meh buonanotte
nota a margine: per questa tornata avrei voluto una spiegazione sulla traccia in inglese - ci deve essere un motivo per cui c'è paradise city e non città del paradiso - ma mi sa che molti se ne sono sbattuti la baguette. io no. scherzo, che devo fa' metterve 3 in inglese?
...E se Paradise City - 5
se non lo conoscesse l'autore dovrebbe leggere il mio racconto dell'anno scorso su Il giorno sbagliato
e devo supporre che non lo conoscesse perchè se invece si rivelasse essere uno che l'ha letto lo accuso di plagio e gli tolgo 5 voti XD se fa pe' scherzà
veniamo al racconto: giovanni battista all'inglese è un po' troppo easy come riferimento, si poteva osare con qualcosa di più contorto, mentre del commensale non sappiamo niente, tranne che è un passivo e che serve solamente a far esprimere al battista la sua teoria. questo meccanismo-chiacchierata è troppo sputtanato e per fargli reggere il peso di un intero racconto dovrebbe avere un pizzico - non chiedo troppo - di verve, ironia, genialità, ma non ci vedo niente di simile. per me una chiacchierata del genere dovrebbe essere calibrata in maniera ben diversa, così risulta solo pesante, o inserita in un contesto più ampio.
l'uso di una frase tutta maiuscola dovrebbe essere evitato. è una concezione internettiana l'associazione al gridare, se un personaggio alza la voce lo scrittore lo deve mostrare (in sostanza il benedetto show don't tell)
ciò che mi ha infastidito a parte il plagio (a scanso di equivoci scherzo eh! XD) è stata la frase "un silenzio così intenso che nessuna metafora renderebbe adeguata giustizia" che sa di arresa dello scrittore: non sa descrivere, si arrende alla realtà. invece deve tenere ben a mente la frase che ho come firma perchè se tutto ciò che c'è c'è già, nei suoi pezzi deve puntare a rendere possibile l'impossibile fino a rendere possibile la realtà.
LA CARTELLA - 5,5
se è autobiografico l'autore dovrà perdonare la schiettezza: il tono greve della vicenda si perde nella melensa banalità di un film già visto. l'autore cerca un continuo "elevarsi" sommergendo il lettore in un mare aforismatico baricchiano - non mi piace baricco se non si fosse capito - in un continuo parossismo di frasi a effetto. per dire: se fosse stata isolata la frase finale l'avrei apprezzata di più, ma viene dopo un racconto fin troppo imbottito (chissà che può combinare l'autore in un racconto di 12k caratteri)
la vicenda di per sè meriterebbe la lettura, la morte di qualcuno a noi caro ha il potere empatico di catturare il lettore e lo scrittore, ben conscio di ciò, ce lo schiaffa di prima intenzione. furbamente - che la furbizia serve eh, è un elogio, un punto a suo favore.
l'incidentale "non perché fossero già trapassati" si poteva evitare, sembra l'unica cosa beffarda in un racconto che viaggia con un altro registro
Whisky & Glock - 5,5
niente di originale nè come trama nè come narrazione. credo che l'inizio potesse essere architettato in maniera migliore, senza catapultarsi così nel lungo flashback nell'arco di 6 righe. flashback che a parer mio racconta troppo finendo col risultare molto "alla buona" e appesantendo il tutto. la scelta di provare a far capire come la città paradiso si sia trasformata in inferno va bene, ma è fatta male, poteva anche non esserci alcun riferimento alla città per il peso che ha nella vicenda. Mark perde il lavoro e la moglie e non basta la foschia a dare la colpa alla città. senti che una città si trasforma in un inferno quando vedi che uccide sè stessa, uccide la propria gente e viceversa, quando ti rendi conto che una città è fatta da cittadini che se ne fottono di essa, che non esiste una comunità ma solo il pensare a sè e a breve termine. quando un giorno sì e uno pure ti arrivano le zaffate dell'inferno, rosse e penetranti. l'autore si fidi di un tarantino che ha ormai la certezza di non voler vedere un futuro figlio crescere nella sua città.
La mia città - 4
non c'è storia, non c'è mordente. una descrizione dai toni lievi da cui non riesco a carpire l'amore per la propria città dell'autore. una descrizione paesaggistica che non produce sentimento alcuno.
se uno scrive solo 2k caratteri o non ha niente da dire o ha un finale geniale.
"studia il manzoni" non si può sentire :\ (non che abbia penalizzato, sia chiaro)
Una striscia di paradiso - 5,5
Un racconto con ottime intenzioni perlomeno. Ma non c'è empatia, manca il coinvolgimento emotivo che la vicenda dovrebbe trasmettere (forse è vero che sarebbe meglio scrivere solo ciò di cui si ha esperienza - vedi le mie difficoltà con la prima trama che mi era venuta in mente). E da lettore sensibile alle vicende palestinesi non rimanere coinvolto in un racconto del genere non è affatto un buon segno. inoltre non è scritto bene per me.
Troppi punti e virgola, c'è chi dice che ne abusi colui il quale non sa se mettere il punto o la virgola
Imperfezioni varie (troppe)
Bani Suheila non Shueila
"eravamo legatissimi, ancor prima che nostro padre ci abbandonò " ci abbandonasse
"che nostra madre se ne andò " se ne andasse
"una ruvida brezza gli scompiglia i capelli" LE scompiglia
In "Visto da quassù il mio Paese assomiglia ad una vaso, muri alti che contengono poche gocce di vita, destinate con il tempo ad evaporare e a non lasciare più nessuna traccia; più che ad un vaso ad un bicchiere, con pareti che sembrano trasparenti visto come il mondo, occidente in primis, finge di non vederlo questo dannato muro" penso che l'autore abbia trovato buone entrambe le metafore e le abbia volute lasciare entrambe, ma secondo me ne andava eliminata una
Per me era da evitare il "far scrivere la lettera al morto" finale, era da evitare completamente lasciare la parola a un 13enne se poi non si scrive con quel piglio, cercando di imitare lo stile che un 13enne potrebbe avere. Sono rimasto col dubbio che l'autore l'abbia fatto apposta a fare certi errori, ma pendo per il no dato l'insieme. O se sì l'ha fatto male imho.
Condizionamento - 6
Premio la ricerca dell'originalità, ma mi sembra basato su un'idea resa male a causa della scelta di far raccontare a posteriori dal protagonista la vicenda sotto forma di lettera al padre che avrebbe potuto giovarsi del precedente di kafka.
Un po' stiracchiato (e per un racconto di 4k caratteri non è il massimo): per esempio "ha scavato dentro di me e ha capito in un istante chi fossi e quale missione mi avesse condotto fin là."
avrebbe funzionato anche "ha scavato dentro di me e ha capito." e tutta l'ultima parte esplica troppe cose ovvie.
N52 - 6,5
Si intende nel racconto che è paradisiaco sia per gli uomini che per le donne fare sesso di gruppo in cui c'è un solo uomo e più donne (magari con qualche azione lesbica che tanto è presente nei porno). Siamo sicuri che sia così per le donne?
C'è una sorta di climax al contrario che non mi convince. Il finale poteva essere più breve, senza dilungarsi in troppe spiegazioni non necessarie. Avrebbe avuto un effetto tagliente mentre così mi sembra perdere mordente. Adelante!
Paradise city: è il primo che dà un minimo di soddisfazione al titolo inglese
The Red Side of the Blue - 7 - PC
affascinante. avrò bisogno di spiegazioni sul titolo che non riesco a collegare e sul nome Rotùt
"Uno scalpo, un teschio...chiamalo come vuoi" per me è inutile rivolgersi direttamente al lettore se non si vuole poi proseguire su quella linea - c'è un po' di confusione con i termini, cranio è solo la parte ossea della testa
"spruzzando del liquido contro l'osteoporosi, per evitare che le teste si crepassero" se dici così sembra che delle teste sia rimasto solo il cranio ma "La pelle era rugosa e sottile" (nota farmacologica: un trattamento transdermico per l'osteoporosi può essere a base di fentanyl ma è solo analgesico, non impedirebbe il formarsi di crepe :v )
"Tanto che, quando esercitava una leggera pressione su una vena [...] Dei goffi ma ligi canguri paonazzi. " - non mi convince questa immagine
"gliene infilò una in bocca, mentre un laccio gli colava fuori dalla bocca " più che <mentre> direi che l'immagine del laccio che cola è successiva a quella della messa in bocca, e poi poco prima c'è un altro mentre
Paradise City - Profezia - 5
Un racconto che regge tutto su un finale non propriamente esplosivo. un finale a sorpresa non può essere sempre retto dal cambio specie: Sentinella di Brown, pur se celebrato come uno dei più bei racconti brevissimi SF non mi ha mai colpito più di tanto, figurarsi.
Narrazione pesante, ripetitiva.