gensi ha scritto:
- Due strade (19949): la scrittura è magistrale. Gestire i due tempi così, senza far fare nessuna confusione ad un lettore scarsissimo come me, vuol dire che chi l'ha scritto sa il fatto suo. Soprattutto, pur lasciandosi intuire non diventa mai veramente banale.
Personalmente ho trovato la storia bruttina. Proprio il messaggio della storia bruttino oltre che statisticamente paradossale. Ma, ovviamente, sono sensazioni soggettive che non possono influenzare la stesura del racconto. Inoltre, il rapporto tra i due personaggi è troppo sbilanciato. Del primo si apprezzano punti di forze e debolezze. Il secondo invece è talmente un fantoccio che perde di qualunque credibilità. Sembra davvero costruito solo in funzione della storia. Questa cosa non mi è piaciuta molto.
Alla fine vince perché, come detto nella premessa, il livello non mi è sembrato altissimo ed è stata l'enorme capacità narrativa dello scrittore a prevalere su tutto.
Mi rendo conto perfettamente di come si tratti di una storia paradossale e talmente spinta da rischiare di apparire come un gioco, perdendo in realismo. Eppure, ti assicuro, è una storia vera almeno fino all'80%, diciamo così. Quello che racconto è accaduto davvero, non esattamente così ma in maniera non del tutto dissimile, e i personaggi sono ricalcati su persone realmente esistenti, che conosco. Anzi, mentre il primo è all'incirca così, il secondo è un po' stemperato. Temevo che scrivendo di lui davvero, per come lo percepisco e conosco, qualcuno avrebbe detto: "Ma se questo è un racconto realistico, come mai c'è un personaggio così grottesco?". I nomi sono fittizi, perché non si mai, ma entrambi esistono nella realtà e vivono a pochi chilometri da me.
Sabino Civita ha scritto:
Per ora ho letto solo il pezzo di Arturo. Mi piace come scrivi, mi piace l'idea, ma forse un po' prevedibile - cosa però di nessunissima importanza. Per un sacco di libri, quando li ho letti per la prima volta, sono arrivato a capirne la conclusione e i perché molto prima della fine. Ma è stato bellissimo leggerli ugualmente.
Mi leggerò volentieri anche i racconti degli altri partecipanti.
Ti ringrazio per il commento. Capita spesso anche a me di "beccare" la storia prima che sia dipanata e terminata. E spesso mi capita con i gialli, dove è un evidente problema. Più che prevedibilità, secondo me, si tratta di ineluttabilità. Cioè, in certi casi, una storia, date le premesse e lo sviluppo, non può che finire in un certo modo o al massimo in un paio di modi.
mdagos ha scritto:
- Due strade (19949) : l'ho votato sia come miglior brano che come premio della critica per due motivi. Uno perchè in una tornata dove si dovevano fare racconti lunghi, è l'unico che ha avuto la bravura di avvicinarsi alle 20.000 battute. L'altro perchè la storia è avvicente e ti prende. Se proprio vogliamo trovare un'imperfezione a mio avviso, trovo il finale stilisticamente parlando un po' sottotono rispetto all'elevato livello del resto del racconto. Personalmente avrei anche preferito un piccolo accenno alla Barbara contesa anche nella prima parte del racconto (un tatuaggio con la scritta "B" o qualcosa di simile. Comunque per me una scrittura di livello inarrivabile per me. Chapeau!
Ti ringrazio! In ogni caso, come ti scrive gensi, non è così importante se un racconto si avvicini o meno al limite massimo, non in UniVersi e nemmeno in Alternativa. Io vado quasi sempre vicino al limite, ma è più una caratterestica personale che altro. In generale sono uno fatto così, ho la debolezza di voler sfruttare sempre lo spazio previsto (in tutto, non solo nella scrittura) perché sto male a non farlo. Ma a volte la cosa non funziona, soprattutto nella scrittura, perché non sempre si ha la capacità di sostenere il tutto.
Altro elemento: Barbara non è contesa. E' contesa nella testa bacata del secondo partecipante, ma in realtà se ne va semplicemente perché stufa di stare con un coglione, non perché sceglie il primo personaggio. Tra l'altro è una storia in gran parte vera e conosco personalmente i protagonisti, anche se qua hanno nomi diversi. Sto tipo, ancora oggi, borbotta il nome di Barbara sottovoce e dà la colpa all'altro di avergliela portata via, quando in realtà ha fatto tutto da solo.
Mi sono ricordato di quella vicenda (è avvenuta a inizio anni 2000, o 2001 o 2002) mentre ero su uno scoglio in vacanza e cercavo di capire cosa avrei potuto scrivere per la tornata "Sulla strada".
Grazie ancora per i complimenti. Da come scrivi, non so mica se sia davvero così inarrivabile, per te. Anzi.