Asintoto ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:
S.Agostino - Il tempo non è sostanza, è distensio animae
Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so. Tuttavia affermo con sicurezza di sapere che, se nulla passasse, non vi sarebbe un tempo passato; se nulla si approssimasse non vi sarebbe un tempo futuro se non vi fosse nulla, non vi sarebbe il tempo presente. Ma di quei due tempi, passato e futuro, che senso ha dire che esistono, se il passato non è più e il futuro non è ancora? E in quanto al presente, se fosse sempre presente e non si trasformasse nel passato, non sarebbe tempo, ma eternità... Questo però è chiaro ed evidente: tre sono i tempi, il passato, il presente, il futuro; ma forse si potrebbe propriamente dire: tre sono i tempi, il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. Infatti questi tre tempi sono in qualche modo nell'animo, né vedo che abbiano altrove realtà: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione diretta, il presente del futuro l'attesa... Il tempo non mi pare dunque altro che una estensione (distensio), e sarebbe strano che non fosse estensione dell'animo stesso.
c'è qualcuno che è d'accordo? gensi magari? XD
questa del tempo è una delle riflessioni che più mi appassionò ai tempi del liceo
«Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: "Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?" I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa "Che cavolo è l'acqua?"». D. F. Wallace.
Penso che questa frase sia coerente con le prime parole del brano: cos'è il tempo? Essendo esso qualcosa di intrinseco nella natura umana è irragionevole pensare ad un mondo senza di esso, sarebbe come pensare di vivere in due dimensioni (a tal proposito consiglio a chi non l'avesse letto Flatlandia). Eppure, quando si arriva a volerne dare una spiegazione che vada oltre la gelida quanto inconcludente "quarta dimensione" si entra in crisi, allo stesso modo in cui quei pesci non sanno definire l'acqua.
Ricordo uno dei dibattiti più accesi ed interessanti che ebbi con il mio insegnante di italiano di terza superiore (un genio). Un mio compagno, pregustando un'ora di "cazzeggio teologico" (così successivamente definito dallo stess professore!) domandò se e in che modo Dio sia cosciente del tempo. La risposta a cui si giunse è no, essendo il tempo stesso -in ottica teologica- creazione dello stess (eventuale se volete) Dio: se vi fosse immerso non sarebbe più onnipotente, dipendendo da una sua stessa creatura. Questo si ricollega anche, a mio modo di vedere, al concetto di felicità di S. Tommaso, che la immagina piena solo dopo la morte in una sorta di "eterno presente".
Per quanto riguarda il concetto di passato e futuro ci sarebbero tantissime cose da dire, in generale condivido il pensiero agostiniano. Il futuro non esiste ancora, il passato non esiste più: la proiezione che possiamo avere di entrambi è nel presente, dunque è al presente che si risolve la realtà.
Scusate la gran quantità di corbellerie che avrò detto!
bella la citazione dei pesci, che non conoscevo!
hai colto nel segno.. altro che corbellerie!
e precisamente hai colto quello che intende agostino: se nessuno mi domanda cos'è il tempo, so perfettamente cos'è.. se qualcuno me lo domanda, entro in crisi e non so spiegarlo
come ho risposto anche a caparezza (
) credo che agostino sia giunto alla soggettività attuale del tempo (e cioè inteso come presente del passato, del presente e del futuro) proprio perché l'uomo non ha perfetta coscienza di ciò che è passato e non può perfettamente anticipare ogni avvenimento futuro: in effetti può solo ricordare (presente del passato), vivere (presente del presente), auspicare (presente del futuro)
alla fine dunque noi stessi viviamo al presente del presente..
..eppure è un attimo così sfuggevole che appena lo si è pensato è già diventato presente del passato
questo vorrebbe essere un invito a non perdere tempo (non un invito mio eh LOL), secondo la celebre espressione oraziana:
carpe diem, quam minimum credula postero