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Kafka
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ARGOMENTO: Kafka

Kafka 10/10/2012 13:20 #6927

Kafka: guida alla lettura

Ci sono molte cose da dire su questo scrittore dilettante (Franz lavorava nelle assicurazioni, dopo essersi laureato in giurisprudenza tra l’altro).
La prima, e penultima, è che uno scrittore dilettante spesso e volentieri è migliore di uno scrittore che si crede tale (vedasi anche il caso di Primo Levi, scrittore dilettante dal talento eccezionale).
La seconda, e ultima, è che questo scrittore dilettante è stato il migliore scrittore del secolo.
Ma queste sono cose che evidentemente sappiamo già.
La produzione letteraria del buon Franz è piuttosto scarna e perlopiù abbozzata. I lavori si possono suddividere in tre categorie: romanzi, racconti, lettere. (Originale, nevvero?).
Detto in tutta franchezza di lettere non ne ho letta manco una. Non mi piace farmi i fatti degli altri di solito.
I racconti sono per certi versi i capolavori di Kafka. Ma ce ne sono troppi e non mi va di sceglierne appositamente da commentare. Per chi fosse curioso, buttatevi su qualsiasi racconto vi capiti a tiro (a parte qualche eccezione sono davvero brevi e scorrono via che è un piacere).
Parliamo di romanzi allora.
I romanzi scritti da Kafka sono solo tre. Non pago di ciò, sono pure tutti e tre incompiuti. Non solo. Sono stati pubblicati postumi, contro – tra l’altro – la volontà stessa dell’autore, che desiderava bruciarne i manoscritti. (Un grazie a Max Brod dunque, curatore testamentario del buon Franz e – immagino – unico amico del sopracitato).
Per fortuna si tratta di tre romanzi molto diversi fra loro, che trattano tre tematiche diverse e hanno allo stesso tempo in comune alcune caratteristiche che hanno posto Kafka sul gradino più alto del podio dell’universo.
Andiamo in ordine di pubblicazione:
Il processo (1925)
Il castello (1926)
Il disperso (Amerika) (1927)

No, scherzavo. Parlerò dei romanzi tutti e tre insieme.
La prima caratteristica che accomuna tutti e tre i romanzi è il protagonista maschile. Egli deve affrontare un mondo avverso e ostile in tutti e tre i casi, è uno straniero in tutti e tre i casi e non si arrende mai in tutti e tre i casi. Ne il processo è un uomo di 30 anni (Josef K.), che deve lottare per capire che crimine ha commesso. Ne il castello è un uomo credo più maturo (K.), che deve lottare contro la burocrazia e la diffidenza degli abitanti di un villaggio che circonda un castello. Ne il disperso (o Amerika) è un ragazzo di 16 anni (Karl) che deve lottare per sopravvivere, nel più classico e bel romanzo di formazione di tutti i tempi. Alcuni credono che Amerika sia il romanzo meno Kafkiano. Balle. Per certi versi è il capolavoro di Franz e il suo lavoro più intimo. A differenza dei personaggi più grandi il giovane Karl rappresenta l’innocenza. E’ un personaggio positivo a tutto tondo, giovane e ingenuo, buono e coraggioso al punto da commuovere (quasi). Deve sopravvivere in una terra straniera (l’America appunto) dove praticamente tutti approfittano di lui. La maestria con cui Kafka delinea la leggerezza del fanciullo e la sua fragilità sono il più alto punto della letteratura mondiale di tutti i tempi. Chiunque farebbe il tifo per Karl, persino Silla e Himmler.
Non che Josef K. E K. Siano personaggi negativi. No, di certo. Essi sono però costretti a tirar fuori gli artigli dalle circostanze assurde in cui, loro malgrado, si cacciano all’inizio della vicenda. Perché in effetti tutte le tre storie parlano di come riuscire a risolvere un problema. E le difficoltà che i protagonisti incontrano e le loro idee e le loro argomentazioni sono uniche nel loro genere. Mai ho letto nulla di vagamente simile. I personaggi sono davvero “soli”, anche quando circondati da altre persone. Devono contare solo su se stessi, perché capiscono, con grande sgomento e un po’ di delusione, che non possono fidarsi di nessuno (e quelle persone di cui potrebbero fidarsi e si fidano sono persone perlopiù di poco conto e di alcun aiuto). Non solo. Kafka riesce a far portare la verità di un’argomentazione da una parte all’altra con dei dialoghi che sono – a mio modesto parere – il trionfo della retorica (nell’accezione positiva del termine) (vedasi a questo riguardo il dialogo tra il vescovo e Josef K. nella cattedrale vuota quando il vescovo espone al protagonista una parabola sulla giustizia e l’interpretano tutti e due, cercando soluzioni molteplici. Bene, lì il lettore è portato a credere a ogni singola parola di uno per poi ricredersi e cadere assuefatto e persuaso nelle braccia dell’altro). In queste cose, e mi dispiace per gli altri, Kafka non ha proprio eguali.
Ma la caratteristica più originale (e che ha reso celebre l’assicuratore boemo che scriveva in tedesco) è la condizione onirica che riesce a creare come sfondo della storia. Le vicende dei protagonisti non sono ambientate in dei posti reali. Sono a tutti gli effetti dei sogni. Degli incubi, perlopiù. Tutto è surreale, le cose che accadono, i fraintendimenti, le ingiustizie, le situazioni e le coincidenze. Gli stessi personaggi sono solamente abbozzati e presentati parzialmente per condurre il lettore per mano in uno stato quasi onirico (soprattutto ne il processo). Gli stessi protagonisti dei tre romanzi si chiamano Josef K. ne il processo (non si sa il cognome), Karl in America (non si sa il cognome) e addirittura K. ne il castello (non si sa uno stracazzo su come si chiami). Questo sfondo così assurdo e affascinante permette al lettore di essere catapultato nel libro e immedesimarsi nel protagonista molto più che in altri libri. Qui non è possibile immedesimarsi in altri se non nel protagonista, anche perché i tre protagonisti di Franz sono a tutti gli effetti tre uomini comuni: intelligenti e coraggiosi, ma comuni. Non hanno superpoteri, non sono più forti di altri, ma non si arrendono mai. Credo che questo messaggio sia il più importante: non arrendersi. Nonostante tutto quello che stava accadendo loro, questi tre eroi ignoti hanno sempre trovato la forza di rialzare il capo, di credere in una giustizia che non arriva mai, in un epilogo sereno, credere alla soluzione dell’indovinello. Sono alla costante ricerca della felicità, che per loro è rappresentata molto umilmente dal riuscire a risolvere i loro piccoli, minuscoli problemi.
Solo ne il processo sappiamo come finisce la storia, perché il romanzo, incompiuto, ha comunque il capitolo finale.
In amerika e ne il castello le storie finiscono in modo diverso. In amerika il finale, seppur incompiuto, è uno dei finali più belli di sempre (invece che “il finale” bisognerebbe scrivere “il momento in cui la storia si interrompe”). Sicuramente è il finale più delicato dei tre.
Ne il castello invece la storia si interrompe in modo brusco e inatteso. E credo che non potesse finire in modo migliore.
In conclusione i tre romanzi possono essere catalogati un po’ con queste parole:
Amerika è il romanzo dell’innocenza
Il processo è il romanzo dell’ignoranza
Il castello è il romanzo dell’alienità

Chiunque volesse provare a leggerli, consiglio l’ordine in cui lì ho messi qui alla fine.
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Re: Kafka 10/10/2012 19:05 #6928

ciao rimb, pensi che nascerà mai un altro kafka?

ti stimo,

tuo titi
Fragmina verborum titivillus colligit horum
Quibus die mille vicibus se sarcinat ille.

Re: Kafka 10/10/2012 19:06 #6929

ciao titi

no, io credo proprio di no

grazie per la domanda e a presto
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Re: Kafka 11/10/2012 00:18 #6930

Bella presentazione!!!

Aggiungo un cosa importantissima, visto che Rimb se ne è dimenticato, che il buon Franz adorava la lettera "K"!!!! Ve ne eravate accorti per caso?

F.K. naque a Praga. Una delle città più belle e affascinanti del mondo. Una delle mie città preferite.

Si sa che F.K. era un uomo molto angosciato di suo, pessimista e fatalista, insomma pieno di pare mentali.... e vi erano un sacco di buoni motivi per esserlo per carità, in primis il pessimo rapporto col padre (anzi, NON-rapporto) che si evince dalle lettere (citate da Rimb) che l'autore scrisse al suo babbo, belle vigorose, belle toste e graffianti, ma che non ebbe mai il coraggio di spedirgli purtroppo.... insomma fu anche per il suo carattere ed il suo vissuto che poco prima di morire arrivò ad augurarsi questo: " un giorno la città sarà annientata da un pugno gigantesco con cinque colpi in rapida successione".

E' ovvio che io mi debba dissociare dall'autore e da questo nefasto augurio, in quanto adoro Praga e voglio ritornarci molte altre volte.

E poi il termine Kafkiano indica notoriamente una situazione paradossale, e in genere angosciante, che viene accettata come “status quo”, implicando l’impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico che su quello psicologico..... altro elemento che fa notare le caratteristiche principali dell'autore.... cioè perchè mai con Kafkiano non si è scelto di indicare chessò "particolare stato euforico in cui entra una persona nel più bel momento della sua vita"??? No. Situazione paradossale e angosciante.

Questo per dire che quando si legge F.K. bisogna anche catapultarsi in quel particolare stato mentale in cui si deve apprezzare l'acutezza dell'autore e il suo saper descrivere bene lo stato di angoscia ed impotenza che a volte la vita riserva..... perciò, evitate di leggerlo in un momento no della vostra esitenza, perchè altrimenti:



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Re: Kafka 11/10/2012 00:31 #6931

beh dipende da che punto di vista si guarda il tutto

i protagonisti dei romanzi di kafka sono personaggi positivi, propositivi, per nulla pessimisti..

..è tutto ciò che sta intorno a loro che è angoscioso, surreale, pessimista

se uno si immedesima nei protagonisti (e come potrebbe non farlo) credo che apprezzerebbe la natura di questi ancora di più, giacché si trovano a confrontarsi con un mondo ostile e ingiusto, brutale e troppo forte

ma non perdono mai la speranza, non si rassegnano mai, continuano a lottare e a credere che ce la possano fare (esattamente come il grande toni kurz)

che poi ce la facciano o meno è la cosa meno importante (e che naturalmente non svelerò)

io credo tuttavia che leggendo i tre libri da questo punto di vista si possa trarre molto di positivo dall'operato dei tre giovani uomini
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Re: Kafka 11/10/2012 00:40 #6932

6Rimbaud ha scritto:
ciao titi

no, io credo proprio di no

grazie per la domanda e a presto


Ahahah! Guarda che ti banno!
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Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
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Re: Kafka 11/10/2012 02:03 #6933

6Rimbaud ha scritto:
beh dipende da che punto di vista si guarda il tutto

i protagonisti dei romanzi di kafka sono personaggi positivi, propositivi, per nulla pessimisti..

..è tutto ciò che sta intorno a loro che è angoscioso, surreale, pessimista

se uno si immedesima nei protagonisti (e come potrebbe non farlo) credo che apprezzerebbe la natura di questi ancora di più, giacché si trovano a confrontarsi con un mondo ostile e ingiusto, brutale e troppo forte

ma non perdono mai la speranza, non si rassegnano mai, continuano a lottare e a credere che ce la possano fare (esattamente come il grande toni kurz)

che poi ce la facciano o meno è la cosa meno importante (e che naturalmente non svelerò)

io credo tuttavia che leggendo i tre libri da questo punto di vista si possa trarre molto di positivo dall'operato dei tre giovani uomini


Il fatto è che per F.K. il protagonista vero non è il personaggio, bensì il contesto, che prevarica il personaggio, nonostante quello che lui prova a fare, a pensare, ad inventare.

Si percepisce il "vorrei, ma non posso". L'ineluttabilità delle cose a dispetto di tutti e di tutto.

Però, ci possono essere diversi punti di vista, come in tutte le cose. Si potrebbe anche intenderlo come, "Anche se so che è impossibile, ci provo lo stesso" ..... una visione donchisciottesca della cosa.
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Re: Kafka 11/10/2012 11:41 #6935

Acciaio ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:
beh dipende da che punto di vista si guarda il tutto

i protagonisti dei romanzi di kafka sono personaggi positivi, propositivi, per nulla pessimisti..

..è tutto ciò che sta intorno a loro che è angoscioso, surreale, pessimista

se uno si immedesima nei protagonisti (e come potrebbe non farlo) credo che apprezzerebbe la natura di questi ancora di più, giacché si trovano a confrontarsi con un mondo ostile e ingiusto, brutale e troppo forte

ma non perdono mai la speranza, non si rassegnano mai, continuano a lottare e a credere che ce la possano fare (esattamente come il grande toni kurz)

che poi ce la facciano o meno è la cosa meno importante (e che naturalmente non svelerò)

io credo tuttavia che leggendo i tre libri da questo punto di vista si possa trarre molto di positivo dall'operato dei tre giovani uomini


Il fatto è che per F.K. il protagonista vero non è il personaggio, bensì il contesto, che prevarica il personaggio, nonostante quello che lui prova a fare, a pensare, ad inventare.

Si percepisce il "vorrei, ma non posso". L'ineluttabilità delle cose a dispetto di tutti e di tutto.

Però, ci possono essere diversi punti di vista, come in tutte le cose. Si potrebbe anche intenderlo come, "Anche se so che è impossibile, ci provo lo stesso" ..... una visione donchisciottesca della cosa.


i protagonisti sono due in effetti: il personaggio e il contesto.. che è un po' come dire il reale e il surreale, il bene e il male.. et cetera..

non credo che si percepisca il "vorrei ma non posso".. questo è quello che pensa kafka, certamente.. ma non il personaggio, che l'autore si sforza di far apparire quanto di più lontano da sé medesimo

io la vedo così: kafka era un debole, un insicuro, un pessimista, un brontolone.. i suoi personaggi (i protagonisti dei romanzi intendo) invece sono forti, coraggiosi, sicuri di sé, ottimisti.. ma queste loro caratteristiche devono fare i conti con la natura del loro creatore, che a mio modo di vedere si riflette molto meglio nel contesto della storia

io associo kafka al contesto e i protagonisti al lettore.. è come se kafka dicesse: volete leggere questa storia? volete penetrare nel mio animo? bene: non sarà facile.. e infatti renderà la vita impossibile al protagonista (che poi sarebbe il lettore)

l'unico protagonista che mi ricorda un po' kafka è gregor samsa.. ma non parliamo di un romanzo

p.s. non lo vedo bene quello slogan per il don chisciotte, perdonami ma non credo che c'entri nulla
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Re: Kafka 11/10/2012 13:42 #6936

6Rimbaud ha scritto:


i protagonisti sono due in effetti: il personaggio e il contesto.. che è un po' come dire il reale e il surreale, il bene e il male.. et cetera..

non credo che si percepisca il "vorrei ma non posso".. questo è quello che pensa kafka, certamente.. ma non il personaggio, che l'autore si sforza di far apparire quanto di più lontano da sé medesimo

io la vedo così: kafka era un debole, un insicuro, un pessimista, un brontolone.. i suoi personaggi (i protagonisti dei romanzi intendo) invece sono forti, coraggiosi, sicuri di sé, ottimisti.. ma queste loro caratteristiche devono fare i conti con la natura del loro creatore, che a mio modo di vedere si riflette molto meglio nel contesto della storia



semplificando all'eccesso, io la vedo così:

Kakfa - Contesto - Personaggio

Il personaggio è come vorrebbe essere Kafka. Il contesto è come percepisce la vita nel reale Kafka. Il personaggio vien fatto muovere nel contesto nel modo in cui vorrebbe muoversi F.K. nella realtà. Ma per giustificare il fatto che lui nella realtà non si muove così, rende il contesto talmente pesante da soverchiare il personaggio facendo capire che è comunque tutto inutile e qui esce il suo carattere pavido e pessista.


Oh, si chiacchera eh.... che nessuno creda che io stia sminuendo il buon F.K. che pur nella sua tragicità di scrittore e persona era un geniaccio molto bravo. Si discute su tutto anche sull'atmosfera che riesce a creare uno scrittore, del perchè crea quell'atmosfera. C'è chi è un genio ma scrive angosciando, c'è chi è un genio e scrive stupendo, chi riesce a dar felicità e chi a far pensare.... ci sono moltissime sfacettature diverse in tutte le opere (e noi grandi scrittori lo sappiamo no? ).
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Re: Kafka 11/10/2012 15:28 #6937

Acciaio ha scritto:
6Rimbaud ha scritto:


i protagonisti sono due in effetti: il personaggio e il contesto.. che è un po' come dire il reale e il surreale, il bene e il male.. et cetera..

non credo che si percepisca il "vorrei ma non posso".. questo è quello che pensa kafka, certamente.. ma non il personaggio, che l'autore si sforza di far apparire quanto di più lontano da sé medesimo

io la vedo così: kafka era un debole, un insicuro, un pessimista, un brontolone.. i suoi personaggi (i protagonisti dei romanzi intendo) invece sono forti, coraggiosi, sicuri di sé, ottimisti.. ma queste loro caratteristiche devono fare i conti con la natura del loro creatore, che a mio modo di vedere si riflette molto meglio nel contesto della storia



semplificando all'eccesso, io la vedo così:

Kakfa - Contesto - Personaggio

Il personaggio è come vorrebbe essere Kafka. Il contesto è come percepisce la vita nel reale Kafka. Il personaggio vien fatto muovere nel contesto nel modo in cui vorrebbe muoversi F.K. nella realtà. Ma per giustificare il fatto che lui nella realtà non si muove così, rende il contesto talmente pesante da soverchiare il personaggio facendo capire che è comunque tutto inutile e qui esce il suo carattere pavido e pessista.


Oh, si chiacchera eh.... che nessuno creda che io stia sminuendo il buon F.K. che pur nella sua tragicità di scrittore e persona era un geniaccio molto bravo. Si discute su tutto anche sull'atmosfera che riesce a creare uno scrittore, del perchè crea quell'atmosfera. C'è chi è un genio ma scrive angosciando, c'è chi è un genio e scrive stupendo, chi riesce a dar felicità e chi a far pensare.... ci sono moltissime sfacettature diverse in tutte le opere (e noi grandi scrittori lo sappiamo no? ).


perbacco.. ho aperto la discussione per discutere appunto! altrimenti avrei aperto un monologo

sono ben contento che hai risposto.. nonostante l'avatar che indossi (quella sorta di mefistofele) non deponga esattamente a tuo favore :PpPpPpPp
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Re: Kafka 11/10/2012 16:17 #6938

Io mi riservo il diritto di leggere le vostre considerazioni con calma prima di rispondervi con la mia opinione idiota.
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Re: Kafka 11/10/2012 17:32 #6939

gensi ha scritto:
Io mi riservo il diritto di leggere le vostre considerazioni con calma prima di rispondervi con la mia opinione idiota.



Idem.

Intanto dico solo che il cuore come icona del thread mi fa vomitare solo a vederlo, sembra una cosa da bimbominkia. Capisco che il thread è fatto da Rimb su Kafka e che se lo porterebbe pure a letto, però a tutto c'è un limite.

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Re: Kafka 11/10/2012 17:54 #6940

Tavajigen ha scritto:
gensi ha scritto:
Io mi riservo il diritto di leggere le vostre considerazioni con calma prima di rispondervi con la mia opinione idiota.



Idem.

Intanto dico solo che il cuore come icona del thread mi fa vomitare solo a vederlo, sembra una cosa da bimbominkia. Capisco che il thread è fatto da Rimb su Kafka e che se lo porterebbe pure a letto, però a tutto c'è un limite.



questo tuo intervento è direttamente proporzionale all'importanza che hai avuto nell'organizzazione del raduno, caro ta'

inoltre ti dirò che kafka non sarebbe mai venuto a letto con me.. d'altronde si dice che sia morto vergine..

..e comunque prima di passare agli uomini, voglio perlomeno terminare le donne
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Re: Kafka 12/10/2012 22:19 #6942

Di Kafka ho letto Il processo e Metamorfosi a circa 15-16 anni. Mi colpirono davvero molto, soprattutto il primo, tant'è che ricordo perfettamente ambientazione ed emozioni suscitate dalla lettura (in realtà anche le trame le ricordo abbastanza bene considerato che sono passati 7 anni e che ho la memoria di un procione sotto effetto di alcol).
Però dovrei sicuramente rileggerli con gli occhi ormai non più "innocenti"
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Re: Kafka 12/10/2012 23:45 #6943

Ho finalmente letto per intero la discussione. L'intervento di Rimbaud è così appassionato che se avessi un libro qui in casa lo andrei a leggere per la sola curiosità di capire se è vero ciò che dice. Non che non mi fidi di lui. È la passione nel decantarlo a spingerti ad avere tale sentimento.

Detto ciò, non ho mai letto nulla di Kafka, sicché il mio potenziale apporto a codesta discussione è pressoché sterile.
Oggi però, tornando a Genova in treno, mi è capitato qualcosa di curioso. Nel sedile di fianco una ragazza leggeva: Kafka sulla spiaggia.
Inutile dire che m'è scappato un enorme sorriso a vedere quel titolo. Fermo restando il fatto che non sapevo quanto c'azzeccasse.
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Re: Kafka 13/10/2012 02:50 #6956

kafka è un autore che difficilmente non si può amare per due semplici motivi:

degli autori che ho letto è quello che scrive meglio (persino più di dostoevskij, stendhal e orwell, per citare tre mostri sacri)

ha scritto cose che nessuno aveva mai immaginato, nemmeno per sbaglio

è altrettanto ovvio che kafka non è un autore per tutti.. e questa selezione naturale non fa che accrescere il suo mito

senza considerare che questo sciagurato morto troppo giovane sarebbe stato il miglior avvocato di tutti i tempi, se ci si fosse messo
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Ultima modifica: 13/10/2012 02:53 Da 6Rimbaud.

Re: Kafka 13/10/2012 03:10 #6957

Kafka sulla spiaggia di Murakami con F.K. ha poco a che spartire, però è un titolo che va molto di moda negli ultimi 3 anni.... letto soprattutto dal sesso femminile.

Orwell per me è stato un geniaccio e un grandissimo, ma non scrive granchè bene. Risulta pesante e ridondante quando lo si legge. Dosto è stato un grande, peccato sia troppo antico, fosse vissuto ai giorni nostri potrebbe essere senza dubbio il miglior scrittore.

A volte si confonde la bravura di uno scrittore con la sua capacità di inventare e delineare idee tralasciando il modo che ha costui di metterle su carta e quindi di renderle leggibili ai lettori.

Un esempio classico è P.K. Dick. Uno dei più famosi scrittori di fantascienza di sempre.... ebbene, costui ha avuto grandissime idee, visioni, genialate.... ma non le sapeva rendere su carta. E' stato un pessimo scrittore ma un grandissimo visionario. Grande stima e rispetto per Dick, ma con la scrittura aveva poco a che fare.
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Re: Kafka 13/10/2012 18:34 #6968

Acciaio ha scritto:
Grande stima e rispetto per Dick, ma con la scrittura aveva poco a che fare.


Sono quasi completamente in disaccordo, dipende dall'opera in cui sei incappato.
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Re: Kafka 13/10/2012 19:52 #6970

Andy Dufresne ha scritto:
Acciaio ha scritto:
Grande stima e rispetto per Dick, ma con la scrittura aveva poco a che fare.


Sono quasi completamente in disaccordo, dipende dall'opera in cui sei incappato.


Ma non è questione di contenuti, che ritengo sempre validi, è questione di come metteva giù su carta i suoi concetti.

Al momente ho letto:

Ubik
I giocatori di Titano
Un oscuro scrutare
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Re: Kafka 14/10/2012 00:02 #6973

io non correrei il rischio di imbrattare una nobile discussione citando autorucoli da autogrill
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