"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." (Italo Calvino)
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ARGOMENTO: [#1] L'ultima Thule (commenti)

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:03 #13660

Garlan_Mallister ha scritto:

Un copione mai scritto 6
Scrivi davvero molto bene, ma la storia non mi ha preso molto e per questo ti ho dato un voto in meno. Forse un maggiore utilizzo dei dialoghi a scapito delle riflessioni avrebbe aiutato.


Grazie del commento. Effettivamente l'inventiva (e il contenuto) è sempre per me un problema maggiore di quanto non lo sia la forma. Scrivere "sotto argomento" però non è mai banale ma se la premessa è che lo stile ti è piaciuto, sono sicuro che riuscirò a meritarmi ai tuoi occhi qualche voto di più per le prossime tornate
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:05 #13661

Garlan_Mallister ha scritto:
Uno, Due e Tre 7
Mi piace come hai reso il salmone (anche se non penso che per lui le gocce d’acqua siano degli aghi appuntiti ) e la storia d’amore tra il pennino e il suo cappuccio. Molto meno il fuoco: durante il racconto pensavo fosse una qualche sorta di virus o di batterio che, da parassita, si fosse mutato in qualcosa di utile, ma è molto probabile che sia io quello che non ha capito nulla. Ci hai messo pure una minaccia aliena che poteva essere intrigante se sviluppata adeguatamente (pochi caratteri a disposizione?).


In realtà non ti è piaciuto esattamente uno degli elementi che avevo piazzato volontariamente...
Nella mia testa ho pensato: descrivo il fuoco cercando di far credere al lettore che sia un virus (in modo da "sorprenderlo" quando scoprirà invece che è il fuoco...)
Sempre nella mia testa, l'alieno mi è "servito" per descrivere in quel modo i 3 soggetti e fare da collante alla storia, una sorta di protagonista ma in secondo piano, principalmente un osservatore quindi (a torto o a ragione) non ho pensato a svilupparlo più di tanto.

Grazie mille comunque!

Edit: son davvero contento che tu abbia colto il "fuoco/virus", peccato non ti sia piaciuto ma fa niente, grazie mille comunque (per spiegare quel grazie mille comunque )
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Ultima modifica: 26/02/2015 17:42 Da Lesaz.

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:35 #13662

Garlan_Mallister ha scritto:
Prendi Thule e scrivila! 5
I dialoghi mi sono parsi un po’ confusi e resi male, ci sono vari errori di punteggiatura e inoltre esageri troppo con l’uso dei puntini sospensivi. Perdona la mia stupidità, ma mi spieghi l’utilità dell’ultima frase? A mio avviso potevi tranquillamente evitarla di scrivere.

Teoricamente, l'ultima frase, sarebbe quella che sancisce il definitivo cambio del protagonista.
Lui si è sempre visto in un modo, convinto d'essere lo scrittore represso costretto a fare boiate commerciali per sopravvivere.

Quando finalmente qualcuno, ingenuamente ed all'improvviso, gli sbatte la verità in faccia non sa come comportarsi. E scappa. Solo allora si rende conto che quella figura altro non è che il mito che si era auto-costruito per giustificare a se stesso che scrivere boiate commerciali era comunque giusto se serviva a campare.

Finalmente, in quel viaggio in treno, capisce che ciò che fa non è obbligato a farlo ma, anzi, lo fa perché in fondo in fondo gli è sempre piaciuto. E sfata così finalmente il mito che lui stesso si è costruito fino a quel momento.

Stringi stringi, il messaggio finale che volevo dare è che anche quando facciamo ciò che ci piace abbiamo la tendenza ad essere degli eterni insoddisfatti. Ma per fortuna, Lorenzo, si libera da questa maledizione in tempo.
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
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Ultima modifica: 26/02/2015 17:37 Da gensi.

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:40 #13663

steve_vai_it ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:

Un copione mai scritto 6
Scrivi davvero molto bene, ma la storia non mi ha preso molto e per questo ti ho dato un voto in meno. Forse un maggiore utilizzo dei dialoghi a scapito delle riflessioni avrebbe aiutato.


Grazie del commento. Effettivamente l'inventiva (e il contenuto) è sempre per me un problema maggiore di quanto non lo sia la forma. Scrivere "sotto argomento" però non è mai banale ma se la premessa è che lo stile ti è piaciuto, sono sicuro che riuscirò a meritarmi ai tuoi occhi qualche voto di più per le prossime tornate

Hai ragionissima (e infatti anch'io trovo molto difficile scrivere "sotto argomento"), ma in fase di voto trovo giusto premiare chi è riuscito a scrivere qualcosa che ha catturato la mia attenzione e penalizzare chi non c'è riuscito. In ogni caso sarò felicissimo di rileggerti, alla prossima!

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:47 #13664

Lesaz ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:
Uno, Due e Tre 7
Mi piace come hai reso il salmone (anche se non penso che per lui le gocce d’acqua siano degli aghi appuntiti ) e la storia d’amore tra il pennino e il suo cappuccio. Molto meno il fuoco: durante il racconto pensavo fosse una qualche sorta di virus o di batterio che, da parassita, si fosse mutato in qualcosa di utile, ma è molto probabile che sia io quello che non ha capito nulla. Ci hai messo pure una minaccia aliena che poteva essere intrigante se sviluppata adeguatamente (pochi caratteri a disposizione?).


In realtà non ti è piaciuto esattamente uno degli elementi che avevo piazzato volontariamente...
Nella mia testa ho pensato: descrivo il fuoco cercando di far credere al lettore che sia un virus (in modo da "sorprenderlo" quando scoprirà invece che è il fuoco...)
Sempre nella mia testa, l'alieno mi è "servito" per descrivere in quel modo i 3 soggetti e fare da collante alla storia, una sorta di protagonista ma in secondo piano, principalmente un osservatore quindi (a torto o a ragione) non ho pensato a svilupparlo più di tanto.

Grazie mille comunque!

La sorpresa c'è stata, anche se non in senso positivo.
Il punto è che per me il fuoco non "sceglie" di diventare utile (per quanto possa essere senziente un oggetto inanimato): è sempre qualcosa di pericoloso pronto a far male e che l'uomo "costringe all'utilità". Cmq il resto mi è piaciuto, infatti ti ho dato un bel voto
Ultima modifica: 26/02/2015 17:48 Da Garlan_Mallister.

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 17:48 #13665

Ecco i miei commenti.
Come ho spiegato anche nella discussione generale, i miei voti sono anche in base alla corrispondenza fra capacità di scrittura e racconto scritto. Nel caso in cui non dovesse essere chiaro, chiedete pure.


Il viaggio più affascinante – 5,5

Trovo scorrettissima, e anche spiacevole da leggere, la scelta di parlare di un viaggio così intimo e personale in terza persona. Crea un distacco troppo netto che non permette la personalizzazione del racconto. Inoltre non è presente una descrizione sufficiente del protagonista ma solo quei pochi tratti che bastano per allontanarlo da chi legge e non bastano per creare un'immagine chiara. Quindi risulta non solo non vivibile personalmente, ma risulta difficile anche empatizzare.
Se è stato fatto per cercare distacco, anche inconsciamente, è inaccettabile perché l'autore non ha accettato di mettersi a nudo...che è uno dei princìpi cardine di qualsiasi forma d'arte.
In tanti punti si sente che stai parlando di te con sensazioni vere (curiosità, rabbia, soddisfazione), ma hai deciso di far parlare una voce narrante che sembra onnisciente ma spesso dimentica di essere solo osservatrice e si lascia prendere, creando un miscuglio che non mi piace.

Bella l'associazione con l'albero. Non originale ma non importa, è sempre bella e affascinante da leggere.

Quelle barrette energetiche, “unica cosa che gli rimaneva del vecchio mondo”, le avrei utilizzate simbolicamente: lui prima era sempre attento alla linea, soffriva il non essere il più gonfio, non si separava mai dalle sue barrette energetiche e dai mirtilli...quindi, nel momento in cui raggiunge una maturazione o perlomeno ci si avvicina, quelle barrette e quei mirtilli devono sparire (più le barrette perché sono un prodotto più immediato e simbolico).

Il finale è vittima dei nostri tempi malati. Cercare una collocazione reale, un accadimento reale per giustificare, è fuoriluogo e inutile. Il tutto avrebbe funzionato lo stesso, e molto di più, se non fossero state coinvolte altre persone con rimandi reali. Ma, come detto, è una deformazione del posto in cui vive l'autore e il periodo storico: comprensibile ma da evitare.

Se avessi evitato di nominare la Coscienza sin dall'inizio e quindi identificare sin da subito il suo viaggio, secondo me il tuo racconto ne avrebbe tratto beneficio.

Anche se probabilmente non voluto, mi è piaciuta la sensazione scritta all'inizio di due paragrafi: ansia e tristezza. Se il concetto fosse stato portato avanti per tutto il racconto, segnando il percorso emotivo del protagonista con questi “titoli”, avrei apprezzato molto.


Uno, Due e Tre – 6,5

Non è un racconto di facile comprensione e questo è solo un bene, anche perché non valica mai quel limite che lo farebbe diventare un flusso incomprensibile. E' al limite, molto al limite, soprattutto per me che non amo particolarmente il “paracadute” della spiegazione rivelatrice finale. Va bene consentire di mettere a posto i pezzi alla fine, ma alla fine bisogna arrivarci...e io ero lì lì per abbandonare, dopo i primi due. E' stato rischioso e te la sei cavata, vedremo con i racconti futuri se per fortuna o per abilità.

Però lo trovo sbilanciato. Ho letto una connessione molto velata fra Uno e Due. La stessa connessione velata non l'ho trovata fra Due e Tre, ma l'ho percepita molto più esplicita. Personalmente avrei preferito velata per tutti e tre, piuttosto che esplicita. In ogni caso sarebbe stata coerente, mentre nel tuo racconto trovo, appunto, uno squilibrio.

Gli elementi che hai scelto da raccontare non mi convincono, meno ancora mi convince la figura dell'alieno. Continuo a chiedermi: ma è realmente necessario? Oltre all'alieno, siamo sicuri che sia utile dare una forma e un'identità, per quanto fumosa sia, a questo osservatore? Quando troverò la risposta, te la farò sapere


Prendi Thule e scrivila! - 4

Come per quello precedente, anche in questo racconto vedo uno squilibrio. La prima parte parla di un bambino, la seconda di un adulto, la terza di un adulto. La divisione in questi 3 atti, seppur non indichi la sua crescita anagrafica, ovviamente, sarebbe stato più equilibrato distribuirla anche nel tempo. In termini narrativi, sviluppare il secondo atto in un'età più giovane, ad esempio durante l'adolescenza o immediatamente dopo, non avrebbe tolto nulla.
Ho sgradito alcuni termini ed espressioni usati nella prima parte. Mi sono sembrati completamente fuoriluogo e diseducativi, visto che si parla di papà e figlio. “Bambino scemo”, “aveva talmente rotto le palle”...anche perché cozzano completamente con i personaggi.
Questo perché è stato costruito male il loro rapporto dal punto di vista narrativo, oltre che le loro personalità. A me ha dato fastidio vedere il padre continuamente sotto scacco e anche insofferente per questo, fino ad arrivare a “ora stanno iniziando i cartoni. Lo faremo un altro giorno...”. Non c'è tenerezza, non c'è gioco...c'è un padre che si rompe le palle quando il figlio parla, che lo aveva trattato da scemo fino a poco prima e che lo molla davanti alla tv pur di non essere messo in difficoltà.
Nonostante questo, vedo una linea di coerenza fra il loro rapporto e cosa diventa Lorenzo da grande, nel senso che, crescendo con una mancanza di confronto con il padre, Lorenzo può solo diventare una persona che ricerca il “sentirsi utile e ben voluto” senza un contatto diretto.

Azzardo: sei un ragazzo in quella fase che hai saltato cronologicamente, cioè dai 20 ai 27?


Un copione mai scritto - 5

Nel racconto non vengono spese parole per la rabbia, ma io in questo momento la sto provando.
E' un vero peccato veder dedicato a un gioco facile un'ottima capacità di scrittura. Il racconto fedele, la cronaca, è una via facile, ancor di più se con l'ultima Thule si fa riferimento all'amore.
E' rabbia? No, ritratto.
E' dispiacere? Sì. Sì!


Il tempo, l'isola e gli anagrammi - 7

Quando ci si approccia a un racconto simile, è fondamentale la ricerca del linguaggio. E' necessario che ci sia coerenza fra quello che si sta scrivendo e come lo si sta scrivendo. Termini, frasi ed espressioni sono scritte da chi il mondo tanto disprezzato lo sta vivendo, e questo non deve trasparire, soprattutto se si decide di dare voce a chi con il nostro mondo non hanno avuto contatti. Altrimenti quel mondo che dovrebbe farci riflettere, risulta già contaminato dalle nostre malattie, facendo perdere credibilità al racconto stesso.

Per il resto, ho apprezzato molto il racconto e lo sforzo.


Sophia – 9 + premio della critica

Complimenti.
E' veramente piacevole il tuo modo di scrivere e ho apprezzato particolarmente l'aver viaggiato nel tempo. Spesso, e i racconti pubblicati lo confermano, tendiamo a raccontare il presente o il recente passato o un passato non definito o il futuro. Incastrarsi in un passato remoto e definito è difficile anche solo pensarlo: “questo lo ambiento nel '500!”. Se poi è scritto così bene, chapeau.


L'ultima goccia - 6,5

Sento la mancanza di sottotesti, sia nella storia che nei dialoghi. Il racconto è scorrevole ma prevedibile e anche un po' banale, non per quanto riguarda l'aspetto narrativo, ma per quanto riguarda le battute, le reazioni... Come quando leggi per la seconda volta un racconto che alla prima lettura ti aveva intrigato, aspetti di scoprire dell'altro ma questo altro non arriva mai, e la lettura inevitabilmente delude.
Per gusto personale, invece, avrei preferito uno sforzo in più. Uno sforzo in più per andare oltre il tempo e lo spazio.
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Ultima modifica: 26/02/2015 17:50 Da DQ..

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:00 #13666

DQ. ha scritto:
Uno, Due e Tre – 6,5

Non è un racconto di facile comprensione e questo è solo un bene, anche perché non valica mai quel limite che lo farebbe diventare un flusso incomprensibile. E' al limite, molto al limite, soprattutto per me che non amo particolarmente il “paracadute” della spiegazione rivelatrice finale. Va bene consentire di mettere a posto i pezzi alla fine, ma alla fine bisogna arrivarci...e io ero lì lì per abbandonare, dopo i primi due. E' stato rischioso e te la sei cavata, vedremo con i racconti futuri se per fortuna o per abilità.

Però lo trovo sbilanciato. Ho letto una connessione molto velata fra Uno e Due. La stessa connessione velata non l'ho trovata fra Due e Tre, ma l'ho percepita molto più esplicita. Personalmente avrei preferito velata per tutti e tre, piuttosto che esplicita. In ogni caso sarebbe stata coerente, mentre nel tuo racconto trovo, appunto, uno squilibrio.

Gli elementi che hai scelto da raccontare non mi convincono, meno ancora mi convince la figura dell'alieno. Continuo a chiedermi: ma è realmente necessario? Oltre all'alieno, siamo sicuri che sia utile dare una forma e un'identità, per quanto fumosa sia, a questo osservatore? Quando troverò la risposta, te la farò sapere


Intanto grazie del commento.
Idealmente i 3 soggetti sono slegati tra loro, l'unico legame è l'avere un obiettivo/ultima thule da raggiungere (famiglia per il salmone, amicizia per il fuoco e amore per la penna).
Sulla scelta dei 3 soggetti non posso dire nulla, credo sia una questione di gusti e idee personali, rispetto la tua opinione.

Grazie
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:04 #13667

gensi ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:
Prendi Thule e scrivila! 5
I dialoghi mi sono parsi un po’ confusi e resi male, ci sono vari errori di punteggiatura e inoltre esageri troppo con l’uso dei puntini sospensivi. Perdona la mia stupidità, ma mi spieghi l’utilità dell’ultima frase? A mio avviso potevi tranquillamente evitarla di scrivere.

Teoricamente, l'ultima frase, sarebbe quella che sancisce il definitivo cambio del protagonista.
Lui si è sempre visto in un modo, convinto d'essere lo scrittore represso costretto a fare boiate commerciali per sopravvivere.

Quando finalmente qualcuno, ingenuamente ed all'improvviso, gli sbatte la verità in faccia non sa come comportarsi. E scappa. Solo allora si rende conto che quella figura altro non è che il mito che si era auto-costruito per giustificare a se stesso che scrivere boiate commerciali era comunque giusto se serviva a campare.

Finalmente, in quel viaggio in treno, capisce che ciò che fa non è obbligato a farlo ma, anzi, lo fa perché in fondo in fondo gli è sempre piaciuto. E sfata così finalmente il mito che lui stesso si è costruito fino a quel momento.

Stringi stringi, il messaggio finale che volevo dare è che anche quando facciamo ciò che ci piace abbiamo la tendenza ad essere degli eterni insoddisfatti. Ma per fortuna, Lorenzo, si libera da questa maledizione in tempo.

Io parlo proprio dell'ultima frase: "Prese se stesso e si sfatò proprio prima di entrare in galleria."
A mio avviso avevi reso bene il messaggio che volevi trasmettere già nel paragrafo precedente. L'ultima frase è stata una sorta di riassunto finale e quindi, secondo me, potevi anche non metterla.

Nel commento ho dimenticato di scrivere che il tuo racconto è stato penalizzato dall'argomento che non mi è risultato nuovo perché l'avevo già sviscerato a fondo per conto mio. Magari la prossima volta riuscirai a coinvolgermi di più con un argomento differente!

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:08 #13668

Garlan_Mallister ha scritto:
Lesaz ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:
Uno, Due e Tre 7
Mi piace come hai reso il salmone (anche se non penso che per lui le gocce d’acqua siano degli aghi appuntiti ) e la storia d’amore tra il pennino e il suo cappuccio. Molto meno il fuoco: durante il racconto pensavo fosse una qualche sorta di virus o di batterio che, da parassita, si fosse mutato in qualcosa di utile, ma è molto probabile che sia io quello che non ha capito nulla. Ci hai messo pure una minaccia aliena che poteva essere intrigante se sviluppata adeguatamente (pochi caratteri a disposizione?).


In realtà non ti è piaciuto esattamente uno degli elementi che avevo piazzato volontariamente...
Nella mia testa ho pensato: descrivo il fuoco cercando di far credere al lettore che sia un virus (in modo da "sorprenderlo" quando scoprirà invece che è il fuoco...)
Sempre nella mia testa, l'alieno mi è "servito" per descrivere in quel modo i 3 soggetti e fare da collante alla storia, una sorta di protagonista ma in secondo piano, principalmente un osservatore quindi (a torto o a ragione) non ho pensato a svilupparlo più di tanto.

Grazie mille comunque!

La sorpresa c'è stata, anche se non in senso positivo.
Il punto è che per me il fuoco non "sceglie" di diventare utile (per quanto possa essere senziente un oggetto inanimato): è sempre qualcosa di pericoloso pronto a far male e che l'uomo "costringe all'utilità". Cmq il resto mi è piaciuto, infatti ti ho dato un bel voto


Si si, non male interpretare quel "grazie mille comunque" (infatti avevo anche editato per paura di venir frainteso)
Sono già contentissimo che tu abbia colto il "fuoco/virus", peccato che non ti sia piaciuto ma fa parte del gioco, comunque, sono contento (anche del voto )
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:12 #13669

Sì, l'obiettivo comune è chiarissimo.
Quello che mi fa associare Due e Tre più esplicitamente, è che il racconto di Uno non viene fatto dipendere da nessuno, non vengono coinvolte figure altre. Mentre Due e Tre vengono raccontati con l'accompagnamento di altre figure. Questo credo mi abbia portato a umanizzare e creare delle immagini definite e in qualche modo associabili fra di loro. Più difficile farlo per Uno, staccandolo dagli altri due.
Ma credo sia un discorso quasi completamente soggettivo, visto che nessun altro ha esposto un'interpretazione simile.

Comunque è interessante!
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:14 #13670

DQ. ha scritto:
Sì, l'obiettivo comune è chiarissimo.
Quello che mi fa associare Due e Tre più esplicitamente, è che il racconto di Uno non viene fatto dipendere da nessuno, non vengono coinvolte figure altre. Mentre Due e Tre vengono raccontati con l'accompagnamento di altre figure. Questo credo mi abbia portato a umanizzare e creare delle immagini definite e in qualche modo associabili fra di loro. Più difficile farlo per Uno, staccandolo dagli altri due.
Ma credo sia un discorso quasi completamente soggettivo, visto che nessun altro ha esposto un'interpretazione simile.

Comunque è interessante!


Grazie
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:16 #13671

Garlan_Mallister ha scritto:
gensi ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:
Prendi Thule e scrivila! 5
I dialoghi mi sono parsi un po’ confusi e resi male, ci sono vari errori di punteggiatura e inoltre esageri troppo con l’uso dei puntini sospensivi. Perdona la mia stupidità, ma mi spieghi l’utilità dell’ultima frase? A mio avviso potevi tranquillamente evitarla di scrivere.

Teoricamente, l'ultima frase, sarebbe quella che sancisce il definitivo cambio del protagonista.
Lui si è sempre visto in un modo, convinto d'essere lo scrittore represso costretto a fare boiate commerciali per sopravvivere.

Quando finalmente qualcuno, ingenuamente ed all'improvviso, gli sbatte la verità in faccia non sa come comportarsi. E scappa. Solo allora si rende conto che quella figura altro non è che il mito che si era auto-costruito per giustificare a se stesso che scrivere boiate commerciali era comunque giusto se serviva a campare.

Finalmente, in quel viaggio in treno, capisce che ciò che fa non è obbligato a farlo ma, anzi, lo fa perché in fondo in fondo gli è sempre piaciuto. E sfata così finalmente il mito che lui stesso si è costruito fino a quel momento.

Stringi stringi, il messaggio finale che volevo dare è che anche quando facciamo ciò che ci piace abbiamo la tendenza ad essere degli eterni insoddisfatti. Ma per fortuna, Lorenzo, si libera da questa maledizione in tempo.

Io parlo proprio dell'ultima frase: "Prese se stesso e si sfatò proprio prima di entrare in galleria."
A mio avviso avevi reso bene il messaggio che volevi trasmettere già nel paragrafo precedente. L'ultima frase è stata una sorta di riassunto finale e quindi, secondo me, potevi anche non metterla.

Nel commento ho dimenticato di scrivere che il tuo racconto è stato penalizzato dall'argomento che non mi è risultato nuovo perché l'avevo già sviscerato a fondo per conto mio. Magari la prossima volta riuscirai a coinvolgermi di più con un argomento differente!

Allora pirla io perché quell'ultima frase l'ho aggiunta proprio nell'ultimo editing perché non ero convinto fosse stato chiaro. Tu invece ora mi hai detto l'esatto contrario.
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 18:49 #13672

Garlan_Mallister ha scritto:
steve_vai_it ha scritto:
Garlan_Mallister ha scritto:

Un copione mai scritto 6
Scrivi davvero molto bene, ma la storia non mi ha preso molto e per questo ti ho dato un voto in meno. Forse un maggiore utilizzo dei dialoghi a scapito delle riflessioni avrebbe aiutato.


Grazie del commento. Effettivamente l'inventiva (e il contenuto) è sempre per me un problema maggiore di quanto non lo sia la forma. Scrivere "sotto argomento" però non è mai banale ma se la premessa è che lo stile ti è piaciuto, sono sicuro che riuscirò a meritarmi ai tuoi occhi qualche voto di più per le prossime tornate

Hai ragionissima (e infatti anch'io trovo molto difficile scrivere "sotto argomento"), ma in fase di voto trovo giusto premiare chi è riuscito a scrivere qualcosa che ha catturato la mia attenzione e penalizzare chi non c'è riuscito. In ogni caso sarò felicissimo di rileggerti, alla prossima!


Ma su questo siamo d'accordo al 100%
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 20:58 #13673

DQ. ha scritto:

Prendi Thule e scrivila! - 4

Come per quello precedente, anche in questo racconto vedo uno squilibrio. La prima parte parla di un bambino, la seconda di un adulto, la terza di un adulto. La divisione in questi 3 atti, seppur non indichi la sua crescita anagrafica, ovviamente, sarebbe stato più equilibrato distribuirla anche nel tempo. In termini narrativi, sviluppare il secondo atto in un'età più giovane, ad esempio durante l'adolescenza o immediatamente dopo, non avrebbe tolto nulla.
Ho sgradito alcuni termini ed espressioni usati nella prima parte. Mi sono sembrati completamente fuoriluogo e diseducativi, visto che si parla di papà e figlio. “Bambino scemo”, “aveva talmente rotto le palle”...anche perché cozzano completamente con i personaggi.
Questo perché è stato costruito male il loro rapporto dal punto di vista narrativo, oltre che le loro personalità. A me ha dato fastidio vedere il padre continuamente sotto scacco e anche insofferente per questo, fino ad arrivare a “ora stanno iniziando i cartoni. Lo faremo un altro giorno...”. Non c'è tenerezza, non c'è gioco...c'è un padre che si rompe le palle quando il figlio parla, che lo aveva trattato da scemo fino a poco prima e che lo molla davanti alla tv pur di non essere messo in difficoltà.
Nonostante questo, vedo una linea di coerenza fra il loro rapporto e cosa diventa Lorenzo da grande, nel senso che, crescendo con una mancanza di confronto con il padre, Lorenzo può solo diventare una persona che ricerca il “sentirsi utile e ben voluto” senza un contatto diretto.

Azzardo: sei un ragazzo in quella fase che hai saltato cronologicamente, cioè dai 20 ai 27?


Grazie per i commenti DQ.
Vado a memoria ma credo che quasi mai nessuno si sia soffermato a fare un'analisi così approfondita come la tua e, per chi scrive, penso sia una delle cose che fa più piacere. Sapere d'essere letti con una certa attenzione.

Veniamo al mio di commento.
Premetto che il tuo 4 mi ha lasciato parecchio l'amaro in bocca ma ho deciso che non ci perderò troppo la testa anche se mi piacerebbe approfondire quale sia stato il tuo percorso durante la votazione tale per cui proprio il mio fosse il peggiore del gruppo.

La tua analisi è strepitosa. Sui tre atti non posso dire molto. Si, forse quello centrale lo avrei potuto ambientare quand'era più giovane, magari all'uscita della prima raccolta di successo. Mi hai sicuramente dato uno spunto interessante che avrebbe scandito in maniera più lineare i tempi. Ma l'idea non l'ho avuta quando serviva e quindi, come già detto, non posso dire molto.
Sul fatto che sia diseducativo può essere. Di certo non scrivo per insegnare l'educazione a nessuno. Ed il virgolettato per me simboleggia il pensiero del personaggio. E quando uno pensa tende ad essere piuttosto asciutto e prosaico anche se si parla del figlio. Soprattutto quando rompe. A maggior ragione quando un figlio (e questo capita spesso con i padri giovani o eterni giovani) tende ad essere un saccente ed innocente figlio del giusto che mal si sposa con gli usi e costumi degli adulti che sono spesso molto più "politically correct" di quanto non dovrebbero. Dispiace non ti sia piaciuto ma apprezzo che almeno hai notato la coerenza con il protagonista, Lorenzo.

Azzardi (e fai bene) e sbagli di poco. Nel senso che ne ho trenta ma sono fuoricasa da quando ne ho diciotto. Quella fase non è mai esistita. Non mi addentro in noiosi dettagli personali ma è incredibile come tu abbia intravisto in quel racconto molte cose di me senza neanche sapere minimamente chi sono.

O forse sono semplicemente io che non credendo a cose tipo gli Oroscopi mi faccio prendere la mano e mi aggrappo all'appiglio d'un commento qualunque di questo portale...



A sto punto però, commentami sto quattro. Perché non ce la faccio proprio a far finta che la cosa non mi abbia minimamente toccato...
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
[cit. Carmen Consoli - Fortunatamente]
Ultima modifica: 26/02/2015 21:01 Da gensi.

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:21 #13675

Ciao a tutti, ecco i miei commenti:

Il viaggio più affascinante 3

In un trip alcolico un uomo senza nome cerca la coscienza (un risveglio? Una rinascita? Il satori di kerouac che era un bell'alcolizzato anche lui?) ma intanto guida un SUV e arrota due turisti tedeschi. Poteva essere un racconto fantastico (non nel senso di bello)...un uomo che si libera dai legami terreni per raggiungere una dimensione ultraterrena che poi si rivelerà un posto da incubo, ma il finale lo limita e intristisce. La prosa vuole essere epica, ma si rivela noiosa. Però c'è del ritmo in alcune parti che fa sperare bene. Un consiglio di lettura: Raymond Carver

Uno, Due e Tre 3

Troppa carne al fuoco. Secondo me l'idea del salmone che torna al luogo natio a causa di un istinto primordiale e non era male come storia, edulcorata però da certi sentimenti troppo umani. Il resto è troppo, confuso e a volte incomprensibile. L'alieno è quella parte in cui ti scappa un mava... Resta una buona idea sprecata e una scrittura a volte pesante.

Prendi Thule e scrivila! 7 1/2

Mi è piaciuto. Una storia lineare, una prosa che non si perde in un'inutile ampollosità. Lo trovo un bel racconto. Complimenti

Un copione mai scritto 2

Qui devo dire la verità...non l'ho finito. All'incipit ho avuto un sussulto: "Ho impiegato gran parte della mia vita prima di arrivare dove sono arrivato.". Sono rimasto parecchio tempo a chiedermi il senso di questa frase sibillina. Impiegato a fare che? lavorare? studiare? drogarsi? poi mi sono chiesto se il verbo "impiegare" fosse in riferimento al tempo tipo "metterci una vita per trovare una risposta" allora suonerebbe tipo così "ci ho messo gran parte della mia vita prima arrivare dove sono arrivato ". Ma suona male comunque. Dov'è l'errore in questa frase? il verbo impiegare viene utilizzato come un verbo intransitivo pur non essendolo? Se solo quel "prima" fosse stato un "per" la frase avrebbe assunto un significato diverso: "Ho impiegato gran parte della mia vita per arrivare dove sono arrivato.", ancora meglio "Per arrivare dove sono arrivato ho impiegato gran parte della mia vita", Una frase da film di Steven Seagal . Rimane sempre brutto incipit. Del resto, a parte l'incipit, capire dov'è arrivato è un'impresa improba. Una prosa noiosa una trama che non sembra andare da nessuna parte, mi porta a smettere di leggere a metà racconto. Perdonatemi. Il consiglio è sempre lo stesso, rileggere senza compiacersi e cancellare fino a ridurre all'osso ogni periodo, frase...parola.

Il tempo l'isola e gli anagrammi 5

Un racconto che forse non entusiasma ma che, almeno, narra una storia. Nel complesso una buona prova.

sophia 5.5

Mi ha ricordato un racconto che lessi tanti anni addietro di Wells "il paese dei ciechi" contenuto nella raccolta di racconti "Le Meraviglie del possibile" . Anche un po' Lovecraft. Certo non si può dire che siano due scrittori moderni. interessante all'inizio, si prede nel mezzo per ritrovarsi nel finale con il grande classico del cannibalismo.

l'ultima goccia 2

Ho passato troppi anni insieme a un malato di alzheimer, quindi so che il finale di questo racconto è stato tagliato. Eccolo per intero.

"Marta, che è successo?"
Lei rise, come non faceva da tempo.
"Vieni, andiamo a prendere i biglietti."
"Ma di che cazzo parli?"

P.s.
Fatemi una lista di chi vuole dato del tu, del lei o del vossia. Grazie.
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:33 #13677

scarpax73 ha scritto:

Prendi Thule e scrivila! 7 1/2

Mi è piaciuto. Una storia lineare, una prosa che non si perde in un'inutile ampollosità. Lo trovo un bel racconto. Complimenti

Io, visto il voto, non posso che ringraziarti.
Nel complesso ammetto che ho gradito quasi tutti i tuoi commenti tranne la parte in cui dichiari apertamente di aver stoppato la lettura di un racconto.
Ci sta, è un tuo diritto ma per quanto possa non piacere per dare un giudizio completo uno dovrebbe sforzarsi di arrivare alla fine.

Hai smontato il racconto di Tava con una lucidità disarmante.

Personalmente reputo ci sia troppa distanza tra il voto del mio racconto e quello degli altri ma parliamo veramente di quisquilie.

Anche i riferimenti che hai portato mi hanno personalmente dimostrato che non sei un lettore improvvisato. Anzi.
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:34 #13678

scarpax73 ha scritto:


Un copione mai scritto 2

Qui devo dire la verità...non l'ho finito. All'incipit ho avuto un sussulto: "Ho impiegato gran parte della mia vita prima di arrivare dove sono arrivato.". Sono rimasto parecchio tempo a chiedermi il senso di questa frase sibillina. Impiegato a fare che? lavorare? studiare? drogarsi? poi mi sono chiesto se il verbo "impiegare" fosse in riferimento al tempo tipo "metterci una vita per trovare una risposta" allora suonerebbe tipo così "ci ho messo gran parte della mia vita prima arrivare dove sono arrivato ". Ma suona male comunque. Dov'è l'errore in questa frase? il verbo impiegare viene utilizzato come un verbo intransitivo pur non essendolo? Se solo quel "prima" fosse stato un "per" la frase avrebbe assunto un significato diverso: "Ho impiegato gran parte della mia vita per arrivare dove sono arrivato.", ancora meglio "Per arrivare dove sono arrivato ho impiegato gran parte della mia vita", Una frase da film di Steven Seagal . Rimane sempre brutto incipit. Del resto, a parte l'incipit, capire dov'è arrivato è un'impresa improba. Una prosa noiosa una trama che non sembra andare da nessuna parte, mi porta a smettere di leggere a metà racconto. Perdonatemi. Il consiglio è sempre lo stesso, rileggere senza compiacersi e cancellare fino a ridurre all'osso ogni periodo, frase...parola.



Commento assolutamente senza senso da " leone da tastiera".

Bravo, bene, dissezionia ogni parola e poi se non ti si addice, vota pure basso. Hai senz'altro capito lo scopo di un concorso amatoriale.
Aspetto con impazienza un tuo racconto per capire, effettivamente, se ti meriti il premio nobel per la letteratura.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!
Ultima modifica: 26/02/2015 21:35 Da steve_vai_it.

Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:38 #13679

steve_vai_it ha scritto:

Aspetto con impazienza un tuo racconto per capire, effettivamente, se ti meriti il premio nobel per la letteratura.


Io non confonderei l'utente lettore con l'utente scrittore però.

Non c'è scritto da nessuna parte che un grande scrittore sia anche un grande lettore e viceversa.

Ma è il mio miserissimo punto di vista.
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:51 #13680

scarpax73 ha scritto:
Uno, Due e Tre 3

Troppa carne al fuoco. Secondo me l'idea del salmone che torna al luogo natio a causa di un istinto primordiale e non era male come storia, edulcorata però da certi sentimenti troppo umani. Il resto è troppo, confuso e a volte incomprensibile. L'alieno è quella parte in cui ti scappa un mava... Resta una buona idea sprecata e una scrittura a volte pesante.


Accetto il commento e vado avanti ma, soprattutto leggendo gli altri commenti, scappa anche a me un mava...

Dovevano avvertirmi che avrei subito anche il giudizio di Dio... Avrei preso provvedimenti, magari un salto in chiesa.
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Re: [#1] L'ultima Thule (commenti) 26/02/2015 21:53 #13681

gensi ha scritto:
scarpax73 ha scritto:

Prendi Thule e scrivila! 7 1/2

Mi è piaciuto. Una storia lineare, una prosa che non si perde in un'inutile ampollosità. Lo trovo un bel racconto. Complimenti

Io, visto il voto, non posso che ringraziarti.
Nel complesso ammetto che ho gradito quasi tutti i tuoi commenti tranne la parte in cui dichiari apertamente di aver stoppato la lettura di un racconto.
Ci sta, è un tuo diritto ma per quanto possa non piacere per dare un giudizio completo uno dovrebbe sforzarsi di arrivare alla fine.

Hai smontato il racconto di Tava con una lucidità disarmante.

Personalmente reputo ci sia troppa distanza tra il voto del mio racconto e quello degli altri ma parliamo veramente di quisquilie.

Anche i riferimenti che hai portato mi hanno personalmente dimostrato che non sei un lettore improvvisato. Anzi.


ahahahahahahahaahahhaahahahahahahah

Fantastico!
Gli hai fatto una perfetta colonscopia con la lingua, complimenti!
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