Commento al racconto “...E se Paradise City”
Devo dire che mi ha fatto divertire parecchio, per tanti motivi.
Mi è piaciuta l'idea dei colleghi, mi ha fatto rivivere il rapporto che ho con il mio, oramai decennale, collega e amico Agostino. I discorsi spesso strampalati e assurdi che iniziamo e che durano per giorni, e le risate che ci facciamo...a scapito di ogni dubbio vi dico che non siamo luminari della genetica.
Mi è piaciuta naturalmente la scelta dei nomi dei protagonisti: Johan MacBaptistand e Peter senza cognome purtroppo. Sarebbe stato carino un cognome tipo “Apostolakis” o altro, magari non era Pietro l'apostolo ma il martire...mi piacerebbe saperlo.
Mi è piaciuta tutta la teoria sugli alieni, ad un certo punto mi sembrava di leggere nuovamente F.P.Herbet di Dune I II III IV...ecc.ecc. Con i suoi discorsi mistico/complottistici/con triplo salto mortale.
Non mi è piaciuto questo periodo “Nella stanza piombò un silenzio così intenso che nessuna metafora renderebbe adeguata giustizia.” perché una metafora, magari biblica, ci stava davvero bene.
Mi è piaciuto l'amen finale.
In generale una lettura gradevole, una storia semplice ma ben architettata.
Commento al racconto “Whisky & Glock”
L'incipit è bello ma il primo periodo “la città paradiso!” ne toglie forza e carattere, secondo me iniziare direttamente con:
“Solo, seduto su una panchina in un piccolo parco alberato, Mark ricordò le parole di Alice con una bottiglia di whisky in mano e una pistola Glock in tasca. (molto bello)
“Abbandoniamo questo purgatorio, non c’è lavoro, non c’è futuro! Andiamo in città! Sento che troveremo un paradiso di opportunità!”
Ora si trovava lì, da solo, osservando quel presunto paradiso ma sentendosi all’inferno. “
avrebbe dato maggior carattere al tutto.
Togliendo anche la ripetizione “da solo” nel terzo periodo, ancora meglio.
“Solo, seduto su una panchina in un piccolo parco alberato, Mark ricordò le parole di Alice con una bottiglia di whisky in mano e una pistola Glock in tasca.
“Abbandoniamo questo purgatorio, non c’è lavoro, non c’è futuro! Andiamo in città! Sento che troveremo un paradiso di opportunità!”
Ora si trovava lì, osservando quel presunto paradiso ma sentendosi all’inferno. “
Mi è piaciuta molto la trama, i dettagli del passato dei protagonisti e questa frase “[...] iniziava a pesare anche una spensieratezza giovanile accantonata troppo presto. “
La scrittura non è scorrevole, condizionata da troppe puntualizzazioni che fanno perdere d'incisività gli interi periodi.
Nell'insieme è un buon racconto, con una revisione più attenta sarebbe stato più che buono.
Una postilla che non ha influito sul voto. Mark è il personaggio debole. Durante tutto il racconto si comprende che le decisioni le ha sempre prese Alice, il personaggio forte del racconto.
Sinceramente da uno che beve whisky ed ha una glok in tasca non me lo sarei aspettato, io avrei capovolto la situazione facendo di Mark il personaggio forte e maledetto che con la sua decisione di cambiare vita e città porta alla morte della moglie che alla fine lo salva dal suicidio.
Commento al racconto “La mia città” Premio della critica
Scritto in maniera eccelsa. Qui lo scrittore ci fa crogiolare, insieme a lui, al sole di questa giornata primaverile in riva al lago di Como. Tutta la scrittura è tesa a farci godere di questo piccolo istante di meraviglia. Il finale ci lascia il magone, come ogni tramonto che si rispetti. Piccola magia.
Si becca il premio della critica, è sicuramente il racconto scritto meglio. Ma non è il miglior racconto perché in fondo non è un racconto. E' un esercizio di stile. Gran bello stile devo dire.
Mi è piaciuto molto: Tutto.
Non mi è piaciuto...niente, se non l'invidia che ho provato...io sto a Palermo, altro che quel ramo del lago di Como. che volge a mezzogiorno...
Commento al racconto “Una striscia di paradiso”
Il racconto mi è piaciuto, mi sono anche documentato e ho visto che è ispirato a un fatto realmente accaduto. Mi piace molto come è costruito. L'idea che il ragazzino nell'intestazione della lettera metta la propria città natale pur essendo già morto, quindi in paradiso, è la grande trovata. Il ragazzino viveva il proprio paradiso in terra, anche se si trattava di quella striscia di Gaza così martoriata dagli uomini. Ma a lui che importava? Per lui era tutto, era felice. Torna ad abbracciare la madre nel giorno del suo compleanno, ma ne avrebbe fatto volentieri a meno, penso.
Mi è piaciuto molto come hai descritto l'attimo prima che il missile colpisse la casa:”Il vento fece oscillare la tenda che sostituiva la porta d'ingresso, e vidi Fatima raccogliere una collana nascosta dietro ad un cespuglio .”
Quel vento, presago di morte, che lascia per ultima immagine la sorellina che raccoglie la collana. Un'immagine che resta.
Non mi è piaciuto...io avrei elaborato la storia originale così come l'ho letta.
Commento al racconto “Condizionamento”
Non particolarmente incisivo, la storia è semplice, la scrittura manca di carattere. Dalla lettera non traspare un vero “io” del figlio di Satana, facendo di lui un personaggio piuttosto indeterminato. Molto più carattere ha Satana in poche righe.
Io taglierei la parte iniziale, iniziando il racconto direttamente da “Caro Padre”.
Mi è piaciuto: “L'enorme pugno sbatté sul tavolo”
perché esce fuori il carattere di Satana: iracondo, feroce, distruttivo. Dopo questa frase lo sento ruggire.
Non mi è piaciuto: “[...] la fine e goduriosa arte dell'omicidio” qui il figlio di satana sembra uno sfigato.
L'idea non era male, peccato.
Commento al racconto “N52”
L'idea mi è piaciuta parecchio, una droga da vacanza che fa diventare gli uomini e le donne come vorrebbero essere, belli, sicuri di sé, sessualmente attraenti. Un sogno che diventa realtà per una sola settimana all'anno, com'è scritto alla fine del racconto.
Mi è piaciuto molto l'utilizzo del termine”immerso”. “la mia virilità continuamente sollecitata e immersa”, “leccato o immerso nuovamente”, mi ha dato subito la sensazione del perdersi nell'oblio e nell'estasi, immergersi è sempre qualcosa di santo che ha a che fare con corpo e lo spirito.
Anche il passaggio di ritorno all'uomo ordinario mi è piaciuto soprattutto quando affiora l'imbarazzo “ci rivestiamo in fretta senza guardarci”. Non avrei scritto “colmi di imbarazzo” perché al lettore basta sapere che c'è la fretta e non ci si guarda per capire che c'è imbarazzo.
Commento al racconto”The red side of the blue”
Che strano racconto, non sono sicuro di cosa succede e di cosa narri. Mi è piaciuto: SI!
Di sicuro l'autore cita qualcosa che io disconosco o non associo a nulla, ma la scrittura è bella e le immagini ti arrivavo.
E' un horror con sentimento, L'essere vestito da apicoltore, i teschi essiccati che cercano di masticare senza denti, il finale...melodrammatico e divertente al tempo stesso.
Forse dovresti cercare una via di mezzo fra il reale e l'irreale, fra il criptico e il decifrabile. C'è dell'arte in questo racconto.
Sono andato a cercare pure cos'è l'Anahata...
Commento al racconto “Silvio don't Cty”
Per ridere ho riso, perché è ben scritto ed è divertente. Sono rimasto però perplesso.
Il mio personalissimo pensiero è che questo racconto scade nella barzelletta, nel senso buono del termine.
Basta fare una piccola ricerca su internet per trovare migliaia di barzellette su internet riguardanti B.
Molte di B. in paradiso. C'è un video su youtube in cui lui racconta una barzelletta su se stesso in paradiso.
Nulla togliendo alla qualità della scrittura, la storia non si leva al di sopra della barzelletta per diventare racconto.
Mi è piaciuto
“- Lei è San Pietro, giusto? – e al cenno affermativo di questo – Perché ha due chiavi e non una?
- Ho un cesso tutto mio. “
non mi è piaciuto: la banalità con cui è stato trattato il tema.
Commento al racconto “Paradise City – Profezia”
Mi è piaciuto, è bello il ritmo, la corsa, gli scarti, le schegge... mi ha appassionato.
All'inizio non capivo, poi il finale svela, vuol dire che è stato ben scritto A una seconda lettura diventa più bello, sapendo già del finale. La profezia non importa, importa la corsa e la salvezza.
Satori è un gran nome. Illuminazione. “Satori a Parigi” uno dei mie libri preferiti di Kerouac.
Mi è piaciuto: tutto. E in particolare “Ora io, Satori, sono il nuovo capobranco. “
Ho dato un voto più alto a questo racconto perché leggendolo mi è venuta voglia di conoscere il seguito della storia.