"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." (Italo Calvino)
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ARGOMENTO: [#3] La casa sulla collina (commenti)

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 21/05/2015 19:54 #15285

Tavajigen ha scritto:
Raga parlatene nel thread della discussione generale e lasciamo questa discussione solo ai commenti alla tornata.


Commenti...qui sembra memorie da una casa di morti del, caro a steve, vecchio Dosto.

Forza ragazzi...
  • scarpax73
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Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 16:26 #15330

Con colpevolissimo e davvero grande ritardo, posto i miei commenti. scusate, ma questo è un periodo follemente denso e nonostante sia riuscito a trovare anche tempo per scrivere, sono un po' senza respiro... anf anf anf.

Diversamente clamorosi
: 6 Il primo piano narrativo, qua e là ha dei momenti in cui la scrittura tende a diventare ridondante, frutto delle eccessive ripetizioni (la parte ad esempio sullo slamare), altre volte ha diventa colloquiale e si appesantisce, e non supporta bene l'idea di fondo, quella dove si descrive il background della protagonista, gestito invece in modo interessante e con una discreta proprietà. Il linguaggio colloquiale e non molto studiato a mio avviso, penalizza in parte anche l'inizio del secondo piano narrativo, non permettendo al racconto di librarsi, di alleggerirsi: per questa ragione si avverte una certa pesantezza nel leggere. Interessanti i contrappunti dialettali che alternano in maniera corretta i dialoghi, dando un senso di profondità e di “radici”, fondamentali per sviluppare l'aspetto dell'incontro tra culture di verse. Il finale “morale” quello in cui il non-vedenteo ringrazia la propria condizione per non aver così giudicato a priori l'aspetto della ragazza per il mio gusto è troppo diretto e narrato: avrei preferito più sfumatura e meno morale, arrivare allo stesso concetto facendolo intendere e non descrivendolo (che poi, è quasi sempre anche uno di quelli che io intendo come miei difetti nei miei racconti). In ogni caso mi è piaciuta la struttura e la distribuzione, anche se non molto la scrittura.


Peti dallo spazio profondo
: 6 La prima parte pur avendo elementi introduttivi e forse fin troppo densa, per quanto supportata da una scrittura semplice eppure allo stesso tempo precisa riesca a scorrere con buona rapidità e discreta cadenza. Alcune ripetizioni di troppo ottengono un effetto trascinamento che non si trasforma in iterazione e non diventa circolare, forse dico forse, l'obiettivo dell'autore. L'elemento che viene dopo, il serrato dialogo tra Burke e Hare è fatto molto bene, rapido e divertente, con i giusti elementi che spingono verso lo straniamento e che danno profondità e indirizzano verso l'aspetto grottesco del racconto ulteriormente, poiché già vi erano elementi simili nell'introduzione. In seguito si entra in un apparentemente sgangherato (anche se in realtà ben controllato) bailamme, in cui vengono riproposti personaggi precedenti e introdotta la McBoobs (in generale carini i nomi scelti). Il racconti fila veloce veloce fino alla rivelazione finale, un pelo telefonata eppure rimane piuttosto divertente e ben congegnato. Ciò nonostante, per quanto divertente, l'ho trovato solo un pastiche e non ne ho visto la sostanza. In generale ben ripartito e discretamente lavorato.


La casa sulla collina (1)
: 3 Non una sperimentazione, non un tentativo, non un racconto. Scheggia di qualcosa d'altro. Il 3 per la sfacciataggine nel proporlo, altrimenti sarebbe stato uno 0.


Il diario: 6,5 Parte subito bene, con un dialogo iniziale spigliato e ben fatto, divertente a tratti e che sa introdurre bene l'atmosfera generale del racconto che seguirà. La divisione in piccoli quadri è ottima e dona leggerezza ulteriore allo sviluppo, ben gestito e reso bene da una scrittura asciutta e rapida, senza inutili ghirigori. La soluzione finale è piacevole, per quanto un po' da sceneggiatura da fumetto, con un lieve già sentito, ben contrastato però dall'abilità indubbia con cui viene reso e risolto il tutto.


La casa sulla collina (2): 7 Lascio perdere altri tipi di commento, poiché ho già letto troppo nei commenti altrui e nelle risposte date dall'autore. La forza di questo racconto sta nella ripartizione davvero interessante e in molti tocchi che apparentemente parrebbero”laterali” e che invece donano profondità e sostanza, grazie anche una scrittura competente, precisa e ben sviluppata. La sub-lingua che ora so essere inventata, dà musicalità, e il costante “non-detto”/”accennato” fanno rimanere interessante il racconto dall'inizio alla fine, costruendo una bella aura attorno allo scritto. Inoltre, e questo dal mio punto di vista è un complimento, migliora molto ad ogni rilettura. Dal mio punto di vista, il migliore di tornata.


Nadia
: mio


Perversione
: 6,5 Dopo il bell'inizio mi sarei aspettato maggiore forza, maggiore corpo dal resto del racconto. Eppure non decolla mai, pur rimanendo solido e interessante fino alla fine. La scrittura c'è, le tracce pure, la ripartizione anche ma non diventa mai potente come avrebbe potuto essere, e il titolo a mio avviso poco centrato non fa altro che ulteriormente riattizzare la mancanza di sostanza. Mi spiego, partendo da “Perversione” ci si aspetta uno scoppio, una bomba che alla fine mai c'è, se non poi nel finale solo un qualcosa di blando, divertente ma poco ficcante. Per me siamo in presenza di un'occasione persa.


Dormono sulla collina: 6,5 + premio della critica Racconto tambureggiante, scritto bene, fluido e fluente, una bella rincorsa fino al termine. Carina la meta-lingua fantascientifica, un pastiche di neologismi e termini “rubacchiati” qua e là da altri del genere. E' leggero e divertente e si fa leggere tutto d'un fiato. Gradevole. Peccato che ia sia un cornuto.

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 16:53 #15331

Andy Dufresne ha scritto:


Nadia 6,5 PC - Esteban Cambiasso
Allenatore in campo, sempre pronto a dare indicazioni. Non brilla per intensità di gioco e ritmo, ma gioca con la testa e perde pochi palloni. Anche quando potrebbe azzardare preferisce la giocata semplice. BRACCINO CORTO



Sì, se son riuscito a capire cosa intendi, direi di sì, che son d'accordo. Grazie per il PC, sempre prezioso.

scarpax73 ha scritto:




Nadia, voto 6

“Nadia” è un racconto che parla di un grande cambiamento, un cambiamento intimo, ma grande.
La svolta di una vita, il distacco da una casa per una persona che in quella casa vede il proprio
rifugio e il luogo dei più bei ricordi. Questo racconto ha però un limite nella sua voce narrante, una
voce esterna alla protagonista che ne narra la storia in modo distaccato, lontano, in maniera
asettica e scolastica. Solo nel finale pare avvicinarsi a lei e farci assaporare un po' di quello
struggimento dell'anima che la protagonista prova. Peccato, perché non era male, ma non si riesce
a entrare in empatia con “Nadia” se non nelle ultime battute. La soluzione finale, con la nuvola che muta, la trovo banale e fuori luogo per questo tipo di racconto. Meglio una sana nuova consapevolezza senza fronzoli.


Io non credo che si tratti di un racconto sul cambiamento, perché in realtà il cambiamento è già avvenuto, seve solo essere definitivamente formalizzato con l'atto finale, ma c'è già e già sul tappeto. Dal punto di vista della voce esterna credo che si tratti di una forma di rispetto nei confronti del mio personaggio in un certo senso: io non sono lei e non sono in grado di provare quello che prova lei, posso solo intuirlo e raccontarlo. In ogni caso grazie per il commento!

Lesaz ha scritto:


Nadia: 6,5 + premio della critica
Dal mio punto di vista, il racconto scritto tecnicamente meglio della tornata (ecco perché il premio della critica).
L’idea di fondo non mi è dispiaciuta ma se devo per forza cercare un difetto, credo si perda un pochino nel finale, forse serviva un’accelerata di ritmo e un’idea diversa per concludere (ma a quel punto sarebbe stato un voto molto più alto)
Comunque davvero ben scritto secondo me



Beh, manca un po' di forza, nel finale come dici e forse anche qua e là, ma alla fine l'ho preso più come un esercizio, in un certo senso, dove far stare macro-tema, tracce e storia, scegliendo una scrittura "femminile" che reputo mi sia uscita abbastanza bene. Grazie per il PC e per i commenti favorevoli sulla mia scrittura, per me preziosissimi.

DQ. ha scritto:



NADIA – 5,5

In genere non mi piacciono particolarmente gli scritti che parlano di scrittori, mi sembrano sempre autoreferenziali e non ne capisco granché il senso. Diverso è quando si parla di un'autobiografia ammessa o un documentario. Ma scrivere in terza persona di uno scrittore, con questo stile...non mi piace. Così come trovo noiosi i film biografici, storici e quant'altro.
Anche questo racconto non fa eccezione.

Joaquin Phoenix ha confuso chiunque con il suo film “I'm still here”, mischiando la realtà con la fantasia e ancora oggi ci si chiede quanto di quel film autobiografico sia autobiografico e quanto inventato. Eppure in apparenza è assolutamente credibile.

Il racconto lo trovo anche abbastanza lento e statico, oltre che “femminile”. Nadia, pur scrivendo di un genere strettamente femminile, riusciva ad attrarre anche un inaspettato pubblico maschile, mentre mi sembra che tu non sia stato bravo quanto lei. Come quegli incontri contro la violenza sulle donne ai quali partecipano solo donne che vengono spinte a denunciare, quando in realtà bisognerebbe mirare a coinvolgere gli uomini per insegnargli il rispetto della donna. Mi sono sentito il marito di una di queste donne e, mentre mia moglie era con le lacrime agli occhi, io mi scaccolavo senza la minima empatia.

Hai gestito male la narrazione e il finale risulta prevedibile: per come l'hai sviluppato, non ho creduto per un secondo che Nadia potesse dire: “è il mio lavoro, mi pagano, l'editore vuole questo, al pubblico piace questo, quindi non ammazzo Adele e continuo su questa linea. Un ultimo sforzo”. Squilibrio e scarso coinvolgimento ammazzano il racconto.

Però sai scrivere. Questa volta non esiste margine d'errore, sei arturobandini...e questo racconto non regge minimamente il confronto con gli altri due.



Tre elementi:

1) Il discorso sul fatto che i lavori della scrittrice possano piacere ai lettori uomini. A mio avviso fai confusione: potresti scrivere quello che scrivi se avessi avanzato stralci del lavoro di nadia, ma quegli stralci non ci sono. A mio avviso ti sei fatto condizionare da un tipo di scrittura che non ti piace (e ci mancherebbe), ma è pericoloso in fase di commenti, riferirsi a un qualcosa che non c'è, in nessuna parte.

2) Sull'empatia ho già scritto Scarpax, ma ribadisco: a me non interessava sviluppare empatia, a me interessava narrare la vicenda di una donna, potendola solo in un certo immaginare e scrivendola con una scrittura da donna (quella la posso riprodurre facilmente, un certo sentire no). E' un quadro e basta e non ha alcuna pretesa supplementare.

3)Sul finale posso anche concordare, ma in maniera un po' diversa rispetto a quello che annoti tu. Io lo sento poco potente, ma gli altri elementi che tu tratteggi non li avverto, poiché non mi interessava scrivere di quegli aspetti.

In ogni caso, grazie per il commento lungo e articolato!

Tavajigen ha scritto:


Nadia: 6
Il racconto è davvero troppo discorsivo e procede con eccessiva lentezza. Meno male che almeno è scritto abbastanza bene e quindi si riesce a leggere senza annoiarsi troppo. Non mi è piaciuto il finale così telefonato. L’utilizzo di alcune tracce è stato originale e simpatico, sufficiente nel complesso.



Il finale è un finale, dovuto in parte all'obbligo di inserire quei tredici, sciagurati elementi, in parte a una struttura che l'ha spinto quasi autonomamente in quella direzione. Telefonato? Può essere. Direi di più poco potente e in quel senso ci sta pure il telefonato. Sul racconto discorsivo: bah, non so se concordo. In ogni cas, grazie!

Wong Fei Hung ha scritto:



Nadia 6,5

Scritto tutto d'un fiato, personalmente avrei preferito qualche pausa in più, ma tutto sommato una buona prova, con alcune espressioni decisamente riuscite, cui si accompagnano alcuni errori probabilmente dovuti a mancanza di rilettura. Nota positiva: l'autore è riuscito ad inserire bene tutte le tracce senza forzare, cosa notevolissima vista la difficoltà e probabilmente lo ha fatto meglio di tutti gli altri.




Questo commento è fondamentalmente quello che penso io del racconto, escludendo solo il discorso sugli errori: quali?

gensi ha scritto:



Nadia
: 7 troppo surreale rispetto al resto dei racconti proposti. E lo so che sembra ridicolo se consideriamo che una storia parla di peti killer ma la verità è che questo parla di una realtà "tangibile" e non di fantasia che sembra comunque troppo surreale per essere vera mentre lì è evidente il "taglio" del racconto di fantasia. Insomma, solo questo dettaglio me lo ha fatto apprezzare meno degli altri. Non mi ce la vedo proprio una tizia così, nel futuro, che scrive libri e vive da monaca. Peccato perché a livello di scrittura è il secondo come premio critica a mio modestissimo parere. Immagini molto evocative.


Ci sono parecchi tizi che scrivono pop e vivono da monaci o comunque lontani da tutto: Nadia è un po' un insieme di elementi fusi assieme. Ci sono pezzi di Stephen King, sulla casa, Patricia Cornwell sull'ipocondria, Murakami Haruki sul piacere di scrivere a mano e uscire solo quando è indispensabile. Non è che mi sia riferito a uno di loro nel dettaglio, ma se andassimo a scavare tra gli autori cosa troveremmo. Io credo che tu per il mio commento sia partito da una posizione che fondamentalmente, perdonami, trovo errata e che in un certo senso ti sia auto-condizionato. Ovviamente, però, ti ringrazio per il voto comunque positivo!

In ogni caso, ri-grazie a tutti per i commenti!

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 17:11 #15332

arturobandini ha scritto:

Tre elementi:

1) Il discorso sul fatto che i lavori della scrittrice possano piacere ai lettori uomini. A mio avviso fai confusione: potresti scrivere quello che scrivi se avessi avanzato stralci del lavoro di nadia, ma quegli stralci non ci sono. A mio avviso ti sei fatto condizionare da un tipo di scrittura che non ti piace (e ci mancherebbe), ma è pericoloso in fase di commenti, riferirsi a un qualcosa che non c'è, in nessuna parte.

2) Sull'empatia ho già scritto Scarpax, ma ribadisco: a me non interessava sviluppare empatia, a me interessava narrare la vicenda di una donna, potendola solo in un certo immaginare e scrivendola con una scrittura da donna (quella la posso riprodurre facilmente, un certo sentire no). E' un quadro e basta e non ha alcuna pretesa supplementare.

3)Sul finale posso anche concordare, ma in maniera un po' diversa rispetto a quello che annoti tu. Io lo sento poco potente, ma gli altri elementi che tu tratteggi non li avverto, poiché non mi interessava scrivere di quegli aspetti.

In ogni caso, grazie per il commento lungo e articolato!


1) Non capisco cosa stai dicendo. Mi sono riferito a qualcosa che non c'è scritto? Boh, mi sono riferito a quello che hai scritto. Hai scritto che lo stile di Nadia piaceva anche al pubblico maschile mentre a me il tuo racconto non è piaciuto. Io sono maschio. Nadia attira pubblico maschile, tu no (ovviamente il campione è composto solo da me). Nadia è più brava di te.
Che pezzo ho perso?

2) Anche qui non capisco. Tu puoi anche fare semplice cronaca, ma anche Barbara D'Urso fa cronaca e la butta continuamente sull'emozionale.
Nel senso: tu puoi fare tutti gli esperimenti del mondo e dire che il tuo obiettivo fosse in realtà un altro, ma io sono lettore e non conosco le tue intenzioni, quindi mi aspetto di leggere una cosa che mi spinga a essere letta. Per fare questo serve l'empatia che, al di là degli esperimenti, non può mai mancare, secondo me.

3) E ok, l'importante è che sia poco potente e manchevole di qualcosa.
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Ultima modifica: 28/05/2015 17:12 Da DQ..

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 17:21 #15333

arturobandini ha scritto:

Perversione
: 6,5 Dopo il bell'inizio mi sarei aspettato maggiore forza, maggiore corpo dal resto del racconto. Eppure non decolla mai, pur rimanendo solido e interessante fino alla fine. La scrittura c'è, le tracce pure, la ripartizione anche ma non diventa mai potente come avrebbe potuto essere, e il titolo a mio avviso poco centrato non fa altro che ulteriormente riattizzare la mancanza di sostanza. Mi spiego, partendo da “Perversione” ci si aspetta uno scoppio, una bomba che alla fine mai c'è, se non poi nel finale solo un qualcosa di blando, divertente ma poco ficcante. Per me siamo in presenza di un'occasione persa.



Sì il titolo fa davvero schifo e me ne vergogno. Concordo anche sul resto...grazie!
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Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 17:32 #15334

DQ. ha scritto:
arturobandini ha scritto:

Tre elementi:

1) Il discorso sul fatto che i lavori della scrittrice possano piacere ai lettori uomini. A mio avviso fai confusione: potresti scrivere quello che scrivi se avessi avanzato stralci del lavoro di nadia, ma quegli stralci non ci sono. A mio avviso ti sei fatto condizionare da un tipo di scrittura che non ti piace (e ci mancherebbe), ma è pericoloso in fase di commenti, riferirsi a un qualcosa che non c'è, in nessuna parte.

2) Sull'empatia ho già scritto Scarpax, ma ribadisco: a me non interessava sviluppare empatia, a me interessava narrare la vicenda di una donna, potendola solo in un certo immaginare e scrivendola con una scrittura da donna (quella la posso riprodurre facilmente, un certo sentire no). E' un quadro e basta e non ha alcuna pretesa supplementare.

3)Sul finale posso anche concordare, ma in maniera un po' diversa rispetto a quello che annoti tu. Io lo sento poco potente, ma gli altri elementi che tu tratteggi non li avverto, poiché non mi interessava scrivere di quegli aspetti.

In ogni caso, grazie per il commento lungo e articolato!


1) Non capisco cosa stai dicendo. Mi sono riferito a qualcosa che non c'è scritto? Boh, mi sono riferito a quello che hai scritto. Hai scritto che lo stile di Nadia piaceva anche al pubblico maschile mentre a me il tuo racconto non è piaciuto. Io sono maschio. Nadia attira pubblico maschile, tu no (ovviamente il campione è composto solo da me). Nadia è più brava di te.
Che pezzo ho perso?

2) Anche qui non capisco. Tu puoi anche fare semplice cronaca, ma anche Barbara D'Urso fa cronaca e la butta continuamente sull'emozionale.
Nel senso: tu puoi fare tutti gli esperimenti del mondo e dire che il tuo obiettivo fosse in realtà un altro, ma io sono lettore e non conosco le tue intenzioni, quindi mi aspetto di leggere una cosa che mi spinga a essere letta. Per fare questo serve l'empatia che, al di là degli esperimenti, non può mai mancare, secondo me.

3) E ok, l'importante è che sia poco potente e manchevole di qualcosa.


Nadia è più brava di me, su questo non vi è dubbio! E anche più bella!

Beh, cronaca alla Barbara D'Urso. Qua ho già scritto e non ho molto da aggiungere se non che io sono fortemente convinto dell'indipendenza dei personaggi dagli scrittori che ne narrano. Oppure della sottile assurdità che un lettore/recensore/commentatore veda delle cose che lo scrittore non ha mai visto e manco pensato, e che queste cose le veda al di là degli aspetti psicologici (quelli invece possono esserci e pure a mazzi). Oppure che un lettore desideri talmente qualcosa dal racconto che rimanga deluso quando quel qualcosa non c'è, una sorta di post-prevenzione o di prevenzione che nasce e si sviluppa durante e dopo.

Alla fine e grazie al cielo, per fortuna c'è il gusto, anche se le sovrastrutture sono estremamente interessanti, specialmente e ovviamente quelle altrui.

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 28/05/2015 20:48 #15335

arturobandini ha scritto:

gensi ha scritto:



Nadia
: 7 troppo surreale rispetto al resto dei racconti proposti. E lo so che sembra ridicolo se consideriamo che una storia parla di peti killer ma la verità è che questo parla di una realtà "tangibile" e non di fantasia che sembra comunque troppo surreale per essere vera mentre lì è evidente il "taglio" del racconto di fantasia. Insomma, solo questo dettaglio me lo ha fatto apprezzare meno degli altri. Non mi ce la vedo proprio una tizia così, nel futuro, che scrive libri e vive da monaca. Peccato perché a livello di scrittura è il secondo come premio critica a mio modestissimo parere. Immagini molto evocative.


Ci sono parecchi tizi che scrivono pop e vivono da monaci o comunque lontani da tutto: Nadia è un po' un insieme di elementi fusi assieme. Ci sono pezzi di Stephen King, sulla casa, Patricia Cornwell sull'ipocondria, Murakami Haruki sul piacere di scrivere a mano e uscire solo quando è indispensabile. Non è che mi sia riferito a uno di loro nel dettaglio, ma se andassimo a scavare tra gli autori cosa troveremmo. Io credo che tu per il mio commento sia partito da una posizione che fondamentalmente, perdonami, trovo errata e che in un certo senso ti sia auto-condizionato. Ovviamente, però, ti ringrazio per il voto comunque positivo!

In ogni caso, ri-grazie a tutti per i commenti!


Probabilmente si, hai ragione. È difficile non farsi condizionare quando nel cervello hai l'idea che quello che stai leggendo sia troppo surreale per i tuoi gusti.
Un po' come quando guardi un film che pensi non abbia senso diventa quasi impossibile cogliere buoni passaggi perché si è ormai prevenuti.
Cercherò di non farci più attenzione nelle prossime valutazioni soprattutto nel tentare di scindere la mia "percezione" rispetto allo scritto in quanto tale.
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Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
[cit. Carmen Consoli - Fortunatamente]

Re: [#3] La casa sulla collina (commenti) 30/05/2015 00:26 #15338

arturobandini ha scritto:


Il diario: 6,5 Parte subito bene, con un dialogo iniziale spigliato e ben fatto, divertente a tratti e che sa introdurre bene l'atmosfera generale del racconto che seguirà. La divisione in piccoli quadri è ottima e dona leggerezza ulteriore allo sviluppo, ben gestito e reso bene da una scrittura asciutta e rapida, senza inutili ghirigori. La soluzione finale è piacevole, per quanto un po' da sceneggiatura da fumetto, con un lieve già sentito, ben contrastato però dall'abilità indubbia con cui viene reso e risolto il tutto.



Grazie davvero per il commento e i complimenti, sono contento di aver realizzato almeno in parte ciò che avevo in mente. Il finale è la vera pecca, come tutti mi han fatto notare, anche se il limite di carattere ha il suo peso. Forse sto trovando una strada alternativa al mio solito stile, se davvero la scrittura è risultata "asciutta e rapida", bisogna continuare a provare e riprovare...
...sto ancora imparando, poichè l'apprendimento non ha limiti...
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