Drauen ha scritto:
Due regni
Arturo ha sempre un ottimo modo di scrivere, niente da dire.
Scrittura semplice, ma efficace. Non pesante o stancante, ma nemmeno troppo infantile.
La storia invece mi è piaciuta un po' meno.
Non per l'idea in sè, che trovo ottima, ma mi aspettavo qualcosa di più.
Si capisce subito che si sta parlando di scacchi (PS non mi pare di aver letto dell'arrocco
). Forse avrei preferito una cosa meno capibile subito (alla "attraverso lo specchio" di Carrol).
La fine con la scenza dell'ospizio invece è stata ottimale e mi è piaciuta molto.
La mia idea iniziale era quella di essere più "coperto", di far capire solo in un secondo momento di come si trattasse di una partita di scacchi, ma poi mi son chiesto cosa volessi scrivere davvero, quali temi volessi sviscerare nella sostanza. Alla fine ho scelto qualcosa di diverso, forse di più difficile: mi ha interessato di più parlare di una guerra, che di una partita, mi ha interessato di più toccare tematiche mie che fare una scelta puramente estetica od intellettuale o ludica. Ho scelto, per quanto sia possibile, una partita umanistica e non solo un gioco nel gioco.
gensi ha scritto:
Due regni
La scrittura è magistrale (difatti vince il premio critica). La storia è bella nelle intenzioni ma, alla fine, è davvero troppo telefonata. Non tanto il riferimento agli scacchi che è palesemente voluto e ricercato. Ma anche il colpo di scena finale, con l'ospizio, pur se non prevedibile al 100% risulta comunque abbastanza piatto.
Cioè mentre leggevo ero lì che pensavo "ok ora arriva il colpo di scena, vediamo se sono bambini, vecchi o cos'altro"...
Non mi arrogo la presunzione di dire che si potesse gestire meglio la cosa ma è evidente che così come è stata impostata perde tutto il suo iniziale effetto.
Detto questo, che poi è più un'opinione personale, sotto la parte tecnica non mi sento di dir niente.
Anzi, la curiosità più grande che avrei è leggere di un arturobandini che prende la mia idea di questa tornata e la riscrive.
Perché non me ne voglia il vincitore ed arturo ma, alla fine della tornata, mi è rimasto un po' d'amaro in bocca perché sono convinto che la mia idea fosse veramente la più originale di tutte e la più interessante visto il tema.
Come scrivo anche a Drauen, ho scelto di non avere nessun colpo di scena, ma invece ho voluto qualcosa di realistico (pur con gli aspetti fantastici del racconto), e l'abbinamento con una partita della vita (gli anziani) era quello più ovvio in un certo senso, ma anche quello più compatibile con il mood del racconto. Originalità? Non saprei. Scorporando i racconti negli elementi che li compongono, non trovo nessuno dei tre particolarmente originale. Le partite sono tutte partite che balzano alla mente facilmente riflettendo su che cosa scegliere avendo uno spunto come questo. Quello che si poteva scegliere era il mood, l'anima sottostante al racconto. E in questo senso non mi viene così semplice capire quale sia il più originale tra i tre. Quello di Drauen è maggiormente estetico, il mio è più legato alla reazione a pulsioni profonde pur non tralasciando l'aspetto del gioco, il tuo è il più variegato e tambureggiante. In tutti e tre vedo originalità, e in tutti e tre vedo banalità, ma non nel senso della riduzione verso il già sentito, piuttosto nell'impossibilità di "non" banalizzare (pur con tutte le differenze del caso) argomenti universali. Rileggendo il mio racconto dopo qualche giorno e fuori dalla revisione scrittura, sono ancora più convinto della mia scelta, dell'anima che sono riuscito a donare a Due regni.
Lesaz ha scritto:
Due regni
Scritto benissimo (meritatissimo il premio della critica) e storia che personalmente mi è piaciuta. Semplice ma intelligente.
Si intuisce quasi subito che si tratti di una partita a scacchi (secondo me anche perchè, casualmente, anche il primo racconto si riferisce agli scacchi e quindi aiuta ad intuirlo) ma si capisce anche che all'autore non interessa nasconderlo.
Molto belle le "mosse", ben scritte, ben congeniate sia prendendole singolarmente che in sequenza...forse mi sono piaciute ancora di più perchè ho pensato: "avrei potuto scrivere io qualcosa del genere"...magari con presunzione (anzi sicuramente) ma in qualche modo questo racconto ricorda il mio "stile" (se in quelle cagate che scrivo io si puà riconoscere in qualche modo uno stile...)
Il finale non è niente di strabiliante ma l'ho trovato perfetto per un racconto di questo tipo, lo definirei elegante.
Riassumendo, secondo me il racconto migliore dei 3. Complimenti ad Arturino! Anche se non ha vinto!
Grazie! Commento commovente in tutto, tranne nella parte in cui sminuisci il tuo lavoro: bastaaaaa! Non sminuirti mai, lessino mio. Anche a me piace molto il finale, per le ragioni che scrivo sopra nelle risposte agli altri commenti, ma in un certo senso l'ho trovato del tutto ineluttabile. Per come ho congeniato il tutto non potevo che finire lì (ed ecco l'assenza di originalità che rileva gensi scomponendo le varie fasi del racconto, racconto invece, secondo me, da valutare nel complesso).
Rispondo collettivamente per quanto riguarda la scrittura e ovviamente vi ringrazio particolarmente per il Premio della Critica, premio che personalmente mi sta sempre più a cuore rispetto alla gara in se (per quanto mi garbi anche quella, si capisce). Sono più in sintonia con Drauen, riguardo alla semplicità e meno sul fatto che sia scritto in maniera magistrale o benissimo. Mi spiego: è ben scritto, ma soprattutto perché ritengo che la scrittura sia adeguata al racconto e a come volevo raccontarlo, non tanto per quello che alla fine ha "sporcato" la carta. Da questo punto di vista è quello dei tre che funziona meglio, anche più di Cartolina, e non cambierei nessuna delle frasi, ritenendole tutte piuttosto efficaci. Inoltre, mi soddisfa molto perché l'ho scritto in pochissimo tempo, molto a ridosso della scadenza (ho finito di rivederlo 5 minuti prima di postarlo) ed è venuto come avrei voluto che venisse!
Grazie ragazzi.