"MATTEO E CHIARA" di arturobandini
I
Matteo poggia la testa sulla pancia nuda di Chiara. Sa che è ancora un po' troppo presto perché si possa sentire qualcosa, ma non resiste all'idea. Poco prima hanno fatto l'amore, con dolcezza, visto che Chiara sta avendo una gravidanza non facile. E' una ragazza molto forte, ha continuato a lavorare sodo, come ha sempre fatto, ma le nausee mattutine e la sonnolenza serale stanno limitando la sua vita extra lavorativa. Anzi, anche la loro vita di coppia.
Matteo ricorda benissimo il momento in cui Chiara gli ha detto di essere incinta. Lei è una ragazza molto diretta, non gira mai attorno alle parole, ai discorsi. Gliel'ha detto non appena l'ha saputo, la sera stessa del giorno in cui ha fatto il test di gravidanza.
“Amore, sono incinta”.
Sono parole evidentemente banali, ma nella testa di Matteo hanno risuonato per giorni e giorni come un gong mentale. Non stavano cercando un figlio, non per lo meno con una programmazione serrata. E' venuto così, frutto dell'amore e dell'intimità che tra loro due è davvero molto forte.
Matteo ha sempre voluto avere dei figli, fin da bambino. Suo padre, Leonardo, è morto per un linfoma quando Matteo aveva soltanto sei anni e la madre non si è mai risposata. Gli è mancata moltissimo la figura paterna così come un fratello o una sorella. Matteo ha maturato fin da giovanissimo la decisione di avere almeno due figli e di cercare di essere il miglior padre possibile, o comunque sempre presente e disponibile. Non vuole che altri bambini crescano senza poter avere un papà vicino. Nel suo caso è stata una malattia, ma odia le persone che abbandonano la famiglia.
Matteo ha avuto molte relazioni durante il corso degli anni. Ha cambiato spesso casa e lavoro, oltre che città e addirittura nazione, anche se ora è tornato a vivere nel paese in cui è cresciuto. Quando ha incontrato Chiara, però, ha capito subito che si trattava della persona giusta per costruire una famiglia. La ama intensamente e con lei riesce a sentirsi a proprio agio, come con nessuna persona prima di lei.
Il momento nelle loro vite è inoltre buono: Matteo e Chiara non fanno parte della generazione 1000€, entrambi hanno un lavoro stabile, guadagnano delle belle cifre, possono prendersi facilmente dei periodi di aspettativa dal lavoro, visto che hanno deciso di vederlo crescere il loro bambino. Sono in una condizione invidiabile a dirla tutta.
Eppure, quando Chiara gli dice della gravidanza, Matteo, nonostante il suo modo di vedere, rimane un po' interdetto. Non può fare a meno di chiedersi quanto e come cambierà la loro vita. Adesso sarà più difficile fare dei viaggi lunghi, almeno per qualche anno. Non sarà più possibile fare l'amore in ogni camera della casa e così spesso come prima. Cambiano le priorità. Probabilmente dovranno limitare le loro uscite insieme e comunque Matteo non è tipo da andare al bar mentre la sua compagna accudisce il bambino o i bambini. Ci sarà sempre meno spazio per sé anche se bisogna ammettere che loro due compongono una coppia molto unita, condividendo amici e interessi. Sono due persone che sanno stare assieme e con gli altri.
Matteo sente che qualcosa lo disturba. Forse ha aspettato troppo tempo per farsi una famiglia, ha quasi trentasette anni e anche se i tempi di maternità e paternità si sono allungati non si sente più giovane come una volta. Anzi, non è esatto: si sente ancora giovane, è in ottima forma fisica, più che altro si sente sempre meno disposto a cambiare il proprio modo di vivere, ora che ne ha consolidato uno che gli pare soddisfacente. Chiara, invece, sembra del tutto immersa nell'esperienza maternità, anche se non sta bene, dominata com'è da nausea e sonnolenza. Però è felice, è evidente. Anche lei ha sempre desiderato molto avere un figlio ma non ha mai incontrato un uomo con il quale si sentisse davvero di crescerlo. Quando ha conosciuto Matteo ha realizzato subito che lui poteva essere la persona adatta. E non appena ne hanno parlato, ha avuto la certezza che fosse così.
Sono andati a vivere assieme quasi subito. Le loro famiglie e i loro amici hanno approvato all'unanimità, tranne forse Emiliana, da sempre innamorata di Matteo. Ma persino lei, dopo aver conosciuto Chiara, ha dovuto ammettere che insieme, i due, formano una splendida coppia.
Matteo sente un rumorino arrivare dal ventre della sua donna. Probabilmente non c'entra nulla con il bambino, con l'Intruso, come ha finito per chiamarlo tra sé e sé, ma a lui sembra così e non un movimento dovuto alla digestione. Si fa forza e cerca di non porre condizioni dentro di sé, di liberare l'amore per quella creaturina che tra non molto crescerà e arriverà a vivere con loro. Si sente in colpa perché deve sforzarsi di farlo. Per fortuna la mano di Chiara ora gli accarezza i capelli. Tutti i dubbi spariscono o meglio, si trasformano in certezze.
II
Matteo sente un urlo, evidentemente di dolore. Si rende immediatamente conto che non fa parte del sogno che sta facendo e si sveglia di scatto, stranamente lucido. Normalmente ha sempre difficoltà a passare dal sonno alla veglia, ci mette sempre un po' a trovare sé stesso. Chiara urla di nuovo. Matteo scende dal letto, sa di doverla portare immediatamente all'ospedale. Si infila dei jeans e le scarpe da ginnastica, in fretta, con movimenti precisi e netti. Prende la borsa che Chiara ha preparato in caso di ricovero e la mette a tracolla, avvolge la sua compagna in una coperta e la porta alla macchina tenendola in braccio, mormorandole parole rassicuranti. La carica sul sedile posteriore e parte alla massima velocità possibile. Nello specchietto retrovisore osserva Chiara portarsi una mano tra le gambe, in modo nevrotico. Vede la mano coprirsi di sangue. L'Intruso, evidentemente.
“Che cazzo fai, Intruso? Non fare male alla mia Chiara, maledetto”, pensa tra sé e sé, ma riesce a rimanere concentrato alla guida. Il pronto soccorso più vicino dista dieci chilometri. Matteo impreca quando trova di fronte a sé un camioncino bulgaro. Lo sorpassa, rischiando moltissimo. Finalmente riesce ad arrivare all'ospedale.
Non aspetta che gli infermieri escano fuori, prende Chiara di peso e la porta subito dentro. La capo sala di turno chiama immediatamente i medici e Chiara viene ricoverata d'urgenza.
<Non si preoccupi signor Conti, per fortuna è riuscito a portare subito la sua compagna qua da noi. Stanotte abbiamo un ginecologo di turno, per cui stia tranquillo>.
Matteo non è per niente tranquillo, non riesce a stare fermo e continua a camminare avanti e indietro per la sala d'attesa, innervosendo gli altri pazienti. Una signora anziana che ha accompagnato il marito dopo una brutta caduta dalle scale, gli chiede di fermarsi e di sedersi. Matteo, solitamente gentile, la fulmina con lo sguardo e le risponde in malo modo. Alla fine si decide ad uscire e continua a muoversi su e giù lungo il marciapiede. Un solo pensiero rimbomba nel suo cervello: “Chiara”. Non c'è spazio per altro. Non si accorge nemmeno del freddo e della pioggia che comincia a scendere. Sposta la macchina che ha lasciato aperta di fianco all'entrata ambulanze, ma solo di qualche metro: non vuole allontanarsi dall'ospedale. I minuti passano lentissimi, si trasformano in mezz'ore, in ore. Alla fine un'infermiera lo va a cercare e lo conduce in un piccolo ufficio dove lo attende il medico che ha operato Chiara. E' un uomo giovane, con l'aria affabile ma col volto estremamente stanco. Matteo s'avvede subito che il medico ha delle brutte notizie. Rimane paralizzato, in attesa.
<Signor Conti, le dico subito che la signorina Crosa sta bene. Per fortuna lei è stato pronto e l'ha portata subito qua da noi, quindi abbiamo potuto intervenire sull'emorragia in modo efficace. Un aborto naturale al quinto mese avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Purtroppo per il feto non c'è stato nulla da fare. L'utero della sua compagna presenta una lieve malformazione e la gravidanza stava diventando extrauterina. Il feto non ce l'ha fatta. Si tratta di un autentico rigetto naturale. Mi dispiace>.
Matteo tira un sospiro di sollievo. Si sente invadere da una strana gioia.
“Intruso, ti abbiamo battuto. Ora potremo tornare alla nostra vita di sempre, a noi due”. Si vergogna immediatamente con sé stesso per quello che ha pensato. Per un attimo non si riconosce. Ringrazia il medico ed esce dall'ufficio assieme all'infermiera. Chiede alla donna se può vedere Chiara, ma lei gli risponde che adesso è addormentata e che potrà vederla tra poche ore. Anzi, gli consiglia di andare a casa e di tornare al mattino. Matteo la ringrazia, in parte sollevato, ma decide di rimanere nella sala d'aspetto: vuole esserci immediatamente quando Chiara si sveglierà. Esce e va verso la macchina per recuperare l'asciugamano e la camicia che tiene sempre di scorta, visto che suda molto. Entra nel bagno del pronto soccorso. Allo specchio quasi non si riconosce, gli occhi spiritati, la pelle grigia, i capelli scarmigliati. Gli sembra di vedere una ciocca bianca nella barba, una nuova. Si accorge inoltre di avere addosso ancora la maglia del pigiama sotto il giubbotto che non ha mai tolto. Si sciacqua e si cambia, poi va a sedersi e si addormenta quasi subito.
Al mattino l'infermiera lo va a svegliare e gli dice che può vedere Chiara, finalmente sveglia. Matteo si alza di scatto e non attende il lento ascensore, vola su per le scale e trova subito la camera dove hanno ricoverato la sua donna. E' una camera singola, per fortuna, potranno avere intimità. Matteo non ha ancora chiamato nessuno delle loro famiglie: sono abituati a risolvere i problemi tra di loro.
Prima di entrare si aggiusta i capelli con la mano e si mette la camicia nei pantaloni.
Entra nella camera e Chiara, coraggiosa come sempre, gli sorride. Matteo vede però che il sorriso non arriva fino agli occhi, che è solo coraggio, appunto. Si avvicina al letto, bacia la sua compagna sulle labbra e non sapendo cosa fare si siede sulla sedia accanto a lei tenendole una mano. Ha paura di abbracciarla, teme di farle male.
Chiara lo guarda con amore, come sempre, ma entro pochi istanti gli occhi le si riempiono di lacrime, evento raro perchè è una ragazza forte e non piange facilmente.
<Ss-cusa Mm-atte, è solo cco-lpa mia, non dd-ovevo ll-avorare come ss-empre, abbiamo pp-erso il bbi-mbo, mi hanno dd-etto che era un mm-aschio. Tu lo vv-olevi così tanto>, dice tra i singhiozzi. Matteo ripensa all'Intruso, ricorda cosa ha sentito la notte prima verso quella creatura. Eppure, finalmente, grazie alle parole di Chiara, torna ad essere sé stesso e non più la persona follemente efficiente e spietata che ha saputo essere durante l'emergenza. E' vero, nonostante i dubbi lui lo desiderava davvero tanto. Abbraccia la sua ragazza delicatamente ma con forza, le mormora delle parole dolci per rassicurarla e finalmente trova il coraggio di piangere assieme a lei. Non per sé stesso o per Chiara: solo per l'Intruso, per il suo bambino mai nato.