gensi ha scritto:
Acciaio ha scritto:
Tavajigen ha scritto:
Beh anche a me fa schifo il mio modo di scrivere e ambisco prima o poi a diventare come coloro che hai citato.
Quello di cui mi sto rendendo sempre più conto è che non riesco a dare profondità ai miei racconti, soprattutto ai miei personaggi, che di solito sono piatti. Vado sempre diretto al punto, all' "azione", senza tanti fronzoli, e questo va a scapito della possibilità di coinvolgere appieno i lettori.
Scusate l'OT.
La sostanza, la ciccia prima dei fronzoli inutili Tava. Non ti devi tediare per questo, prima ci va l'arrosto e poi con calma, imparerai anche a metterci del bel fumo intorno. Ma non ti far attrarre troppo dai venditori di solo fumo!!
Totalmente d'accordo.
Soprattutto in una gara di scrittura breve come la nostra. E non è un caso se hai vinto due volte.
Anche perché il lettore "breve" vuole leggere di cose e non di descrizioni.
vero, o almeno in parte.
Per me è bellissimo un racconto/romanzo che mi parla di quello che accade, pieno di dialoghi, di situazioni inconsuete ecc. ecc. però c'è anche il lettore che va in brodo di giuggiole davanti a 3 pagine di descrizione di una tavola imbandita... cosa è successo in queste 3 pagine? Niente di niente. Come si sta evolvendo la storia? Non si sta evolvendo, è ferma al casello. E quindi? E quindi è fantastico immaginare il tovagliolo di raso blu, con il ricamino fatto da zia Ermegilda durante le feste del Natale passato, che ha sopra il fiocchetto rosa e verde smeraldo comprato al negozio di sete in via Maximilianstraße che sta divinamente vicino al portavivande in porcellana bianco argento e i disegni dei papaveri rosso cobalto.
Come si suol dire... ad ognuno il suo!