"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." (Italo Calvino)
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ARGOMENTO: [#1] - Cena (commenti)

[#1] - Cena (commenti) 09/05/2021 01:02 #18461

Complimenti a White per la vittoria e un ringraziamento a tutti i partecipanti. Grazie anche a Cichetto per la raccolta dei voti!

A voi i commenti.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 09/05/2021 01:07 #18463

L'ultima cena del silenzio: 7,5
Non penso di aver capito il racconto, cioè: non credo di aver capito se esiste un vero singolo significato del racconto, ma sinceramente non mi interessa. Credo che ognuno di noi possa vederci un significato diverso ed è proprio questo che secondo me rende bello il racconto.
In poche frasi viene ben descritto quello che può essere il significato di “cena” durante la vita di una persona e la raffigurazione del Silenzio è davvero ben fatta. Scrittura lineare e ben leggibile, qualche accento sbagliato ma sono dettagli. Non mi piacciono però i troppi spazi tra le frasi. Comunque bravo!

La cena del giorno dopo: 6
La cena può essere sempre un ottimo momento per tirare le fila della propria vita, o per avere qualche intuizione sul futuro. L’idea per un buon racconto c’era, ma lo trovo davvero troppo poco sviluppato. Scrittura frettolosa, direi come l’intero racconto. Poco tempo?

Fagiani a cena: 6,5
I personaggi sono ben caratterizzati e questo direi che rende gradevole il racconto sebbene la storia sia così così. Mi spiego meglio: ho apprezzato sia la costruzione del racconto sia il fatto che ci sia un colpo di scena finale, ma ho trovato quest'ultimo un po’ troppo "classico" e quindi di poco valore. Il racconto è abbastanza ben scritto, non mi sono piaciuti i troppi spazi e soprattutto i dialoghi: sono scritti piuttosto bene per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ma dal punto di vista grammaticale sono rivedibili.

Tutte le cene del mondo: 8,5 + premio della critica
Che dire, racconto al limite della perfezione. Profuma di crepuscolo estivo, è nostalgico, racconta pezzi di vita vissuta...questo è ciò che ho provato leggendolo. Ad ogni paragrafo immaginavo cosa stavo per leggere ma al tempo stesso non vedevo l’ora di leggerlo. La fine poi è davvero quella giusta.
Scrittura molto curata, forse a tratti troppo ricercata; a primo impatto rischia di rallentare troppo l’ingresso nel racconto da parte del lettore, perché meno immediata e fruibile, ma una volta preso il ritmo ci si fa l’abitudine e non si nota più.
C’è una nota però terribilmente stonata: il titolo. No e poi no, un racconto così bello merita un titolo migliore, almeno per me ovviamente. Suggerimento per il titolo: “Un trancio di pizza” oppure “Spezie”.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 09/05/2021 09:25 #18464

Tavajigen ha scritto:


Fagiani a cena: 6,5
I personaggi sono ben caratterizzati e questo direi che rende gradevole il racconto sebbene la storia sia così così. Mi spiego meglio: ho apprezzato sia la costruzione del racconto sia il fatto che ci sia un colpo di scena finale, ma ho trovato quest'ultimo un po’ troppo "classico" e quindi di poco valore. Il racconto è abbastanza ben scritto, non mi sono piaciuti i troppi spazi e soprattutto i dialoghi: sono scritti piuttosto bene per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ma dal punto di vista grammaticale sono rivedibili..



Grazie Tava,
Sui personaggi ho provato a fare uno sforzo in più del solito, non si sa mai nulla dei miei protagonisti. Qui mi sono impegnato nelle descrizioni molto più di quanto avrei fatto normalmente, per i protagonisti e per il resto.

Troppi
spazi
intenso
come
i vari
a capo?


Il colpo di scena finale a te e sembrato classico e pensandoci bene lo è, il veleno a cena è usatissimo, però mi ha dato una grande soddisfazione.
Non tanto per la qualità della stesura ma per come l’idea ha risolto lo stop creativo (creativo va messo tra svariate virgolette).
Lo dirò meglio in seguito ma praticamente ero fermo con loro due che mangiavano senza avere altro in mente, buio.


Infine la grammatica beh... più di tanto non ce l’ho mai avuta nel sangue, cercherò di fare attenzione in universi 8 e 3/4.
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Ultima modifica: 09/05/2021 09:31 Da Cichetto.

Re: [#1] - Cena (commenti) 09/05/2021 23:11 #18465

Sì mi sono espresso male scusa: con troppi spazi intendevo la struttura a tanti capoversi, tante sezioni divise. Dà un senso di frammentato...ok andare a capo, ma lo spazio lo userei solo quando c'è un salto importante nella scrittura, di tempo o di luogo, così da dare stacco netto.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 10/05/2021 19:38 #18466

La cena del giorno dopo: 5
Non ho capito. Un racconto breve, per quanto appunto breve, deve raccontare qualcosa. Devo potere almeno intuire quale sia questa cosa straordinaria che il messaggio suggerisce ai protagonisti. Illegale, probabilmente, dalla reazione. Ma di cosa si parla? Sicari? Falsificatori? Sembra quasi un incipit di un racconto che poi non si ha avuto il tempo di completare. C'è una linea sottile tra il creare suspence e lasciare il lettore a immaginarsi cosa possa succedere, e confonderlo; qui, a mio parere, il racconto finisce per fare la seconda, e non è una cosa positiva.

Il commensale: 7,5
Premio con il primo posto. Iniziando a leggerlo, mi ha dato una cattiva impressione. Solito scenario post-apocalittico, riferimento fin troppo scontato al covid, ovviamente il commensale sta mangiando carne umana. Il dialogo è anche troppo scontato. La fine, a mio parere, risolleva: non avevo capito che fosse una sola persona. Il che mi ha fatto rileggere da capo il racconto con la cusiosità di capire se fossi stato "ingannato" in modo ingiusto, o se questa chiave di lettura fosse potenzialmente intuibile, e quindi un colpo di scena vero e proprio. La seconda. Personalmente, e già l'ho detto in passato, io mi allontanerei dallo scenario apocalittico a tutti i costi. Inserire questo stesso dialogo in una situazione normale, o addirittura positiva e piacevole, avrebbe secondo me fatto risaltare ulteriormente il colpo di scena. Però in generale scorre bene, e quindi Tava ti si perdona il dover sterminare la razza umana a tutti i costi.

Fagiani a cena: 6.5
Non sono un grande fan del rivolgersi al lettore ("Avete in mente...?"). Il colpo di scena finale a mio parere risulta forzato: ci sarebbero stati modi molto migliori di levarlo di mezzo. Che poi, era proprio necessario? Per quanta attenzione abbia potuto fare Rio, si tratta -suppongo- di un ristorante nella città dove vive. Si è dileguato lasciando l'amico stramazzante. E la chiamata di Tony è arrivata da un cellulare supponiamo di sua proprietà, dato che Rio ha risposto sapendo chi fosse. Immagino che la polizia non avrebbe problemi a rintracciarlo, anche solo come persona informata dei fatti.
Il racconto si riprende a mio parere con l'ironia, che lo fa arrivare abbondamente sopra la sufficienza e riesce a strappare un sorriso.

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Ho dato il secondo posto perché postato dopo la scadenza originaria. A me personalmente non piace uno stile così elaborato -ma so di essere una minoranza, questo non impatta sul voto. Molto leggero e godibile, riesce a descrivere la vita di persone che escono dall'ombra per rientrarci, facendomi chiedere se e chi tra loro si conosca, quali dei personaggi menzionati nella storia dell'uno possano appartenere alla storia dell'altro. In generale, per me, un'ottima prova.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 10/05/2021 19:44 #18467

Tavajigen ha scritto:
L'ultima cena del silenzio: 7,5
Non penso di aver capito il racconto, cioè: non credo di aver capito se esiste un vero singolo significato del racconto, ma sinceramente non mi interessa. Credo che ognuno di noi possa vederci un significato diverso ed è proprio questo che secondo me rende bello il racconto.
In poche frasi viene ben descritto quello che può essere il significato di “cena” durante la vita di una persona e la raffigurazione del Silenzio è davvero ben fatta. Scrittura lineare e ben leggibile, qualche accento sbagliato ma sono dettagli. Non mi piacciono però i troppi spazi tra le frasi. Comunque bravo!


Grazie Tava! Il racconto è aperto all'interpretazione di chi legge. Il tema principale che ci volevo mettere è l'ipocrisia della famiglia perfetta, in cui in realtà non ci si sopporta. Al di là di questo, ci si può vedere un po' quello che ci si vuole. L'ispirazione del "colpo di scena" è un racconto molto bello di Gabriel Garcia Marquez, La luce è come l'acqua, che consiglio a tutti di leggere
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Re: [#1] - Cena (commenti) 10/05/2021 22:11 #18468

Asintoto ha scritto:
Il commensale: 7,5
Premio con il primo posto. Iniziando a leggerlo, mi ha dato una cattiva impressione. Solito scenario post-apocalittico, riferimento fin troppo scontato al covid, ovviamente il commensale sta mangiando carne umana. Il dialogo è anche troppo scontato. La fine, a mio parere, risolleva: non avevo capito che fosse una sola persona. Il che mi ha fatto rileggere da capo il racconto con la cusiosità di capire se fossi stato "ingannato" in modo ingiusto, o se questa chiave di lettura fosse potenzialmente intuibile, e quindi un colpo di scena vero e proprio. La seconda. Personalmente, e già l'ho detto in passato, io mi allontanerei dallo scenario apocalittico a tutti i costi. Inserire questo stesso dialogo in una situazione normale, o addirittura positiva e piacevole, avrebbe secondo me fatto risaltare ulteriormente il colpo di scena. Però in generale scorre bene, e quindi Tava ti si perdona il dover sterminare la razza umana a tutti i costi.



Consigli davvero preziosi, grazie! Sì in effetti ho scritto una cosa letta e riletta, ma diciamo che me l'ero presa come sfida personale e comunque partivo da un'idea di storia che mi convinceva e in cui credevo. Contento che ti sia piaciuto il colpo di scena.
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Ultima modifica: 10/05/2021 22:12 Da Tavajigen.

Re: [#1] - Cena (commenti) 10/05/2021 22:56 #18469

Tavajigen ha scritto:
Sì mi sono espresso male scusa: con troppi spazi intendevo la struttura a tanti capoversi, tante sezioni divise. Dà un senso di frammentato...ok andare a capo, ma lo spazio lo userei solo quando c'è un salto importante nella scrittura, di tempo o di luogo, così da dare stacco netto.


Si hai ragione, ce ne sono troppi in effetti.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 10/05/2021 23:24 #18470

6.5 - L’ultima cena del silenzio
COMMENTO

Un racconto strano, la prima parte mi è piaciuta molto, la seconda meno, qualche punto non l’ho capito neanche a fondo.
La tristezza regna, anche nel finale c’è un po’ di allegria ma rimane l’idea che l’animo della protagonista sia sempre cupo, solo un po’ risollevato.
Anche il rituale della cena a tutti i costi è molto italiano, ben esposto, altra cosa che mi è piaciuta molto è la percezione di Vittoria che non si rinnova, dopo aver fatto da mamma e nonna in pratica non ha null’altro.

Là madre naturale invece non ho capito molto il senso, hanno sbagliato persona?
Era per giustificare tutta la gente allegra?
E l’acqua viscosa cosa rappresenta, la rottura del silenzio o anche altro?

Ci sono delle parole/verbi non sempre usati ma molto belli, come crebbero, diafane e una tra le mie preferite che è formidabile. Dove la metti da una marca e in più alla frase.

Faccio questo commento (e anche tutti gli altri che seguiranno) dopo una rilettura, ho perso i commenti a caldo di qualche gg fa.
Col senno di poi avrebbe meritato mezzo punto in più ma sempre al terzo posto.
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Ultima modifica: 10/05/2021 23:24 Da Cichetto.

Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 00:24 #18471

6 - La cena del giorno dopo
COMMENTO


Qui ho pensato.. non ha fatto in tempo a scriverlo come voleva ma lo ha chiuso lo stesso e - per amor di universi - pubblicato, forse Steve.
Boh... forse invece il racconto e proprio così, un incipit di una storia e stop buona li, il resto non c’è, oppure se vuole se lo deve immaginare il lettore.
Comunque sia l’effetto ricevuto è di un incompiuto, mi manca qualcosa.

La prima frase mi ha lasciato un po’ perplesso:
Un odore di eucalipto e canfora sembrava aver inondato il locale.
Cioè? E una presentazione del luogo oppure è successo qualcosa che inonda la sala?

Altra perplessità..
Capii a volo
Chi tu? E cosa?

Vedendo ora che del buon Gensi il racconto, sono sicuro che si riferisca ad un suo recente successo lavorativo
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Ultima modifica: 11/05/2021 00:25 Da Cichetto.

Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 00:35 #18472

Asintoto ha scritto:

Fagiani a cena: 6.5
Non sono un grande fan del rivolgersi al lettore ("Avete in mente...?"). Il colpo di scena finale a mio parere risulta forzato: ci sarebbero stati modi molto migliori di levarlo di mezzo. Che poi, era proprio necessario? Per quanta attenzione abbia potuto fare Rio, si tratta -suppongo- di un ristorante nella città dove vive. Si è dileguato lasciando l'amico stramazzante. E la chiamata di Tony è arrivata da un cellulare supponiamo di sua proprietà, dato che Rio ha risposto sapendo chi fosse. Immagino che la polizia non avrebbe problemi a rintracciarlo, anche solo come persona informata dei fatti.
Il racconto si riprende a mio parere con l'ironia, che lo fa arrivare abbondamente sopra la sufficienza e riesce a strappare un sorriso.



Ehi è vero, c’è un buco narrativo notevole con la cosa dei cellulari; potrei, anzi potevo, risolverlo dicendo che era lui a sentirsi al sicuro avendo avuto delle accortezze (che sia un po’ suonato spero traspaia) ma che sarebbe stato arrestato di li a poco. Comunque non ci avevo fatto caso.

Anche per te quindi il colpo di scena e poco valido, che pugnalate mi state dando.
Ok che poteva toglierlo di mezzo in tanti modi, l’ idea era di giustificare il motivo della cena, se il tema fosse stato adrenalina forse gli avrei fatto manomettere il paracadute per dire.

Sono contento che ti abbia strappato qualche sorriso
Grazie
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Ultima modifica: 11/05/2021 00:48 Da Cichetto.

Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 08:13 #18473

Eccomi qua! Intanto ringrazio tutti voi per l'apprezzamento verso il mio racconto, per il premio critica (a sto giro ci tenevo moltissimo e sono orgoglioso di questa unanimità) e soprattutto Max per questo revival di UniVersi!
Ma andiamo ai racconti!

L'ultima cena del silenzio
Ne ho apprezzato molto la scrittura decisamente evocativa. Il racconto trasmette molto bene le emozioni che l’autore vuole comunicare, rendendosi molto gradevole a dispetto della trama tutto sommato non molto originale, e si viene accompagnati molto bene nella graduale, crescente solitudine della protagonista.
Mi è piaciuto molto l’incipit (“causa e conseguenza del profondo affetto, e per questo sua rappresentazione più sincera”) che svolge molto bene il suo lavoro di incipit presentando quasi ironicamente la visione tutta soggettiva e vagamente distorta di Vittoria, che vede sincerità e autenticità nella sua ritualità forzata e artificiosa.
C’è un leggero calo nella parte centrale, soprattutto a livello narrativo, con l’espediente un po’ surreale che dà la svolta al racconto. Nota surreale che ho trovato leggermente sgradevole al palato (nonostante in genere lo apprezzi molto) ma che stona leggermente in un racconto che, per il resto, surreale non mi pare voglia essere. Non saprei dire se sia l’espediente di per sé o il modo un po’ affrettato con cui viene presentato, ma che una famiglia a caccia di un parente sconosciuto possa entrare nella vita della protagonista in modo così brusco, saltando ogni cerimonia mentre commette un errore di persona così marchiano, spezza un po’ la sospensione dell’incredulità. Forse allungare e curare un po’ di più questo passaggio, giustificando il tutto con un approccio più graduale della nuova famiglia, avrebbe reso il racconto più fluido… o forse ne avrebbe al contrario spezzato il ritmo, chissà.
È comunque un peccato veniale: il racconto si riprende in fretta e sfocia in un finale che mi ha conquistato. Bellissima la metafora finale della risata che erutta e scaccia il silenzio. Un premio critica assegnato senza troppi dubbi: lo stile è decisamente il punto forte di questo racconto.
Ho una sola perplessità: non mi è ben chiaro cosa rappresenta quel “Qua!” indicato come “verso della papera”, da dove arriva e chi lo pronuncia esattamente, o cosa raffiguri.

La cena del giorno dopo
Racconto strano e sembra un po’ mollato a metà (non solo nel finale, ma nella cura generale e nella realizzazione dell’idea). Non è nemmeno ben chiaro se sia effettivamente, come sembra, un tentato esercizio di stile nel non raccontare nulla o qualcosa che voleva e poteva essere leggermente di più, ma poi abbandonato. Mi son fatto l’idea che sia entrambe le cose: un racconto buttato giù in tutta fretta per onorare il concorso, ma che delude proprio perché in realtà fa intravedere molto potenziale.
Un difetto grave, per me, è che il tema della cena sembra essere anche meno di una cornice: il racconto potrebbe traslarsi ovunque. Eppure l’idea di fondo era validissima e trovo simpatico il tentativo di presentarci una notizia eclatante, al centro del racconto, che cambia totalmente l’animo dei protagonisti, senza effettivamente rivelarla. Mi ha ricordato la mitica valigetta di Pulp Fiction. Il problema è che questo espediente non viene sfruttato davvero. Anche solo descrivere come i protagonisti cambiano atteggiamento verso il cibo, prima e dopo la notizia, facendo in modo che sia la cena e l’atto del mangiare a rivelarcene l’importanza, poteva costituire un’idea per un ulteriore sviluppo e per mettere al centro il tema del concorso, rendendo al contempo il racconto molto più interessante e originale. Insomma, è un peccato proprio perché l’autore aveva nel piede un gran gol, ma il tiro è uscito a fil di palo.
C’è qualche piccolo errore qua e là che salta all’occhio: dovrebbe essere “le spiegai” invece di “gli”. Subito sotto “capii al volo” doveva forse essere un “capì”? Sembrano errori dovuti a una mancata o frettolosa rilettura, a confermare l’impressione di un racconto scritto in tutta fretta, perché per il resto la scrittura sembra valida e sufficientemente esperta.
Ma i nomi? Simangaliso da dove lo hai preso?

Il commensale
Invidio tantissimo chi riesce a scrivere così. Rendere interessante e realistico il discorso diretto, i dialoghi, è qualcosa che mi appare tremendamente difficile ed è sicuramente il principale punto debole della mia scrittura. Qui vien fatto in maniera perfetta e appassionante, sia nelle frasi pronunciate dal protagonista, che nell’inserimento all’interno dell’ambiente circostante, con le descrizioni e le reazioni del suo commensale immaginario: il meccanismo è perfetto e senza sbavature. Una scrittura che cattura e sa essere evocativa. Mi ha infatti restituito e riportato le atmosfere di un bel thriller recente: The Lighthouse.
Sorprendentemente l’unico racconto a tema covid, anche se forse è stato più un desiderio dell’autore di attualizzarlo? L’idea forse avrebbe funzionato anche meglio in un meno definito contesto post apocalittico, ma d’altra parte si sarebbe persa la divertente digressione sui pipistrelli. Va detto che la velata ironia di fondo, nel monologo un po’ sconclusionato del protagonista e nelle sue contraddizioni, è decisamente il punto forte del racconto.
Il finale forse è eccessivamente telefonato e rivelato in maniera un po’ troppo aperta. L’avrei lasciato sotto il manto del dubbio e una più sottile metafora. Ma è davvero cercare il pelo nell’uovo. Ottima prova.
Segnalo un typo a due terzi del racconto: “No, non possono andarmene”.

Fagiani a cena
Adoro! Racconto geniale! Mi sono sganasciato dal ridere. Ritmo e tempi comici assolutamente perfetti! Freddure che in qualche caso si potrebbero giudicare tranquillamente come banali o troppo idiote per far sorridere, riescono a trovare qui una comicità inusitata semplicemente per mano della penna dell’autore, che le inserisce magistralmente nel ritmo dei dialoghi. Il meccanismo comico è inappuntabile!
A dare ancora più forza al surrealismo e all’assurdità dei dialoghi concorre lo stile delle descrizioni, al contrario molto raffinate e curate: l’estremo contrasto rafforza imprevedibilmente tutto l’impianto. Scrivere per far ridere è secondo me una delle cose più difficili in assoluto, nel mondo della scrittura, e questo racconto secondo me rivela un autentico talento.
Unico appunto: un uso un po’ generoso delle virgole, laddove a mio parere sarebbero più indicati altri segni di interpunzione.
Parentesi divertente: ci sono quasi rimasto leggendolo, dato che il racconto è ambientato a Bologna (non mi pare di averti chiesto il perché della scelta) e vede protagonista un soggetto di nome Tony. Uno dei miei migliori amici si chiama esattamente Tony (con la y), ama giocare a fare il detective e coltiva zafferano (e ci sono parecchie altre coincidenze qua e là). Ho pensato si fosse rotto Matrix.
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Ses ailes de géant l'empêchent de marcher."

Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 09:00 #18474

Tavajigen ha scritto:

Tutte le cene del mondo: 8,5 + premio della critica
Che dire, racconto al limite della perfezione. Profuma di crepuscolo estivo, è nostalgico, racconta pezzi di vita vissuta...questo è ciò che ho provato leggendolo. Ad ogni paragrafo immaginavo cosa stavo per leggere ma al tempo stesso non vedevo l’ora di leggerlo. La fine poi è davvero quella giusta.
Scrittura molto curata, forse a tratti troppo ricercata; a primo impatto rischia di rallentare troppo l’ingresso nel racconto da parte del lettore, perché meno immediata e fruibile, ma una volta preso il ritmo ci si fa l’abitudine e non si nota più.


Hai ragione. Col registro scelto mi sono assunto un rischio e avevo molta paura che potessi esagerare e risultare illeggibile. Come detto, a questo giro mi ero messo in testa di puntare il premio critica (non so neanch'io perchè, un "esercizio di stile" in un certo senso) e ho subordinato il racconto allo stile, mettendo la forma al centro di tutto, contrariamente a quanto son solito fare. Non si è trattato comunque di costruire una scrittura ricercata fine a sè stessa, in quanto odio gli autori che lo fanno. Ogni scelta linguistica e lessicale è stata minuziosamente ragionata (il lavoro di cesello ha impiegato ore e ho riletto il racconto così tante volte che ormai non riesco più a leggerne neanche una frase senza che mi venga la nausea ).

Il mio scopo era dar vita a una scrittura che si facesse carico di più piani comunicativi contemporaneamente. Volevo che ogni singola parola o figura retorica fosse in grado di assumere significati multipli, sia sul piano narrativo di per sè (la descrizione fattuale delle cose e degli accadimenti), sia sul piano emotivo (le emozioni e i sentimenti dei personaggi), sia sul piano sensoriale (profumi, sensazioni, eccetera), creando un intreccio molto stretto fra tutti questi piani. L'effetto che volevo creare era raccontare al lettore più cose in una volta, senza che lui, possibilmente, se ne avvedesse consciamente. Ad esempio certe sensazioni fisiche assumono anche forti significati simbolici e metaforici (i profumi "assopiti" che corrono verso il protagonista, come a sostituire la moglie e la figlia, appunto assopite, nel correre verso il padre di ritorno dal lavoro, come nel più classico dei quadretti familiari); oppure la descrizione di uno stato emotivo è contemporaneamente anche la descrizione di un evento reale e/o viceversa.
Esempio banale: Lucrezia che "affida alla parete i suoi malumori", o anche "il sole era tramontato sui sensi di colpa" che racconta sì lo stato emotivo di Nicola, ma vuole, sottotraccia, anche imprimere al lettore la sensazione del passaggio dal crepuscolo alla sera inoltrata, senza effettivamente descriverlo e lasciando che sia la mente del lettore, opportunamente stimolata, a fare tutto. Ovviamente in molti casi la scrittura non può che farsi ricercata, perchè si tratta di scegliere parole che si possan caricare di determinate sensazioni o "impressioni" e che abbiano un determinato suono.

Non so se sono riuscito pienamente nel mio intento, ma il tuo commento molto generoso e il generale apprezzamento mi dice che l'esperimento è stato abbastanza positivo, a dispetto magari di una certa pesantezza.

Tavajigen ha scritto:
C’è una nota però terribilmente stonata: il titolo. No e poi no, un racconto così bello merita un titolo migliore, almeno per me ovviamente. Suggerimento per il titolo: “Un trancio di pizza” oppure “Spezie”.


Hai centrato il bersaglio in pieno!
Ebbene sì, il titolo è davvero buttato lì e sono assolutamente d'accordo con te. È strano, perchè di solito il titolo è fra le prime cose che mi vengono in mente in un'idea, eppure a sto giro mi son scervellato tanto, ma non mi è venuto in mente niente. Alla fine ero sfinito dal lavoro di cesello che dicevo e volevo soltanto consegnare, anche perchè ero ormai al fotofinish, quindi ho messo l'unico vagamente convincente che mi veniva in mente e via. Ma sì, non è "il suo" titolo.
Apprezzo i suggerimenti, ma non mi convincono, visto che si riferiscono a passaggi non rilevanti a livello puramente narrativo (forse quelli che ti hanno più suggestionato?). Le alternative che avevo in mente erano qualcosa sul genere di "Solitudini" o "Cene solitarie", ma non mi convincevano e inoltre dicevano troppo sul racconto e sui personaggi e situazioni narrate e non mi piace guidare per mano il lettore.
Continuerò a pensarci, dovessi mai ripubblicarlo altrove.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 09:18 #18475

Asintoto ha scritto:

Tutte le cene del mondo: 7,5 + PC
Ho dato il secondo posto perché postato dopo la scadenza originaria. A me personalmente non piace uno stile così elaborato -ma so di essere una minoranza, questo non impatta sul voto.


Lo capisco benissimo e valgono le considerazioni già fatte in risposta a Tava. Mi sorprendi comunque un po', dato che ti ho sempre ritenuto uno di quelli dallo stile più elaborato di UniVersi e sei stato per questo il mio premio critica a questo giro e, mi pare, anche in passato.

Asintoto ha scritto:
Molto leggero e godibile, riesce a descrivere la vita di persone che escono dall'ombra per rientrarci, facendomi chiedere se e chi tra loro si conosca, quali dei personaggi menzionati nella storia dell'uno possano appartenere alla storia dell'altro.


A tal riguardo c'è una correlazione voluta fra due personaggi e mi sono chiesto a lungo se lo avessi reso sufficientemente chiaro. Non mi piace imboccare il lettore e sono stato combattuto fra l'essere ancora più sottile o aggiungere qualche indizio (mi son detto che ciò che sembrava estremamente chiaro a me lo era solo in quanto autore), ma a questo punto mi chiedo: qualcuno se n'è accorto?
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 09:23 #18476

Tavajigen ha scritto:
Sì mi sono espresso male scusa: con troppi spazi intendevo la struttura a tanti capoversi, tante sezioni divise. Dà un senso di frammentato...ok andare a capo, ma lo spazio lo userei solo quando c'è un salto importante nella scrittura, di tempo o di luogo, così da dare stacco netto.


Intervengo a gamba tesa su un commento che non mi compete, ma mi permette di aggiungere qualcosa sul racconto di Cichetto e sul tuo. A me invece la formattazione di Cichetto è piaciuta moltissimo: l'ho trovata pulita e ordinata. L'assenza di paragrafi, in un racconto così fitto e che mescola continuamente dialoghi e descrizioni, lo avrebbe reso, a mio parere, molto meno leggibile, soprattutto in un forum, allo schermo di un computer.

Al contrario è forse una cosa che non mi è piaciuta molto del tuo, che avrebbe sicuramente beneficiato di qualche spaziatura in più. Ovviamente parere personale.
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Ses ailes de géant l'empêchent de marcher."

Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 09:25 #18477

Asintoto ha scritto:
L'ispirazione del "colpo di scena" è un racconto molto bello di Gabriel Garcia Marquez, La luce è come l'acqua, che consiglio a tutti di leggere


Ma dai? Marquez è uno dei miei scrittori preferiti, ma non conosco minimamente la sua produzione di racconti... Me lo segno! Grazie!
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"Le Poète est semblable au prince des nuées
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 09:36 #18478

Cichetto ha scritto:

Ehi è vero, c’è un buco narrativo notevole con la cosa dei cellulari; potrei, anzi potevo, risolverlo dicendo che era lui a sentirsi al sicuro avendo avuto delle accortezze (che sia un po’ suonato spero traspaia) ma che sarebbe stato arrestato di li a poco. Comunque non ci avevo fatto caso.

Anche per te quindi il colpo di scena e poco valido, che pugnalate mi state dando.
Ok che poteva toglierlo di mezzo in tanti modi, l’ idea era di giustificare il motivo della cena, se il tema fosse stato adrenalina forse gli avrei fatto manomettere il paracadute per dire.


Faccio ancora l'avvocato non richiesto, ma se non altro dò un parere diverso sulla questione. Secondo me un racconto di questo tipo può concedersi qualche "ingenuità" narrativa in più, sorretta dall'assurdità di fondo che permea tutto il racconto. Sono uno che bada molto alle incoerenze di trama, ma ovviamente non può essere lo scopo di un racconto del genere quello di fornire una narrazione particolarmente realistica.

Allo stesso modo il finale di un racconto umoristico penso debba essere finalizzato innanzitutto a far sorridere e non necessariamente deve essere degno di un grande giallo. In questo senso quello scelto in questo caso mi sembra perfetto.
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 10:32 #18480

Cichetto ha scritto:
6.5 - L’ultima cena del silenzio
COMMENTO

Un racconto strano, la prima parte mi è piaciuta molto, la seconda meno, qualche punto non l’ho capito neanche a fondo.
La tristezza regna, anche nel finale c’è un po’ di allegria ma rimane l’idea che l’animo della protagonista sia sempre cupo, solo un po’ risollevato.
Anche il rituale della cena a tutti i costi è molto italiano, ben esposto, altra cosa che mi è piaciuta molto è la percezione di Vittoria che non si rinnova, dopo aver fatto da mamma e nonna in pratica non ha null’altro.

Là madre naturale invece non ho capito molto il senso, hanno sbagliato persona?
Era per giustificare tutta la gente allegra?
E l’acqua viscosa cosa rappresenta, la rottura del silenzio o anche altro?

Ci sono delle parole/verbi non sempre usati ma molto belli, come crebbero, diafane e una tra le mie preferite che è formidabile. Dove la metti da una marca e in più alla frase.

Faccio questo commento (e anche tutti gli altri che seguiranno) dopo una rilettura, ho perso i commenti a caldo di qualche gg fa.
Col senno di poi avrebbe meritato mezzo punto in più ma sempre al terzo posto.


Grazie Max! Sì, è uno scambio di persona. E' forse un'espediente un po' forzato, come ha scritto anche White, ma avevo bisogno di una svolta nella trama.
La rottura del silenzio rappresenta la personificazione del silenzio, che era avvenuta lentamente durante il racconto attribuendogli modi di dire umanizzanti: il silenzio che si sedeva a tavola, che cresceva -tutte cose che si possono dire in modo figurato, o in modo reale. La rottura del silenzio diventa quindi un'esplosione vera e propria.
Ti ringrazio per il commento positivo! L'atmosfera cupa e senza speranza era sicuramente uno degli elementi principali, sono contento che sia passata
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 10:36 #18481

Cichetto ha scritto:
Asintoto ha scritto:

Fagiani a cena: 6.5
Non sono un grande fan del rivolgersi al lettore ("Avete in mente...?"). Il colpo di scena finale a mio parere risulta forzato: ci sarebbero stati modi molto migliori di levarlo di mezzo. Che poi, era proprio necessario? Per quanta attenzione abbia potuto fare Rio, si tratta -suppongo- di un ristorante nella città dove vive. Si è dileguato lasciando l'amico stramazzante. E la chiamata di Tony è arrivata da un cellulare supponiamo di sua proprietà, dato che Rio ha risposto sapendo chi fosse. Immagino che la polizia non avrebbe problemi a rintracciarlo, anche solo come persona informata dei fatti.
Il racconto si riprende a mio parere con l'ironia, che lo fa arrivare abbondamente sopra la sufficienza e riesce a strappare un sorriso.



Ehi è vero, c’è un buco narrativo notevole con la cosa dei cellulari; potrei, anzi potevo, risolverlo dicendo che era lui a sentirsi al sicuro avendo avuto delle accortezze (che sia un po’ suonato spero traspaia) ma che sarebbe stato arrestato di li a poco. Comunque non ci avevo fatto caso.

Anche per te quindi il colpo di scena e poco valido, che pugnalate mi state dando.
Ok che poteva toglierlo di mezzo in tanti modi, l’ idea era di giustificare il motivo della cena, se il tema fosse stato adrenalina forse gli avrei fatto manomettere il paracadute per dire.

Sono contento che ti abbia strappato qualche sorriso
Grazie


E ma quello è il problema: la cena è un modo poco realistico di porre fine alla storia, ma devi mettercela perché è il tema della tornata. Personalmente, anche leggendo il messaggio di White sotto, penso che un racconto "poliziesco" debba stare particolarmente attento alla verosimiglianza della storia, anche quando la butta sull'ironia
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Re: [#1] - Cena (commenti) 11/05/2021 10:39 #18482

White Lord ha scritto:
Asintoto ha scritto:

Tutte le cene del mondo: 7,5 + PC
Ho dato il secondo posto perché postato dopo la scadenza originaria. A me personalmente non piace uno stile così elaborato -ma so di essere una minoranza, questo non impatta sul voto.


Lo capisco benissimo e valgono le considerazioni già fatte in risposta a Tava. Mi sorprendi comunque un po', dato che ti ho sempre ritenuto uno di quelli dallo stile più elaborato di UniVersi e sei stato per questo il mio premio critica a questo giro e, mi pare, anche in passato.

Asintoto ha scritto:
Molto leggero e godibile, riesce a descrivere la vita di persone che escono dall'ombra per rientrarci, facendomi chiedere se e chi tra loro si conosca, quali dei personaggi menzionati nella storia dell'uno possano appartenere alla storia dell'altro.


A tal riguardo c'è una correlazione voluta fra due personaggi e mi sono chiesto a lungo se lo avessi reso sufficientemente chiaro. Non mi piace imboccare il lettore e sono stato combattuto fra l'essere ancora più sottile o aggiungere qualche indizio (mi son detto che ciò che sembrava estremamente chiaro a me lo era solo in quanto autore), ma a questo punto mi chiedo: qualcuno se n'è accorto?


Il tuo stile secondo me è più ricercato dal punto di vista delle parole scelte, che sono meno comuni di quelle che credo di usare io e a volte rischiano di affaticare un po' la lettura. Ma ripeto, lo stile è talmente personale che faccio l'appunto e poi lo lascio lì

Sul secondo commento: dovrei ora rileggere perché non ricordo, ma avevo intuito che una ragazza menzionata da una parte fosse ricomparsa da un'altra parte se ricordo bene? Ma secondo me il lasciare il dubbio al lettore va benissimo!
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