Lesaz ha scritto:
DQ. ha scritto:
"Voi" tutti avete un modo di leggere diverso rispetto al mio. Infatti c'è coerenza nei vostri commenti che si riferiscono molto spesso allo stile, al linguaggio, alle parole, alla punteggiatura, ai riferimenti ecc, mentre non compare mai (dovrei dire "quasi" per tutelarmi, ma al momento non mi viene in mente nessuna circostanza simile) un riferimento alla costruzione psicologica del personaggio, ad esempio, che nei miei commenti è una costante.
Io non ho mai capito bene a cosa ti riferisci quando parli di questa cosa (ma ho sempre avuto "paura" a chiedere)
Cosa significa costruire psicologicamente un personaggio?
Te lo spiego molto volentieri.
Molto banalmente: se un tuo personaggio ha "paura" di chiedere qualcosa a uno sconosciuto, non può dopo due secondi andare da un altro sconosciuto e dirgli: "bella zio! E bella faccia da culo hai!", mentre gratta il muco dalla gola.
Facciamo finta che le virgolette non esistano, quindi sia proprio paura paura, roba da far salire l'ansia al sol pensiero.
Molto meno banalmente: perché ha paura? Timore reverenziale nei confronti dell'altra persona o nei confronti di tutti? Ha paura di mostrarsi ignorante o peggio ancora stupido?
Facciamo finta che abbia paura di tutti, del confronto in generale. Perché? Scarsa autostima? Da dove deriva? L'autostima si costruisce da piccoli, a partire dal rapporto con i genitori, quindi che intoppo c'è stato? A proposito: è figlio unico o ha fratelli/sorelle? Primogenito, secondo, terzo...? Che rapporto aveva con loro? Chi era il figlio dominante?
Insomma, l'errore più grande che si possa fare è credere che il racconto sia solo quello che si legge, ma se tu scrivi dei 20 anni di un ragazzo, devi sapere anche dei suoi 19 precedenti.
Ad esempio a me è parso, leggendo il racconto di Lumaca, che lui non avesse granché idea del perché la maestra avesse ucciso il ladro. Mi è sembrato che nella sua testa ci fosse solo "perché c'è un contrasto di moralità" (semplificando). Eppure una maestra con una morale e un'etica così solide (così l'ha descritta), si fa carico di un omicidio. Dev'essere scattato qualcosa nella sua testa. Cosa? E si torna alle domande di prima: come mai ha queste basi così solide? Come le ha costruite? Qual è quell'evento scatenante, quell'atto altrui o pensiero proprio che la fa trasformare? Ecc.
Pensa che il personaggio della maestra era costruito così superficialmente, secondo me, che non avevo neanche capito che fosse lei l'assassina. Cioè, nella mia testa era inaccettabile che una come lei potesse fare una cosa del genere. E non si può parlare di colpi di scena...assolutamente. I colpi di scena vanno seminati.
Ti faccio un esempio: se la maestra, uscendo dalla scuola con gli alunni, avesse tolto il cappello a una bambina...sarebbe stato comprensibile il suo gesto di dopo? E se lo avesse calpestato? E se fosse caduto alla bambina e la maestra gliel'avesse porto senza spolverarlo? E se nel riprenderlo da terra la bambina fosse stata fulminata dalla maestra? Se la bambina fosse fuggita via? Esistono milioni di sfumature e ogni sfumatura rappresenta una condizione presente, passata e futura.
In letteratura non so, ma ti assicuro che nel cinema gli avrebbero fatto un culo tanto, a Lumaca. Anche perché nel cinema escono tutte le lacune della scrittura, perché quando l'attore becchino di Lumaca ti chiede "devo fumare con la destra o con la sinistra?", tu devi sapere cosa rispondere e devi sapere "destra perché...", "sinistra perché...".
E quando l'attrice maestra ti si avvicina e ti chiede: "ma i miei genitori sono vivi?", sono cazzi.
Mentre nel racconto scrivi e chissenefrega. Ma se chissenefrega tutto, i personaggi e la storia perdono credibilità.
Sembrano pippe mentali, lo so.
Sperando di non aver tediato arturobandini
Avrei risposto a caso, qualcuna giusta l'avrei beccata.
Seriamente, io credo che uno che abbia esperienza e che faccia solo quello nella vita può capire queste piccolezze che a te sembran giganti. Io non lavoro nel mondo del cinema e non credo di andare a lavorarci, quindi non conosco le sfaccettature della sceneggiatura.
Quello che invece mi viene in mente a leggerti, ora, è che il cinema e la scrittura siano due mondi completamente diversi.