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ARGOMENTO: [#2] Paradise City (commenti)

[#2] Paradise City (commenti) 26/03/2015 00:43 #14489

scatenatevi
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Ultima modifica: 26/03/2015 00:47 Da Tavajigen.

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 00:45 #14490

meh buonanotte

nota a margine: per questa tornata avrei voluto una spiegazione sulla traccia in inglese - ci deve essere un motivo per cui c'è paradise city e non città del paradiso - ma mi sa che molti se ne sono sbattuti la baguette. io no. scherzo, che devo fa' metterve 3 in inglese?


...E se Paradise City - 5
se non lo conoscesse l'autore dovrebbe leggere il mio racconto dell'anno scorso su Il giorno sbagliato e devo supporre che non lo conoscesse perchè se invece si rivelasse essere uno che l'ha letto lo accuso di plagio e gli tolgo 5 voti XD se fa pe' scherzà
veniamo al racconto: giovanni battista all'inglese è un po' troppo easy come riferimento, si poteva osare con qualcosa di più contorto, mentre del commensale non sappiamo niente, tranne che è un passivo e che serve solamente a far esprimere al battista la sua teoria. questo meccanismo-chiacchierata è troppo sputtanato e per fargli reggere il peso di un intero racconto dovrebbe avere un pizzico - non chiedo troppo - di verve, ironia, genialità, ma non ci vedo niente di simile. per me una chiacchierata del genere dovrebbe essere calibrata in maniera ben diversa, così risulta solo pesante, o inserita in un contesto più ampio.
l'uso di una frase tutta maiuscola dovrebbe essere evitato. è una concezione internettiana l'associazione al gridare, se un personaggio alza la voce lo scrittore lo deve mostrare (in sostanza il benedetto show don't tell)
ciò che mi ha infastidito a parte il plagio (a scanso di equivoci scherzo eh! XD) è stata la frase "un silenzio così intenso che nessuna metafora renderebbe adeguata giustizia" che sa di arresa dello scrittore: non sa descrivere, si arrende alla realtà. invece deve tenere ben a mente la frase che ho come firma perchè se tutto ciò che c'è c'è già, nei suoi pezzi deve puntare a rendere possibile l'impossibile fino a rendere possibile la realtà.


LA CARTELLA - 5,5
se è autobiografico l'autore dovrà perdonare la schiettezza: il tono greve della vicenda si perde nella melensa banalità di un film già visto. l'autore cerca un continuo "elevarsi" sommergendo il lettore in un mare aforismatico baricchiano - non mi piace baricco se non si fosse capito - in un continuo parossismo di frasi a effetto. per dire: se fosse stata isolata la frase finale l'avrei apprezzata di più, ma viene dopo un racconto fin troppo imbottito (chissà che può combinare l'autore in un racconto di 12k caratteri)
la vicenda di per sè meriterebbe la lettura, la morte di qualcuno a noi caro ha il potere empatico di catturare il lettore e lo scrittore, ben conscio di ciò, ce lo schiaffa di prima intenzione. furbamente - che la furbizia serve eh, è un elogio, un punto a suo favore.
l'incidentale "non perché fossero già trapassati" si poteva evitare, sembra l'unica cosa beffarda in un racconto che viaggia con un altro registro


Whisky & Glock - 5,5
niente di originale nè come trama nè come narrazione. credo che l'inizio potesse essere architettato in maniera migliore, senza catapultarsi così nel lungo flashback nell'arco di 6 righe. flashback che a parer mio racconta troppo finendo col risultare molto "alla buona" e appesantendo il tutto. la scelta di provare a far capire come la città paradiso si sia trasformata in inferno va bene, ma è fatta male, poteva anche non esserci alcun riferimento alla città per il peso che ha nella vicenda. Mark perde il lavoro e la moglie e non basta la foschia a dare la colpa alla città. senti che una città si trasforma in un inferno quando vedi che uccide sè stessa, uccide la propria gente e viceversa, quando ti rendi conto che una città è fatta da cittadini che se ne fottono di essa, che non esiste una comunità ma solo il pensare a sè e a breve termine. quando un giorno sì e uno pure ti arrivano le zaffate dell'inferno, rosse e penetranti. l'autore si fidi di un tarantino che ha ormai la certezza di non voler vedere un futuro figlio crescere nella sua città.


La mia città - 4
non c'è storia, non c'è mordente. una descrizione dai toni lievi da cui non riesco a carpire l'amore per la propria città dell'autore. una descrizione paesaggistica che non produce sentimento alcuno.
se uno scrive solo 2k caratteri o non ha niente da dire o ha un finale geniale.
"studia il manzoni" non si può sentire :\ (non che abbia penalizzato, sia chiaro)


Una striscia di paradiso - 5,5
Un racconto con ottime intenzioni perlomeno. Ma non c'è empatia, manca il coinvolgimento emotivo che la vicenda dovrebbe trasmettere (forse è vero che sarebbe meglio scrivere solo ciò di cui si ha esperienza - vedi le mie difficoltà con la prima trama che mi era venuta in mente). E da lettore sensibile alle vicende palestinesi non rimanere coinvolto in un racconto del genere non è affatto un buon segno. inoltre non è scritto bene per me.
Troppi punti e virgola, c'è chi dice che ne abusi colui il quale non sa se mettere il punto o la virgola
Imperfezioni varie (troppe)
Bani Suheila non Shueila
"eravamo legatissimi, ancor prima che nostro padre ci abbandonò " ci abbandonasse
"che nostra madre se ne andò " se ne andasse
"una ruvida brezza gli scompiglia i capelli" LE scompiglia
In "Visto da quassù il mio Paese assomiglia ad una vaso, muri alti che contengono poche gocce di vita, destinate con il tempo ad evaporare e a non lasciare più nessuna traccia; più che ad un vaso ad un bicchiere, con pareti che sembrano trasparenti visto come il mondo, occidente in primis, finge di non vederlo questo dannato muro" penso che l'autore abbia trovato buone entrambe le metafore e le abbia volute lasciare entrambe, ma secondo me ne andava eliminata una
Per me era da evitare il "far scrivere la lettera al morto" finale, era da evitare completamente lasciare la parola a un 13enne se poi non si scrive con quel piglio, cercando di imitare lo stile che un 13enne potrebbe avere. Sono rimasto col dubbio che l'autore l'abbia fatto apposta a fare certi errori, ma pendo per il no dato l'insieme. O se sì l'ha fatto male imho.


Condizionamento - 6
Premio la ricerca dell'originalità, ma mi sembra basato su un'idea resa male a causa della scelta di far raccontare a posteriori dal protagonista la vicenda sotto forma di lettera al padre che avrebbe potuto giovarsi del precedente di kafka.
Un po' stiracchiato (e per un racconto di 4k caratteri non è il massimo): per esempio "ha scavato dentro di me e ha capito in un istante chi fossi e quale missione mi avesse condotto fin là."
avrebbe funzionato anche "ha scavato dentro di me e ha capito." e tutta l'ultima parte esplica troppe cose ovvie.


N52 - 6,5
Si intende nel racconto che è paradisiaco sia per gli uomini che per le donne fare sesso di gruppo in cui c'è un solo uomo e più donne (magari con qualche azione lesbica che tanto è presente nei porno). Siamo sicuri che sia così per le donne?
C'è una sorta di climax al contrario che non mi convince. Il finale poteva essere più breve, senza dilungarsi in troppe spiegazioni non necessarie. Avrebbe avuto un effetto tagliente mentre così mi sembra perdere mordente. Adelante!
Paradise city: è il primo che dà un minimo di soddisfazione al titolo inglese


The Red Side of the Blue - 7 - PC
affascinante. avrò bisogno di spiegazioni sul titolo che non riesco a collegare e sul nome Rotùt
"Uno scalpo, un teschio...chiamalo come vuoi" per me è inutile rivolgersi direttamente al lettore se non si vuole poi proseguire su quella linea - c'è un po' di confusione con i termini, cranio è solo la parte ossea della testa
"spruzzando del liquido contro l'osteoporosi, per evitare che le teste si crepassero" se dici così sembra che delle teste sia rimasto solo il cranio ma "La pelle era rugosa e sottile" (nota farmacologica: un trattamento transdermico per l'osteoporosi può essere a base di fentanyl ma è solo analgesico, non impedirebbe il formarsi di crepe :v )
"Tanto che, quando esercitava una leggera pressione su una vena [...] Dei goffi ma ligi canguri paonazzi. " - non mi convince questa immagine
"gliene infilò una in bocca, mentre un laccio gli colava fuori dalla bocca " più che <mentre> direi che l'immagine del laccio che cola è successiva a quella della messa in bocca, e poi poco prima c'è un altro mentre


Paradise City - Profezia - 5
Un racconto che regge tutto su un finale non propriamente esplosivo. un finale a sorpresa non può essere sempre retto dal cambio specie: Sentinella di Brown, pur se celebrato come uno dei più bei racconti brevissimi SF non mi ha mai colpito più di tanto, figurarsi.
Narrazione pesante, ripetitiva.
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Tutto ciò che c'é c'é già. Allora nei miei pezzi che si fa?
Renderò possibile l'impossibile fino a rendere possibile la realtà.

[?! - Tutto ciò che c'è - Caparezza]

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 00:46 #14491

Onestamente, per quanto entusiasta, sono sorpreso.

Comunque...

Ultima modifica: 26/03/2015 00:46 Da arturobandini.

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 00:48 #14493

complimenti a andy per il premio della critica e a bandini che - giustamente - ha aspettato primavera per fare la doppietta
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 00:50 #14494

arturobandini ha scritto:
Onestamente, per quanto entusiasta, sono sorpreso.

Comunque...




Complimenti!!! Vittoria meritatissima!

E anche in questo concorso si parte con una doppietta, se non sbaglio lo scorso anno successe a Andy. Non vi perdete per la strada ora però.
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Re: [#2] Paradise City (commenti) 26/03/2015 00:57 #14495

Ecco i miei commenti: è la prima volta che li faccio "in diretta" mentre leggevo i racconti. Vediamo che ne è venuto fuori

...E se Paradise City: 4.5

Il racconto è partito ai miei occhi subito male: il primo dialogo lo trovo abbastanza inconsistente sinceramente. Uno studioso di genetica si chiede una cosa del genere ed il suo collega ha una reazione non propria al tipo di discorso, secondo me, affrontato. Infatti il primo quesito riguarda il pranzo. Non è una cosa verosimile a mio avviso: troppo fiction, poco consistente, appunto.
Detto questo non mi sono nemmeno piaciuti i dialoghi diretti. Non mi sono piaciuti né per la forma né per la sostanza degli stessi.
In generale: un racconto che non mi ha convinto e mi ha lasciato abbastanza indifferente.

La cartella: 7.5

Bello? Bello! Il tema è affrontanto in una maniera che non mi sarebbe mai passata per la mente e, siccome è ampiamente giustificabile con il titolo, questo gli fa guadagnare dei punti. Il tempo di narrazione - per le sole 6.000 righe a disposizione - è quasi perfetto: l'inizio ha subito suscitato in me la voglia di proseguire per capire cosa sarebbe successo dopo e, mentre lo leggevo, volevo sempre saperne di più. Un mezzo punto in più per il finale che non è il solito finale da colpo di scena obbligato o banalotto ma è chiaro, o almeno mi sembra, che la storia ti sia uscita come naturale: non intendo dire che è autobiografico (anche se potrebbe esserlo) quanto che la storyline, per la sua semplicità e schiettezza, è molto naturale. Invidioo quando qualcuno riesce ad essere lineare, senza fronzoli, senza ricami, per raccontare una storia e sopratutto quando riesce a farlo molto bene: è una cosa che mi manca e quando la trovo non posso che apprezzarla. Bravo.

Whisky & Glock: 4

Il racconto mi sembra forzatamente in tema: si parla di "Paradise City" e si racconta di una città promessa: il parallelo è fin troppo marcato. Questo è infatti il genere di racconto che avrei preferito non leggere su questa tematica. Me lo ero riproposto sin dal titolo (o dai titoli): troppo banale, troppo scontato = quattro. Questo, purtroppo lo incarna a pennello. Inoltre la storia in sé non dice nulla di nulla. Si parla di crisi, di speranze, sogni infranti. E lo si fa dando più peso, in certi passaggi, alla descrizione della città (che può essere bella o piacevole o meno, cosa che non voglio sindacare) invece che far appassionare il leggore con una storia che si consuma troppo velocemente lasciando lì la notizia del povero protagonista abbandonato (anche se forzatamente tale).
Vorrei farti, inoltre, un appunto su questo passaggio: "Con lo sguardo fisso verso l'orizzonte, tracannò del whisky". L'uso che fai del periodo, inserendo una virgola in quella posizione, non mi piace affatto: spezza troppo il ritmo di lettura senza che ce ne sia bisogno. Detto da me che tendo ad usare le virgole per scandire nettamente le frasi, risultando quindi pesantuccio da leggere, significa che è veramente un passaggio macchinoso.

La mia città: 4

Sicuramente scritto meglio di "Whisky e Glock" ma sinceramente poco, troppo poco contenuto. Io ho un grande problema con la scrittura che a volte (nella maggior parte delle volte) è un limite molto marcato: il cercare la forma della bellezza nelle parole, tralasciando che chi legge vuole anche che una storia gli venga raccontata. Ecco, una descrizione non è (quasi) mai una storia. Questa infatti non è una storia a mio avviso o se lo fosse, sarebbe paragonabile a "Whisky & Glock". E' per questo che ho deciso di dare ai due racconti lo stesso voto.

Una striscia di paradiso: 6.5

Racconto scritto in maniera molto interessante. E' stato scorrevole e piacevolmente dolce. E' uno dei rari casi dove il limite dei 6.000 non è stato nemmeno avvicinato perché, ovviamente, non c'era bisogno di farlo. Il titolo tradiva l'ambientazione del racconto che di per sé non è né un bene né un male. Quello che è un bene è il graduale passaggio del quale non mi sono subito reso conto: avevo inteso che il protagonista stesse andando a visitare la tomba della madre o meglio, che il protagonista stesse tornando a visitare il luogo dove la madre, uccisa, aveva terminato la sua vita terrena. Il fatto che la descrizione avvenisse dall'alto mi aveva inizialmente fatto intuire che il protagonista potesse essere su di un veivolo volante. Proprio mentre cercavo di capire hai cambiato tempo, sceneggiatura, scena, e mi sono ritrovato davanti all' "io" parlante di un bimbo morto. A quel punto sono tornato sull'incipit e l'ho letto con occhi diversi, fanciulleschi, e ne ho centrato a pieno lo spirito.
Questo è uno dei racconti scritti meglio a mio modo di vedere. Bravo.

Condizionamento: 5.5

Anche qui il tema è davvero troppo poco interpretato. Anzi a volerla dire tutta è il meno interpretato. Ti assegno qualche voto in più giusto perché almeno mi è piaciuta l'idea ed il modo di scriverla, ma nulla di più. Francamente mi rendo conto che 6.000 caratteri siano pochi (tant'è che non sono riuscito a sviluppare la mia idea) ma questo racconto, come tanti altri, mi ha lasciato completamente indifferente. Non ho nemmeno la possibilità di sviluppare il mio giudizio in maniera più estesa.

N52: 5.5

Sarà che la volgarità di alcuni passaggi del linguaggio la tendo sempre a comparare con Palaniuk oppure Bukovski (per citarne due) che questo racconto mi ha fatto sorridere: c'è un certo "stile" anche nel poter utilizzare un più basso registro, cosa che non ho ritrovato in questo racconto. Anche l'idea non mi è piaciuta molto (per le già citate motivazioni).
Sinceramente non so cos'altro dire.

The Red Side of the Blue: 6

Storia psichedelica se ce n'è una in questa tornata. Ho faticato a mantenere una linea di lettura e di storia; ogni due righe mi perdevo, mi ritrovato e mi riperdevo. Probabilmente era quello che l'autore voleva per il suo racconto, ma sinceramente a me ha fatto un pelo di confusione. Belli alcuni passaggi e sicuramente c'è una idea di fondo più logica (per quanto non sembra) dei racconti precedenti ai quali ho assegnato un 5.5

SILVIO DON'T CRY: 7 [PC]

E' un racconto "satirico" ma molto, molto divertente. Non ho particolari appunti da farti perché anche la scrittura mi sembra buona. Mi permetto di soffermarmi su due cose:
- Lo scambio di battute tra B. e San Pietro dove quest'ultimo viene interrogato sulla faccenda delle due chiavi è qualcosa che mi ha fatto crepare dal ridere. Stupendo passaggio.
- Ho avuto un sorriso da ebete per tutto il tempo.
Credo che uscire dalla tematica complessa in maniera così brillante sia sintomo di grande arguzia ed inventiva. Non ho potuto premiarti con il gradino più alto del mio personale podio ma mi sarebbe tanto piaciuto poterlo fare.

Paradise City - Profezia: 7.5

Ho iniziato la lettura pensando fosse un qualcosa di fantascientifico e mi sono accorto a pochi spiccioli dalla fine che, invece, si trattava di un racconto che parlava di animali. Quando ci sono questi "depistaggi" che non sono disegnati dall'autore dando informazioni fuorvianti ma quando il lettore si auto-depista, per il mio modo di giudicare, il livello di "esaltazione" nel leggere gli scritti aumenta a dismisura.
Per il mio gusto personale è scritto un pelo meglio di "la cartella" ed è anche più originale (rispetto al tema). Li appaio però a 7.5 perché mi hanno trasmesso entrambi gioia nel leggere anche se in maniera differente e non riesco a decidere quale dei due sia in valore assoluto il migliore.
Sicuramente questo merita uno dei due gradini più alti del podio.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 00:58 #14496

arturobandini ha scritto:
Onestamente, per quanto entusiasta, sono sorpreso.

Comunque...



Ti odio.
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:02 #14497

DQ. ha scritto:
arturobandini ha scritto:
Onestamente, per quanto entusiasta, sono sorpreso.

Comunque...



Ti odio.


Perché carissimo? Ho cambiato un po'. Non mi piace ripetere.

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:04 #14499

...E se Paradise City 5 una storia strana troppo statica.. è ovvio che con i caratteri a disposizione non è facile fare grandi cose ma il finale, che dovrebbe essere un po’ il centro, sembra buttato un po’ lì come se non si sapesse come far quadrare il cerchio.. abuso del termine intercessione

La cartella 6,5 bel racconto.. scritto bene e subito coinvolgente.. anche qui per colpa del limite ai caratteri non si sviluppano cose interessanti.. ma la colpa va data al regolamento più che all’autore.. SE STESSI non vuole l’accento, ma lo dico solo perché sono stronzo

Whisky & Glock 4,5 un racconto tremendo.. troppe cose non spiegate.. quasi tutto sommario..la frase finale è la pietra tombale del cliché

La mia città 3,5 questo non è un racconto.. è al limite una fotografia.. manca tutto.. non sapevo nemmeno che voto dare.. non succede nulla.. manca la cosa principale.. la cosa fondamentale della narrazione: il conflitto.. uno scritto senza conflitto, che sia risolto o meno, non è nulla

Una striscia di paradiso. 5,5 un po’ melenso.. una visione troppo occidentale di un mondo troppo distante.. meglio scrivere di cose che ci sono più vicine, cose che si conoscono meglio.. non voglio dar consigli eh.. ma mi sembra un buon consiglio xD

Condizionamento 5 scritto non benissimo.. le espressioni utilizzate dal figlio di lucifero e poi da lucifero stesso sono davvero inverosimili.. l’idea, per quanto banale, non è malvagia.. ma non mi ha convinto

N52 6 grazie a dio è arrivato questo racconto a interrompere la sequela di insufficienze.. un po’ banale l’idea ma almeno è scritto bene e ha un ritmo equilibrato

The Red Side of the Blue 6 ahahah carino.. il finale mi ha strappato una risata

SILVIO DON'T CRY 6,5 ho riso più volte.. davvero carino.. non penso che chi ha scritto voglia un commento xD

Paradise City – Profezia 5,5 uhm.. premetto che non mi piacciono gli animali.. non ho capito ben bene tutto quanto e me ne dispiaccio.. c’è da dire che il racconto è anche abbastanza criptico.. in tema?
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Re: [#2] Paradise City (commenti) 26/03/2015 01:04 #14500

steve_vai_it ha scritto:
Ecco i miei commenti: è la prima volta che li faccio "in diretta" mentre leggevo i racconti. Vediamo che ne è venuto fuori

...E se Paradise City: 4.5

Il racconto è partito ai miei occhi subito male: il primo dialogo lo trovo abbastanza inconsistente sinceramente. Uno studioso di genetica si chiede una cosa del genere ed il suo collega ha una reazione non propria al tipo di discorso, secondo me, affrontato. Infatti il primo quesito riguarda il pranzo. Non è una cosa verosimile a mio avviso: troppo fiction, poco consistente, appunto.
Detto questo non mi sono nemmeno piaciuti i dialoghi diretti. Non mi sono piaciuti né per la forma né per la sostanza degli stessi.
In generale: un racconto che non mi ha convinto e mi ha lasciato abbastanza indifferente.

La cartella: 7.5

Bello? Bello! Il tema è affrontanto in una maniera che non mi sarebbe mai passata per la mente e, siccome è ampiamente giustificabile con il titolo, questo gli fa guadagnare dei punti. Il tempo di narrazione - per le sole 6.000 righe a disposizione - è quasi perfetto: l'inizio ha subito suscitato in me la voglia di proseguire per capire cosa sarebbe successo dopo e, mentre lo leggevo, volevo sempre saperne di più. Un mezzo punto in più per il finale che non è il solito finale da colpo di scena obbligato o banalotto ma è chiaro, o almeno mi sembra, che la storia ti sia uscita come naturale: non intendo dire che è autobiografico (anche se potrebbe esserlo) quanto che la storyline, per la sua semplicità e schiettezza, è molto naturale. Invidioo quando qualcuno riesce ad essere lineare, senza fronzoli, senza ricami, per raccontare una storia e sopratutto quando riesce a farlo molto bene: è una cosa che mi manca e quando la trovo non posso che apprezzarla. Bravo.

Whisky & Glock: 4

Il racconto mi sembra forzatamente in tema: si parla di "Paradise City" e si racconta di una città promessa: il parallelo è fin troppo marcato. Questo è infatti il genere di racconto che avrei preferito non leggere su questa tematica. Me lo ero riproposto sin dal titolo (o dai titoli): troppo banale, troppo scontato = quattro. Questo, purtroppo lo incarna a pennello. Inoltre la storia in sé non dice nulla di nulla. Si parla di crisi, di speranze, sogni infranti. E lo si fa dando più peso, in certi passaggi, alla descrizione della città (che può essere bella o piacevole o meno, cosa che non voglio sindacare) invece che far appassionare il leggore con una storia che si consuma troppo velocemente lasciando lì la notizia del povero protagonista abbandonato (anche se forzatamente tale).
Vorrei farti, inoltre, un appunto su questo passaggio: "Con lo sguardo fisso verso l'orizzonte, tracannò del whisky". L'uso che fai del periodo, inserendo una virgola in quella posizione, non mi piace affatto: spezza troppo il ritmo di lettura senza che ce ne sia bisogno. Detto da me che tendo ad usare le virgole per scandire nettamente le frasi, risultando quindi pesantuccio da leggere, significa che è veramente un passaggio macchinoso.

La mia città: 4

Sicuramente scritto meglio di "Whisky e Glock" ma sinceramente poco, troppo poco contenuto. Io ho un grande problema con la scrittura che a volte (nella maggior parte delle volte) è un limite molto marcato: il cercare la forma della bellezza nelle parole, tralasciando che chi legge vuole anche che una storia gli venga raccontata. Ecco, una descrizione non è (quasi) mai una storia. Questa infatti non è una storia a mio avviso o se lo fosse, sarebbe paragonabile a "Whisky & Glock". E' per questo che ho deciso di dare ai due racconti lo stesso voto.

Una striscia di paradiso: 6.5

Racconto scritto in maniera molto interessante. E' stato scorrevole e piacevolmente dolce. E' uno dei rari casi dove il limite dei 6.000 non è stato nemmeno avvicinato perché, ovviamente, non c'era bisogno di farlo. Il titolo tradiva l'ambientazione del racconto che di per sé non è né un bene né un male. Quello che è un bene è il graduale passaggio del quale non mi sono subito reso conto: avevo inteso che il protagonista stesse andando a visitare la tomba della madre o meglio, che il protagonista stesse tornando a visitare il luogo dove la madre, uccisa, aveva terminato la sua vita terrena. Il fatto che la descrizione avvenisse dall'alto mi aveva inizialmente fatto intuire che il protagonista potesse essere su di un veivolo volante. Proprio mentre cercavo di capire hai cambiato tempo, sceneggiatura, scena, e mi sono ritrovato davanti all' "io" parlante di un bimbo morto. A quel punto sono tornato sull'incipit e l'ho letto con occhi diversi, fanciulleschi, e ne ho centrato a pieno lo spirito.
Questo è uno dei racconti scritti meglio a mio modo di vedere. Bravo.

Condizionamento: 5.5

Anche qui il tema è davvero troppo poco interpretato. Anzi a volerla dire tutta è il meno interpretato. Ti assegno qualche voto in più giusto perché almeno mi è piaciuta l'idea ed il modo di scriverla, ma nulla di più. Francamente mi rendo conto che 6.000 caratteri siano pochi (tant'è che non sono riuscito a sviluppare la mia idea) ma questo racconto, come tanti altri, mi ha lasciato completamente indifferente. Non ho nemmeno la possibilità di sviluppare il mio giudizio in maniera più estesa.

N52: 5.5

Sarà che la volgarità di alcuni passaggi del linguaggio la tendo sempre a comparare con Palaniuk oppure Bukovski (per citarne due) che questo racconto mi ha fatto sorridere: c'è un certo "stile" anche nel poter utilizzare un più basso registro, cosa che non ho ritrovato in questo racconto. Anche l'idea non mi è piaciuta molto (per le già citate motivazioni).
Sinceramente non so cos'altro dire.

The Red Side of the Blue: 6

Storia psichedelica se ce n'è una in questa tornata. Ho faticato a mantenere una linea di lettura e di storia; ogni due righe mi perdevo, mi ritrovato e mi riperdevo. Probabilmente era quello che l'autore voleva per il suo racconto, ma sinceramente a me ha fatto un pelo di confusione. Belli alcuni passaggi e sicuramente c'è una idea di fondo più logica (per quanto non sembra) dei racconti precedenti ai quali ho assegnato un 5.5

SILVIO DON'T CRY: 7 [PC]

E' un racconto "satirico" ma molto, molto divertente. Non ho particolari appunti da farti perché anche la scrittura mi sembra buona. Mi permetto di soffermarmi su due cose:
- Lo scambio di battute tra B. e San Pietro dove quest'ultimo viene interrogato sulla faccenda delle due chiavi è qualcosa che mi ha fatto crepare dal ridere. Stupendo passaggio.
- Ho avuto un sorriso da ebete per tutto il tempo.
Credo che uscire dalla tematica complessa in maniera così brillante sia sintomo di grande arguzia ed inventiva. Non ho potuto premiarti con il gradino più alto del mio personale podio ma mi sarebbe tanto piaciuto poterlo fare.

Paradise City - Profezia: 7.5

Ho iniziato la lettura pensando fosse un qualcosa di fantascientifico e mi sono accorto a pochi spiccioli dalla fine che, invece, si trattava di un racconto che parlava di animali. Quando ci sono questi "depistaggi" che non sono disegnati dall'autore dando informazioni fuorvianti ma quando il lettore si auto-depista, per il mio modo di giudicare, il livello di "esaltazione" nel leggere gli scritti aumenta a dismisura.
Per il mio gusto personale è scritto un pelo meglio di "la cartella" ed è anche più originale (rispetto al tema). Li appaio però a 7.5 perché mi hanno trasmesso entrambi gioia nel leggere anche se in maniera differente e non riesco a decidere quale dei due sia in valore assoluto il migliore.
Sicuramente questo merita uno dei due gradini più alti del podio.


Beh...grazie...
  • scarpax73
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Re: [#2] Paradise City (commenti) 26/03/2015 01:08 #14501

scarpax73 ha scritto:


Beh...grazie...


Solo perché non sapevo fosse tuo, altrimenti ti avrei rifilato un 2 vendicativo
Scherzo, of course! Tutto meritato.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:09 #14502

6Rimbaud ha scritto:
...E se Paradise City 5 una storia strana troppo statica.. è ovvio che con i caratteri a disposizione non è facile fare grandi cose ma il finale, che dovrebbe essere un po’ il centro, sembra buttato un po’ lì come se non si sapesse come far quadrare il cerchio.. abuso del termine intercessione

La cartella 6,5 bel racconto.. scritto bene e subito coinvolgente.. anche qui per colpa del limite ai caratteri non si sviluppano cose interessanti.. ma la colpa va data al regolamento più che all’autore.. SE STESSI non vuole l’accento, ma lo dico solo perché sono stronzo

Whisky & Glock 4,5 un racconto tremendo.. troppe cose non spiegate.. quasi tutto sommario..la frase finale è la pietra tombale del cliché

La mia città 3,5 questo non è un racconto.. è al limite una fotografia.. manca tutto.. non sapevo nemmeno che voto dare.. non succede nulla.. manca la cosa principale.. la cosa fondamentale della narrazione: il conflitto.. uno scritto senza conflitto, che sia risolto o meno, non è nulla

Una striscia di paradiso. 5,5 un po’ melenso.. una visione troppo occidentale di un mondo troppo distante.. meglio scrivere di cose che ci sono più vicine, cose che si conoscono meglio.. non voglio dar consigli eh.. ma mi sembra un buon consiglio xD

Condizionamento 5 scritto non benissimo.. le espressioni utilizzate dal figlio di lucifero e poi da lucifero stesso sono davvero inverosimili.. l’idea, per quanto banale, non è malvagia.. ma non mi ha convinto

N52 6 grazie a dio è arrivato questo racconto a interrompere la sequela di insufficienze.. un po’ banale l’idea ma almeno è scritto bene e ha un ritmo equilibrato

The Red Side of the Blue 6 ahahah carino.. il finale mi ha strappato una risata

SILVIO DON'T CRY 6,5 ho riso più volte.. davvero carino.. non penso che chi ha scritto voglia un commento xD

Paradise City – Profezia 5,5 uhm.. premetto che non mi piacciono gli animali.. non ho capito ben bene tutto quanto e me ne dispiaccio.. c’è da dire che il racconto è anche abbastanza criptico.. in tema?


...e sé medesimo?...scherzo hai ragione
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:09 #14503

6Rimbaud ha scritto:

non voglio dar consigli eh.. ma mi sembra un buon consiglio xD

non penso che chi ha scritto voglia un commento xD



CLONATE RIMBAUD!
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:12 #14504

scarpax73 ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:
...E se Paradise City 5 una storia strana troppo statica.. è ovvio che con i caratteri a disposizione non è facile fare grandi cose ma il finale, che dovrebbe essere un po’ il centro, sembra buttato un po’ lì come se non si sapesse come far quadrare il cerchio.. abuso del termine intercessione

La cartella 6,5 bel racconto.. scritto bene e subito coinvolgente.. anche qui per colpa del limite ai caratteri non si sviluppano cose interessanti.. ma la colpa va data al regolamento più che all’autore.. SE STESSI non vuole l’accento, ma lo dico solo perché sono stronzo

Whisky & Glock 4,5 un racconto tremendo.. troppe cose non spiegate.. quasi tutto sommario..la frase finale è la pietra tombale del cliché

La mia città 3,5 questo non è un racconto.. è al limite una fotografia.. manca tutto.. non sapevo nemmeno che voto dare.. non succede nulla.. manca la cosa principale.. la cosa fondamentale della narrazione: il conflitto.. uno scritto senza conflitto, che sia risolto o meno, non è nulla

Una striscia di paradiso. 5,5 un po’ melenso.. una visione troppo occidentale di un mondo troppo distante.. meglio scrivere di cose che ci sono più vicine, cose che si conoscono meglio.. non voglio dar consigli eh.. ma mi sembra un buon consiglio xD

Condizionamento 5 scritto non benissimo.. le espressioni utilizzate dal figlio di lucifero e poi da lucifero stesso sono davvero inverosimili.. l’idea, per quanto banale, non è malvagia.. ma non mi ha convinto

N52 6 grazie a dio è arrivato questo racconto a interrompere la sequela di insufficienze.. un po’ banale l’idea ma almeno è scritto bene e ha un ritmo equilibrato

The Red Side of the Blue 6 ahahah carino.. il finale mi ha strappato una risata

SILVIO DON'T CRY 6,5 ho riso più volte.. davvero carino.. non penso che chi ha scritto voglia un commento xD

Paradise City – Profezia 5,5 uhm.. premetto che non mi piacciono gli animali.. non ho capito ben bene tutto quanto e me ne dispiaccio.. c’è da dire che il racconto è anche abbastanza criptico.. in tema?


...e sé medesimo?...scherzo hai ragione


dai non ti impuntare su quella sola cosa xD

comunque nemmeno quello vuole l'accento :PpPp

il tuo racconto meritava la vittoria secondo me.. ben fatto
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:13 #14505

steve_vai_it ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:

non voglio dar consigli eh.. ma mi sembra un buon consiglio xD

non penso che chi ha scritto voglia un commento xD



CLONATE RIMBAUD!


No, dai. Al massimo spezzettiamolo!

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:13 #14506

Complimenti ad aurtobandini
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:14 #14507

6Rimbaud ha scritto:


N52 6 grazie a dio è arrivato questo racconto a interrompere la sequela di insufficienze.. un po’ banale l’idea ma almeno è scritto bene e ha un ritmo equilibrato



Bravo, a volte sai essere pure simpatico.

Ultima modifica: 26/03/2015 01:15 Da arturobandini.

Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:38 #14508

Andy Dufresne ha scritto:
The Red Side of the Blue - 7 - PC
affascinante. avrò bisogno di spiegazioni sul titolo che non riesco a collegare e sul nome Rotùt


Il titolo, rifacendosi ai colori di Inferno (rosso) e Paradiso (blu), continuano ad indicare la confusione fra Inferno e Paradiso. Quindi potrebbe essere anche The Blue Side of the Red, oppure il lato paradisiaco dell'inferno o l'opposto. Il protagonista crede di meritare il Paradiso, ma si trova all'Inferno pur non capendo il suo peccato: iracondo suicida.
Rotùt è frutto di una serie di associazioni che ho fatto, ma in termini narrativi è un nome sbagliato, nel senso che letto così non indica niente e non rimanda a niente.

Andy Dufresne ha scritto:
"Uno scalpo, un teschio...chiamalo come vuoi" per me è inutile rivolgersi direttamente al lettore se non si vuole poi proseguire su quella linea - c'è un po' di confusione con i termini, cranio è solo la parte ossea della testa


Hai ragione, "scalpo" non c'entra proprio niente, ho sbagliato. Mentre "teschio" e "cranio" sono voluti. Volevo scrivere un racconto ignorante, proprio grezzo. Il protagonista non si può definire un intellettuale, infatti anche quella specie di poesia finale è brutta, nonostante il tentativo.

Andy Dufresne ha scritto:
"spruzzando del liquido contro l'osteoporosi, per evitare che le teste si crepassero" se dici così sembra che delle teste sia rimasto solo il cranio ma "La pelle era rugosa e sottile" (nota farmacologica: un trattamento transdermico per l'osteoporosi può essere a base di fentanyl ma è solo analgesico, non impedirebbe il formarsi di crepe :v )


La pelle rugosa e sottile è della nonna, non dei teschi. E la nonna aveva una pelle talmente sottile che era come se non ci fosse, per questo la rivede nei teschi.

Andy Dufresne ha scritto:
"Tanto che, quando esercitava una leggera pressione su una vena [...] Dei goffi ma ligi canguri paonazzi. " - non mi convince questa immagine


E' bruttina, vero. Anzi, più che bruttina, è troppo troppo spinta e anche difficile da leggere.

Andy Dufresne ha scritto:
"gliene infilò una in bocca, mentre un laccio gli colava fuori dalla bocca " più che <mentre> direi che l'immagine del laccio che cola è successiva a quella della messa in bocca, e poi poco prima c'è un altro mentre


Hai ragione anche qui
Grazie per i commenti! (che, più che altro, sono stati appunti tecnici)
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Re: [#2] Paradise City - Commenti 26/03/2015 01:44 #14509

Andy Dufresne ha scritto:
meh buonanotte

nota a margine: per questa tornata avrei voluto una spiegazione sulla traccia in inglese - ci deve essere un motivo per cui c'è paradise city e non città del paradiso - ma mi sa che molti se ne sono sbattuti la baguette. io no. scherzo, che devo fa' metterve 3 in inglese?


...E se Paradise City - 5
se non lo conoscesse l'autore dovrebbe leggere il mio racconto dell'anno scorso su Il giorno sbagliato e devo supporre che non lo conoscesse perchè se invece si rivelasse essere uno che l'ha letto lo accuso di plagio e gli tolgo 5 voti XD se fa pe' scherzà
veniamo al racconto: giovanni battista all'inglese è un po' troppo easy come riferimento, si poteva osare con qualcosa di più contorto, mentre del commensale non sappiamo niente, tranne che è un passivo e che serve solamente a far esprimere al battista la sua teoria. questo meccanismo-chiacchierata è troppo sputtanato e per fargli reggere il peso di un intero racconto dovrebbe avere un pizzico - non chiedo troppo - di verve, ironia, genialità, ma non ci vedo niente di simile. per me una chiacchierata del genere dovrebbe essere calibrata in maniera ben diversa, così risulta solo pesante, o inserita in un contesto più ampio.
l'uso di una frase tutta maiuscola dovrebbe essere evitato. è una concezione internettiana l'associazione al gridare, se un personaggio alza la voce lo scrittore lo deve mostrare (in sostanza il benedetto show don't tell)
ciò che mi ha infastidito a parte il plagio (a scanso di equivoci scherzo eh! XD) è stata la frase "un silenzio così intenso che nessuna metafora renderebbe adeguata giustizia" che sa di arresa dello scrittore: non sa descrivere, si arrende alla realtà. invece deve tenere ben a mente la frase che ho come firma perchè se tutto ciò che c'è c'è già, nei suoi pezzi deve puntare a rendere possibile l'impossibile fino a rendere possibile la realtà.


LA CARTELLA - 5,5
se è autobiografico l'autore dovrà perdonare la schiettezza: il tono greve della vicenda si perde nella melensa banalità di un film già visto. l'autore cerca un continuo "elevarsi" sommergendo il lettore in un mare aforismatico baricchiano - non mi piace baricco se non si fosse capito - in un continuo parossismo di frasi a effetto. per dire: se fosse stata isolata la frase finale l'avrei apprezzata di più, ma viene dopo un racconto fin troppo imbottito (chissà che può combinare l'autore in un racconto di 12k caratteri)
la vicenda di per sè meriterebbe la lettura, la morte di qualcuno a noi caro ha il potere empatico di catturare il lettore e lo scrittore, ben conscio di ciò, ce lo schiaffa di prima intenzione. furbamente - che la furbizia serve eh, è un elogio, un punto a suo favore.
l'incidentale "non perché fossero già trapassati" si poteva evitare, sembra l'unica cosa beffarda in un racconto che viaggia con un altro registro


Whisky & Glock - 5,5
niente di originale nè come trama nè come narrazione. credo che l'inizio potesse essere architettato in maniera migliore, senza catapultarsi così nel lungo flashback nell'arco di 6 righe. flashback che a parer mio racconta troppo finendo col risultare molto "alla buona" e appesantendo il tutto. la scelta di provare a far capire come la città paradiso si sia trasformata in inferno va bene, ma è fatta male, poteva anche non esserci alcun riferimento alla città per il peso che ha nella vicenda. Mark perde il lavoro e la moglie e non basta la foschia a dare la colpa alla città. senti che una città si trasforma in un inferno quando vedi che uccide sè stessa, uccide la propria gente e viceversa, quando ti rendi conto che una città è fatta da cittadini che se ne fottono di essa, che non esiste una comunità ma solo il pensare a sè e a breve termine. quando un giorno sì e uno pure ti arrivano le zaffate dell'inferno, rosse e penetranti. l'autore si fidi di un tarantino che ha ormai la certezza di non voler vedere un futuro figlio crescere nella sua città.


La mia città - 4
non c'è storia, non c'è mordente. una descrizione dai toni lievi da cui non riesco a carpire l'amore per la propria città dell'autore. una descrizione paesaggistica che non produce sentimento alcuno.
se uno scrive solo 2k caratteri o non ha niente da dire o ha un finale geniale.
"studia il manzoni" non si può sentire :\ (non che abbia penalizzato, sia chiaro)


Una striscia di paradiso - 5,5
Un racconto con ottime intenzioni perlomeno. Ma non c'è empatia, manca il coinvolgimento emotivo che la vicenda dovrebbe trasmettere (forse è vero che sarebbe meglio scrivere solo ciò di cui si ha esperienza - vedi le mie difficoltà con la prima trama che mi era venuta in mente). E da lettore sensibile alle vicende palestinesi non rimanere coinvolto in un racconto del genere non è affatto un buon segno. inoltre non è scritto bene per me.
Troppi punti e virgola, c'è chi dice che ne abusi colui il quale non sa se mettere il punto o la virgola
Imperfezioni varie (troppe)
Bani Suheila non Shueila
"eravamo legatissimi, ancor prima che nostro padre ci abbandonò " ci abbandonasse
"che nostra madre se ne andò " se ne andasse
"una ruvida brezza gli scompiglia i capelli" LE scompiglia
In "Visto da quassù il mio Paese assomiglia ad una vaso, muri alti che contengono poche gocce di vita, destinate con il tempo ad evaporare e a non lasciare più nessuna traccia; più che ad un vaso ad un bicchiere, con pareti che sembrano trasparenti visto come il mondo, occidente in primis, finge di non vederlo questo dannato muro" penso che l'autore abbia trovato buone entrambe le metafore e le abbia volute lasciare entrambe, ma secondo me ne andava eliminata una
Per me era da evitare il "far scrivere la lettera al morto" finale, era da evitare completamente lasciare la parola a un 13enne se poi non si scrive con quel piglio, cercando di imitare lo stile che un 13enne potrebbe avere. Sono rimasto col dubbio che l'autore l'abbia fatto apposta a fare certi errori, ma pendo per il no dato l'insieme. O se sì l'ha fatto male imho.


Condizionamento - 6
Premio la ricerca dell'originalità, ma mi sembra basato su un'idea resa male a causa della scelta di far raccontare a posteriori dal protagonista la vicenda sotto forma di lettera al padre che avrebbe potuto giovarsi del precedente di kafka.
Un po' stiracchiato (e per un racconto di 4k caratteri non è il massimo): per esempio "ha scavato dentro di me e ha capito in un istante chi fossi e quale missione mi avesse condotto fin là."
avrebbe funzionato anche "ha scavato dentro di me e ha capito." e tutta l'ultima parte esplica troppe cose ovvie.


N52 - 6,5
Si intende nel racconto che è paradisiaco sia per gli uomini che per le donne fare sesso di gruppo in cui c'è un solo uomo e più donne (magari con qualche azione lesbica che tanto è presente nei porno). Siamo sicuri che sia così per le donne?
C'è una sorta di climax al contrario che non mi convince. Il finale poteva essere più breve, senza dilungarsi in troppe spiegazioni non necessarie. Avrebbe avuto un effetto tagliente mentre così mi sembra perdere mordente. Adelante!
Paradise city: è il primo che dà un minimo di soddisfazione al titolo inglese


The Red Side of the Blue - 7 - PC
affascinante. avrò bisogno di spiegazioni sul titolo che non riesco a collegare e sul nome Rotùt
"Uno scalpo, un teschio...chiamalo come vuoi" per me è inutile rivolgersi direttamente al lettore se non si vuole poi proseguire su quella linea - c'è un po' di confusione con i termini, cranio è solo la parte ossea della testa
"spruzzando del liquido contro l'osteoporosi, per evitare che le teste si crepassero" se dici così sembra che delle teste sia rimasto solo il cranio ma "La pelle era rugosa e sottile" (nota farmacologica: un trattamento transdermico per l'osteoporosi può essere a base di fentanyl ma è solo analgesico, non impedirebbe il formarsi di crepe :v )
"Tanto che, quando esercitava una leggera pressione su una vena [...] Dei goffi ma ligi canguri paonazzi. " - non mi convince questa immagine
"gliene infilò una in bocca, mentre un laccio gli colava fuori dalla bocca " più che <mentre> direi che l'immagine del laccio che cola è successiva a quella della messa in bocca, e poi poco prima c'è un altro mentre


Paradise City - Profezia - 5
Un racconto che regge tutto su un finale non propriamente esplosivo. un finale a sorpresa non può essere sempre retto dal cambio specie: Sentinella di Brown, pur se celebrato come uno dei più bei racconti brevissimi SF non mi ha mai colpito più di tanto, figurarsi.
Narrazione pesante, ripetitiva.


Non é autobiografico e la schiettezza l'apprezzo sempre. Grazie per il commento dettagliato
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Ultima modifica: 26/03/2015 01:45 Da scarpax73.

Re: [#2] Paradise City (commenti) 26/03/2015 01:44 #14510

steve_vai_it ha scritto:
The Red Side of the Blue: 6

Storia psichedelica se ce n'è una in questa tornata. Ho faticato a mantenere una linea di lettura e di storia; ogni due righe mi perdevo, mi ritrovato e mi riperdevo. Probabilmente era quello che l'autore voleva per il suo racconto, ma sinceramente a me ha fatto un pelo di confusione. Belli alcuni passaggi e sicuramente c'è una idea di fondo più logica (per quanto non sembra) dei racconti precedenti ai quali ho assegnato un 5.5


Più che una reale intenzione di confondere, avevo bisogno di uno sfogo dopo anni dedicati alla scrittura di idee rappresentabili e non fraintendibili. Avevo bisogno di andare oltre e, di conseguenza, il mio intento non poteva essere altro che creare confusione. Non spero per niente di riuscire a scrivere qualcosa di più comprensibile, almeno qui, ma mi sa che per deformazione professionale sicuramente ci arriverò, ahimè...
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