica cosa che il lettore si ricorderà, ci metto la mano sul fuoco).. ecco, pugnalare questo concetto con due punti alla fine sarebbe non rendere giustizia a quel pensiero bellissimo e verissimo.. e soprattutto universale: chi entra in un bosco si aspetta di tutto, si vuole stupire di qualcosa, per certi versi ritorna bambino

dopo i due punti avrei invece dovuto scrivere delle cose che esplicassero, rafforzandolo, un concetto che è così semplice da non dover essere spiegato proprio per nulla.. non me la sono sentita

così facendo, invece, dò degli imput.. delle immagini sconnesse.. che non hanno la presunzione di spiegare quello che è già chiaro (sono peraltro immagini molto banali da trovare in un bosco)

6Rimbaud ha scritto:


Io dicevo solo dell'effetto d'insieme troppo spezzato che ha fatto a me personalmente tutta la parte leggendola (e ho suggerito solo un possibile modo, a mio parere, per "alleggerirla"), dal punto di vista semantico hai dato una spiegazione convincente che non fa una piega.
Frase molto bella tra l'altro, quella in questione!

marcoslug ha scritto:


sì è vero.. è una bella frase.. cioè più che altro è un bel concetto.. che è decisamente più importante della sua forma!

comunque la palma d'oro del concetto più giusto l'hai vinta tu imho.. cito a memoria, non so se è scritto esattamente così:

"l'amore è la prima causa dell'insonnia"

questo sì che è un concetto universale (anche se secondo me il tuo racconto non era in tema)

6Rimbaud ha scritto:



ma perché non la classifichi come insonnia la sua?
L'insonnia è non riuscire a dormire. Le cause possono essere mille.
Per classificarla tale per me è sufficiente che non si limiti ad una notte.

Nel senso, stanotte ho dormito quasi niente ma di solito sono un sasso, non è insonnia diciamo.

Cichetto ha scritto:


secondo me ti sei risposto da te:

"l'insonnia è non riuscire a dormire" dici, giustamente

nel racconto di marco le persone restano sveglie, non è che non riescano a dormire

l'insonnia, a mio modo di vedere, non compare nemmeno per un attimo nella vicenda che ha scritto

la mia è un'opinione, naturalmente.. non è che io sia un'enciclopedia xD

Quoto Cichetto...

Non per tornare sull'argomento per avere per forza ragione - si fa solo per discutere e capire meglio - ma il considerare in tema solo i racconti che parlano dell' "insonnia cronica", focalizzandosi necessariamente sugli aspetti riguardanti la sintomatologia della malattia - che poi una malattia in realtà non è! -, mi sembra abbastanza riduttivo, soprattutto per una tema già particolarmente circoscritto di suo.

Tecnicamente, l'insonnia è "solo" un'impossibilità a dormire adeguatamente che comunemente si protrae su più giorni, "sintomo di svariate condizioni patologiche psichiche o fisiche, oppure di alterati equilibri situazionali o ambientali" (cit. presa da Internet), e mi pare che nel caso dei due ragazzi del mio racconto un minimo di aderenza ci sia.
Ma, a parte le disquisizioni tecniche sul termine, io personalmente accetto di buon grado ogni interpretazione personale che "filtri" il titolo (la mia potrebbe essere un'iperbole, diciamo, se anche non si classificasse la situazione in cui finiscono per ritrovarsi i ragazzi come insonnia), purché ovviamente il tema mantenga una sufficiente centralità. Ad esempio il racconto di gensi, che ha usato la metafora coma = stato di insonnia, secondo me era perfettamente in tema.

Circa poi l'approccio percorribile, secondo me ce n'erano diversi possibili, rispetto a quello prettamente descrittivo del fenomeno insonnia: forse meno introspettivi ma non per questo meno legittimi! Ad es. focalizzarsi più sulle cause esterne o presentare l'insonnia come condizione di fondo di vicende che si raccontano, delle quali può essere conseguenza.
C'è un film di una decina d'anni fa, che per l'appunto s'intitola "Insomnia": il protagonista non è un malato cronico di insonnia, e il film è perlopiù incentrato sull'intreccio poliziesco; semplicemente, il detective in questione non riesce a dormire perché "accidentalmente" si trova in Alaska d'estate (=poche ore di buio) e perché è logorato dal caso in cui è coinvolto.

l'ho visto quel film.. non è mica di nolan?

comunque, per esempio, quel film ha un titolo sbagliatissimo imho.. l'insonnia non c'entra nulla con quel film

e, lasciando stare la cronicità dell'insonnia (per un momento - anche se io ritengo sia indispensabile quando si parla di insonnia).. non si può - secondo me - parlare di insonnia nel caso che racconti

scusa eh.. ma, quando una persona fa un after (una "notte bianca" per i più attempati), si può parlare di insonnia?

6Rimbaud ha scritto:

Beh, nell'immagine finale c'è il ragazzo che prova a dormire ma non ci riesce; e in più punti si dice che la ragazza non è riuscita a chiudere occhio (il che sottointende verosimilmente che ci abbia provato), quando invece avrebbe potuto.

Questo per l'aderenza "terra terra" con il titolo... in generale, secondo me vale il discorso "iperbole", e legittimità nel poter dare un'interpretazione metaforica del titolo, che ho scritto nel post sopra.

marcoslug ha scritto:


sarò molto più diretto, caro marco (ma solamente perché mi stai molto simpatico e non mi lasci scelta):

una persona che soffre di insonnia mai avrebbe scritto quello che hai scritto tu

(peraltro, io non ti ho abbassato il voto manco per sbaglio.. vorrei che sia chiaro)

6Rimbaud ha scritto:


Questo perché ti pensi all'insonnia solo come:
Non riesco a dormire.

Non riesco a dormire perché penso troppo a lei
Non la classifichi neanche come insonnia.

Cichetto ha scritto:


ma se il mio racconto praticamente parla solo del boldato!

marcoslug ha scritto:



L'insonnia è una vera e propria malattia riconosciuta dalla medicina, è un disturbo del sonno che nei casi più gravi viene curato con farmaci. Questo per correttezza di informazione.

Riguardo al tuo racconto: secondo me il punto di vista di Rimb non è sbagliato, dato che parlando terra terra chi soffre di insonnia vuole dormire ma non ci riesce, mentre nel tuo racconto i protagonisti non vogliono dormire per arrivare ad un proprio obbiettivo.

Però proprio per questo motivo ho pensato che il tuo racconto riguardasse una sorta di insonnia "all'incontrario", ossia un'insonnia autoprodotta volontariamente, e quindi l'ho valutato comunque in tema.

Diciamo che questo è uno di quei casi in cui l'essere in tema o no è molto soggettivo.