DIVERSAMENTE CLAMOROSI – 4,5
Ho dimenticato di associare i racconti agli autori, ma nel tuo caso ti avevo beccato
Partiamo dall'inizio: il titolo non mi piace, non l'ho proprio capito e non mi rimanda a niente. A chi si riferisce il clamore? E perché? Non riesco proprio ad associarlo. Potrebbe essere un titolo alla me, io che sono una pippa clamorosa, appunto, con i titoli
Il titolo in questo caso, secondo me, dovrebbe essere un qualcosa che, una volta terminato il racconto, mi faccia dire “aaaah ecco perché diversamente clamorosi!”. Invece proprio zero...
A parte qualche tempo verbale secondo me scorretto (non me ne frega granché), ci sono 3 aspetti sui quali vorrei soffermarmi:
delle tracce obbligatorie non trovo il fantasma nel sottotetto. In realtà, per come interpreto io la traccia, non trovo neanche la protagonista figa clamorosa. Può piacere o no il concetto di bruttezza esteriore e bellezza interiore (a me non piace proprio, però sono gusti personalissimi), ma la traccia diceva esplicitamente che la protagonista sarebbe dovuta essere figa. Hai fatto un po' come ti pare e io ho percepito questa libertà che ti sei preso come un escamotage. Secondo me, oltretutto, la tua protagonista sarebbe potuta essere anche bellissima, cambiando giusto un paio di passaggi, e il racconto avrebbe avuto esattamente lo stesso senso. Anzi, avresti tolto del dramma eccessivo e anche un po' di banalità.
Non ho capito per quale motivo dare così tanto spazio a Vincenzo. Cosa rappresenta? A un certo punto, alla prima lettura, ho pensato che lei si fosse innamorata di Vincenzo. Sono tornato più volte indietro a rileggere perché, dopo la visita di lei, si confondevano i personaggi. Alla seconda lettura...sono tornato indietro di nuovo perché continuavo a confondermi, pensando che lei se la facesse con entrambi oppure prima con uno e poi con l'altro. Il problema, secondo me, è che hai dato troppa importanza a Vincenzo e non l'hai giustificata. Tu hai un'idea precisa del rapporto che hanno lei e Vincenzo? L'altra domanda è: che ruolo ha Vincenzo? Se non ci fosse stato, cosa sarebbe mancato al tuo racconto?
La dichiarazione non mi è piaciuta. Non mi sembra la dichiarazione più bella che si possa ricevere. E' come se lui dicesse: “oh, sei oggettivamente un mostro e solo con un cieco avresti potuto fidanzarti perché, fidati, se io avessi avuto la vista col cacchio mi sarei avvicinato!” e poi “grazie alla mia cecità ho scoperto una parte stupenda di te che ti rende la ragazza più bella del mondo, fermo restando che esteticamente sei una disgrazia”. E lei piange a dirotto. Mentre leggevo la dichiarazione pensavo “ok, è impacciato ed emozionato, probabilmente non ha mai avuto una ragazza e quindi si incarta un po'. Ora dirà qualcosa tipo “va be', hai capito il senso, no? Non sono molto bravo con le dichiarazioni” e scoppieranno entrambi in una risata fragorosa data dall'ingenuità della situazione”. Anche la battuta successiva ci sarebbe stata bene. Invece no, lui era proprio serio e lei ancora di più.
In generale non mi è piaciuto. L'ho trovato un po' scontato e mi sei sembrato distratto.
Tornando al secondo punto esaminato, c'è una frase che sembra innocua ma secondo me racchiude tutto il lavoro che hai fatto su questo racconto:
“Vincenzo si allontanò con una banale scusa”
Esagero e analizzo: non hai ben chiara l'immagine di Vincenzo. Avrai pensato qualcosa tipo “come fanno a tenersi in contatto, se questo è non-vedente? Facciamo che c'è un amico, il suo migliore amico, che lo aiuta e lo segue in tutto. Lei va sul Pollino a trovare Gerardo...aspe', e Vincenzo? Ok, c'è anche Vincenzo e devo nominarlo. E' un bravo ragazzo, logorroico e ipocondriaco...come fai a non affezionarti?! Ok, l'ho sistemato.” … “Gerardo vuole portare lei in un posto”. Qui ti sei incartato: “e Vincenzo, che l'ha sempre accompagnato in tutto, è sempre stato la sua ombra? Deve andare anche lui per forza. Ok, vanno tutti e tre. Sì ma lei e Gerardo devono restare da soli. O Vincenzo sta lì e descrive a Gerardo le espressioni di lei, oppure deve sparire. Ok, deve sparire. Sparisci! … in che modo? Niente, sparisce e basta. Non basta? Vincenzo si allontanò con una banale scusa”.
Non voglio certo offenderti o ridicolizzare, anche perché questi sono processi mentali che fanno tutti, più o meno consciamente, ed è anche possibile che abbia sbagliato tutto. Però questa è la sensazione che ho percepito e che mi porta a dire che l'idea ti sia sfuggita di mano. L'idea iniziale è rimasta intatta (la bellezza interiore), ma tutto il resto non l'hai dominato molto.
Sul titolo ho già risposto nell'ordine "sparso" ma mi ribadisco. La protagonista doveva essere una figa clamorosa secondo la traccia, nel mio caso è diversamente clamorosa così come il protagonista è diversamente abile essendo cieco.
Il fantasma nel sottotetto è il padre che è sicuramente un morto e che lei rivede lì. In verità non si capacita neanche lei e non capisce se quello che ha visto è il padre fantasma oppure solo un sogno perché addormentatasi nel sottotetto mentre rovistava nelle vecchie cose.
Non sono d'accordo poi sulla "figa clamorosa". E cerco di spiegarmi meglio brevemente. A dire che lei non è bella è sempre e solo lei. Nessuno, nella mia storia, dice che lei è brutta. Anche quello che capisce in dialetto potrebbe non corrispondere al vero ma solo e semplicemente essere il riflesso della sua insicurezza in merito al suo aspetto esteriore.
Ma, ipotizziamo che sia per davvero brutta. Il secondo livello di "figa clamorosa" è nel riflesso degli occhi del mio protagonista che trasforma quella che è una traccia "piatta" in un qualcosa di molto più elaborato ed edotto trasferendolo letteralmente nel vernacolo calabrese e dando così una chiave di lettura diversa rispetto al racconto di tutti gli altri.
Nella mia storia lei è una fica mulingiana. E una fica mulingiana è un'affermazione ben precisa che, almeno secondo il mio punto di vista, rappresenta quella traccia nel migliore dei modi.
Su Vincenzo, col senno del poi, devo darti ragione. È un personaggio troppo importante e troppo abbozzato in questo racconto facendolo inevitabilmente trasformare in ambiguo e pressoché sterile all'interno del contesto nonostante nella mia mente abbia rivestito un'importanza notevole (come detto lo vedevo come l'amico fidato carico di responsabilità).
Sulla dichiarazione ammetto che così come è scritta non è il massimo. Nella mia mente voleva essere la cosa più bella che potesse dire un cieco (ovvero ammettere d'essere mediocre almeno quanto i mediocri che giudicano solo per l'aspetto) e dimostrare così d'essere davvero innamorato della persona e non solo di un corpo. Invece è piuttosto frettolosa e confusa e si corre davvero il rischio di rileggerla così come hai fatto tu. Peccato per me non essere riuscito ad esprimermi meglio.
Sull'ultima "critica" in merito alla costruzione del fatto finale non posso che dirti che hai ragione. Sono esattamente le riflessioni che ho fatto mentre lo scrivevo.