arturobandini ha scritto:
Vergognosamente, posto solo ora i miei commenti a questa tornata. Scusate ragà, ma ste ferie non arrivavano mai e gli impegni galoppavano feroci.
Ubi Timor Est : racconto estremamente convincente nella sostanza, con buono scavo, progettazione e idea di composizione. Avevo beccato il titolo latino, ma scriverlo ora, dopo tutto il vostro parlarne, diventa grottesco e me ne astengo. Il mio problema personale, alla fine, è rappresentato dalla scrittura. L'idea della ricerca di qualcosa di diverso mi ha attizzato, ma la realizzione, alla fine, no. Ho provato a leggerlo in maniere diverse, rallentando, velocizzando, spezzando, ma non sono mai riuscito a trovare il bandolo della scrittura, un ritmo, un filo che mi portasse all'interno di quello che stavo leggendo e che pezzo per pezzo mi piaceva e trovavo "giusto". Ma alla fine quella che io sento come "aritmicità" me l'ha fatto apprezzare molto meno di quello che avrei pensato a livello razionale.
Fame di libertà: veloce, semplice, incalzante, ben fatto. L'attinenza c'è, anche se intesa in maniera laterale. E' forse un pelo troppo semplice, forse si poteva inserire qualche spezia in più nella scrittura, epandendo qua e là, progettando quindi qualche rallentamento, per ripartire poi veloci con la buona semplicità del tutto. Ma in generale è ben fatto e ben tratteggiato, con la sorpresa finale che funziona e non stanca e nemmeno stucca.
Prova a scrivermi: è scritto bene ed è ben scandito, dall'inizio alla fine. Finalmente c'è una buona cura e una evidente revisione, attenta e pignola il giusto per rendere la lettura precisa e piacevole. Gli elementi ci sono, c'è l'essere giovani, c'è una visione personale, più o meno dicutibile, ma c'è, perché deve esserci. Il limite, a parer mio, è che finisce per essere un po' troppo letterario. Mi spiego, è tutto come dovrebbe essere la pagina di diario di un ragazzo, diverso dagli altri, particolare ecc. Ma è tutto troppo giusto, troppo perfetto. Diventa la pagina di diario di un adulto che ormai sa cosa sia stato essere un ragazzo, e che scrive come un ragazzo, con i tempi giusti, ma col "deficit" di non esserlo più, non davvero. E' piacevole e ben fatto, ma dal mio punto di vista, si sente che l'anima sottostante è un'altra.
Fortuna e sfortuna: m'è piaciuto, ma senza l'autore non commento.
Scampami dalla spada: quando l'ho letto, mi son detto: "Che bello, cazzo, questo vorrei averlo scritto io". L'ho preso dall'inizio alla fine, dalla citazione del titolo, al gioco sottostante. Perfetto tutto, dalla scrittura alla progettazione, dall'ideazione all'uso del tema totalmente personale e perfetto. Racconto di categoria superiore, nessuno me ne voglia, che sinceramente ti invidio.
Grazie Andrea per il bel commento. Sono molto contento che tu abbia apprezzato questo racconto.Spero di scriverne altri che ti piacciano altrettanto. Ma soprattutto grazie per la qualità dei tuoi commenti, il tempo per noi tutti non è molto e vedere qualcuno che come te s'impegna sempre a scrivere cose ben ragionate e non banali, è uno sprone non da poco. Bellissimi i tuoi commenti ai racconti relativi alla riscrittura. Grazie per l'impegno profuso nello scrivere e commentare.